Post

Visualizzazione dei post da 2016

Basket: Orlandina, forse stavolta non è un affare

Immagine
Enzo Sindoni con il figlio-gm Giuseppe P remessa doverosa, per prevenire qualunque equivoco: a Capo d’Orlando sono i migliori. Dei geni.  Hanno costruito in poche mosse un “giocattolo” cestistico praticamente perfetto partendo da un ambiente fantastico, che vive per il basket ma senza mettere troppa pressione, da uno spirito che sono bravissimi a trasmettere subito a giocatori e allenatori, da una competenza nemmeno così usuale anche a questi livelli.

XFactor 10: Arisa, siamo con te nella tua battaglia (Pubblicità Progresso)

Immagine
I Soul System vincitori di XF10 (ansa.it) D overosa premessa. La trionfatrice della serata finale di XFactor 10 dal Forum di Assago è stata Arisa: voto 10 per il coraggio di intraprendere una strada difficile come quella della disintossicazione a qualunque costo, anche a rischio di ritrovarsi in diretta su Sky in piena crisi di astinenza, come dimostra il litigio con il pubblico. La lode arriva nella seconda manche, quando con la premessa «non vorrei fare pronostici» indica ciascuno dei tre concorrenti superstiti come «il papabile vincitore di XFactor». Impagabile, e infatti pare che Sky non la pagherà.

XFactor 10: ma posso votare Cecco e Cipo?

Immagine
Andrea Biagioni è l'ultimo eliminato di XF10 prima della finale S emifinale all’insegna del volemose bene a XF10: i concorrenti superstiti hanno raggiunto l’obiettivo principale, ovvero l’esibizione con gli inediti, e anche i giudici protagonisti dell’edizione più litigiosa di sempre del talent, forse perché si erano confessati appena prima del live (pare che Manuel Agnelli, voto 7 , avesse iniziato subito dopo la puntata precedente ma la sua presenza al Forum per la finale è ancora in dubbio), sono stati prodighi di complimenti nei confronti di tutti anche se, a ben vedere, gli inediti fanno un po’ cacare.

Referendum: per Renzi una bocciatura nata... a scuola

Immagine
Le lacrime di Matteo Renzi (huffingtonpost.it) T anto per cominciare, se siete d’accordo (e anche se non lo siete: so che a molti non piacerà quello che ho da dire), togliamoci dalla testa l’idea che abbia vinto la volontà degli italiani di difendere la Costituzione. Certo, c’è stata una fascia di italiani che ha votato in funzione del giudizio che si era fatta sulla riforma, e io sono tra questi; ma io sono un ex secchione, un professorino pignolo, un precisino da “comma 1, lettera a”, uno per il quale non è rivoluzionario considerare “cavilli” una Costituzione, un contratto nazionale o più in generale le regole. Quindi, sia numericamente che ideologicamente, conto pochino.

Domenica il referendum, istruzioni per l'uso

Immagine
(Dalla "Gazzetta del Sud" di oggi) Max Passalacqua Il 4 dicembre l’Italia andrà alle urne per il referendum confermativo della riforma costituzionale (approvata dal Parlamento ad aprile) in un clima di polemiche e di contrapposizione nel quale si fatica a discernere il merito della riforma  dalle posizioni preconcette legate agli schieramenti, al giudizio sul presidente del Consiglio e alla combinazione dei suoi effetti con quelli della legge elettorale vigente, il cosiddetto “Italicum”, sulla quale il premier Renzi ha dato la disponibilità a modifiche che comunque saranno successive al voto referendario.

Ma è XFactor 10 o “Profondo Nero” di Carlo Morgagnelli?

Immagine
Ricerche in corso attorno alla XFactor Arena +++ ULTIM’ORA: ARISA RITROVATA IN STATO CONFUSIONALE IN UN CASSONETTO NEI PRESSI DELLA XFACTOR ARENA. GLI INQUIRENTI: “STA BENE, è SEMPRE IN QUELLO STATO”. DUBBI SULL’ALIBI DI MANUEL AGNELLI: “ERO ALL’EXTRA FACTOR” +++ (ANSA)

Nba: mese 1, anno 1 dell'era post Kobe

Immagine
U n mese di Nba, anno primo dell’era post Kobe. Presto, ovviamente, per i primi bilanci; ma non per le prime impressioni su una stagione che si annuncia molto particolare. E dal momento che i pronostici de IlMaxFactor ormai vengono usati anche in America al posto dei sondaggi, per questa volta mi limito all’analisi...

XFactor 10: Morgagnelli, il tacchino del Ringraziamento

Immagine
Il momento dell'eliminazione di Caterina Ci sarebbe da entrare in sciopero e chiudere IlMaxFactor per protesta. Così mi sono detto ieri sera quando Eva è finita all’ultimo scontro, rischiando – nel giorno del Ringraziamento – di fare la fine del... tacchino. Ma poi la concorrente di Manuel Agnelli si è salvata e mi sono detto: e voi come fareste senza IlMaxFactor?

XFactor 10: maledetti Daiana Lou

Immagine
Manuel Agnelli c'ha scritto Giocondo  N o vabbè, allora ditelo che pur di non farmi azzeccare un pronostico siete disposti anche a suicidarvi. IlMaxFactor aveva previsto che Arisa sarebbe rimasta senza concorrenti al terzo live, certo era un’iperbole ma senza l’autocastrazione dei Daiana Lou sarebbe accaduto alla quarta settimana. E quanto mi sarei bullato...

XFactor 10: Il secondo tragico Morgagnelli

Immagine
Alessandra Fortes Silva ci ha lasciati (davidemaggio.it) M orgagnelli è tornato, e stavolta ci ha lasciato le penne. Silva Fortes, talentuosissima capoverdiana trapiantata a Messina e poi ad Arcore, è la seconda vittima del suffragio universale in pochi giorni dopo Hillary Clinton (e basta co’sta storia che ha preso più voti di Trump, hanno questo sistema dall’800 e non si scannano per cambiarlo anche se non è il più bello del mondo). Ed esclusivamente per colpa del suo giudice.

XFactor: il ritorno di Morgagnelli

Immagine
Manuel Agnelli e Morgan: trova le differenze E così, è accaduto quello che tutti prevedevano e in tanti temevano: lo spirito di Morgan si è impossessato di Manuel Agnelli e stava per trascinarlo con sé nel cimitero degli elefanti.

NBA: cosa serve ai Lakers? Una DeLorean

Immagine
L'equipaggio della DeLorean: Ingram, Russell e Randle (lakersworld.com) L a sofferenza non è finita, anzi. Ricomincia, e non si sa quando finirà. Ho fatto le 4 del mattino per vedere la prima partita stagionale in tv dei Los Angeles Lakers nell’era post Bryant, in casa degli Indiana Pacers. E poi ho avuto gli incubi.

XFactor 10: sì, mi piace vincere facile

Immagine
Eva Pevarello durante la sua esibizione sul palco della XFactor Arena N on dite che IlMaxFactor non vi aveva avvisato: Eva Pevarello vincerà l’edizione 2016 di XFactor, mentre Arisa batterà il record di sempre riuscendo a far eliminare tutti i suoi talenti nelle prime tre puntate. Anche se Alvaro Soler si sacrificherà per cercare di impedirglielo.

XFactor 10: Arisa? Mandatela a Westworld

Immagine
L'occhio di pesce di Manuel Agnelli durante l'esibizione di Eva (quotidiano.net) S ubito il pronostico, ché altrimenti non c’è piacere: Manuel Agnelli vincerà questa decima edizione di XFactor. Il cantante degli Afterhours ha la squadra più forte, ha fatto (tutto sommato) le scelte giuste agli Home Visit e c’è da giurare che non svaccherà con assegnazioni folli o elucubrazioni à la Morgan. Lo insidia in pratica solo Fedez, mentre Arisa e Alvaro Soler si candidano a fare rimpiangere persino Skin e Mika.

Riforma costituzionale: ecco cosa cambia davvero-2

Immagine
Matteo Renzi e Bianca Berlinguer in un recente talk show M entre il premier Matteo Renzi continua la sua applauditissima tournée nei talk show televisivi senza aver ancora trovato qualcuno che si ricordi di discutere – ed eventualmente contestare – il merito della riforma costituzionale, IlMaxFactor non ha dormito e, per ringraziare i suoi lettori delle tantissime visualizzazioni registrate in appena 24 ore, vi propina subito subito la seconda parte di questo speciale su cosa cambierebbe con la conferma della legge nel referendum del 4 dicembre.

Riforma costituzionale: ecco cosa cambia davvero

Immagine
Il ministro Maria Elena Boschi E’ vero: leggere, capire e spiegare (soprattutto capire) una legge costituzionale di 40 articoli scritta dalla Boschi è un lavoro duro, ma qualcuno deve pur farlo. E così, occhiali inforcati e Amaro Montenegro nel bicchiere, ecco a voi IlMaxFactor per il sociale.

XFactor 10: che il “taglio delle teste” ci salvi

Immagine
Il "bravo presentatore" Alessandro Cattelan E così, tre puntate di audizioni non sono bastate per capire quali concorrenti di XFactor andranno quantomeno al bootcamp. «Siamo andati un po’ lunghi con i tempi», spiega Alessandro Cattelan con la faccia di quello beccato a sfogliare la gallery delle foto di Diletta Leotta.

Nba: quando la lezione non è bastata. Il ranking prestagionale

Immagine
LeBron James mostra i muscoli L o so, lo so. Dopo che nelle ultime tre partite di finale LeBron James mi ha rivoltato contro tutto l’accanimento che avevo speso nei suoi riguardi, strappando il titolo agli amati Golden State Warriors, dovrei stare zitto.

XFactor10: se Agnelli uccide Arisa, per me è sì

Immagine
H o aspettato due puntate di audizioni per iniziare a scrivere i nostri tradizionali post su XFactor perché – sono sincero – dopo la prima serata ero rimasto piuttosto perplesso.

Basket: ok, era colpa di Pianigiani. E ora?

Immagine
Ettore Messina (foto Ciamillo) S ono passati circa due mesi dall’eliminazione dell’Italia nel Preolimpico di Torino che ha impedito alla Nazionale azzurra di approdare a Rio: un tempo necessario per smaltire la delusione (e fare le ferie, diciamola tutta) pr ima di cercare di analizzare a mente fredda quali siano le prospettive del basket italiano.

Politica: se vince il "no". Ecco perché a Renzi conviene dimettersi

Immagine
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi "S' i' fossi foco, arderei lo mondo". E' vero che il sonetto di Cecco Angiolieri non è esattamente il manifesto di un uomo di Stato, però nei giorni scorsi mi risuonava letteralmente in testa (sfido, con tutto quello spazio...) a proposito dell'esito del prossimo referendum costituzionale e delle possibili conseguenze del voto.

Europei: non sparate sull'Italia, "buddaci"

Immagine
La conferenza stampa post Germania di Antonio Conte (youtube.com) O nestamente: siamo proprio italiani. Se volessimo applicare in maniera estensiva al Belpaese una categoria tipica del messinese, almeno calcisticamente siamo un po' tutti "buddaci". E i repentini cambiamenti d'umore e d'opinione sulla Nazionale di Antonio Conte ne sono la prova.

Nba, ora tocca cambiare soprannome a LeBron

Immagine
Le lacrime di LeBron James L e Fasullò c’est moi . Come Madame Bovary. Preliminarmente: il soprannome che avevo coniato per LeBron James cade, e – come qualche amico sa già – era stato deciso prima di gara-7: troppa sostanza, da parte di The King, nella rimonta di Cleveland dall’1-3 con il doppio quarantello consecutivo che non si verificava in finale dai tempi di Shaq. Non che il Fasullo fosse un personaggio inventato, tutt’altro: resto dell’idea che nella prima metà di queste Nba Finals il numero 23 avesse mostrato ancora una volta tutti i suoi limiti, quelli che – resto convinto – lo collocano certamente, per il momento, un gradino più sotto rispetto ai grandissimi.

Nba, bravi Cavs ma resto con Golden State

Immagine
Pessina, Mamoli e Tranquillo durante il prepartita E niente, dopo una lunga attesa fino alle 3 del mattino (ma già nel pregara, con il pronostico di Tranquillo, Pessina e Mamoli, avevo capito che non era serata…) e dopo aver sofferto per tutto il primo tempo appresso alle bizze di una squadra che tira col 50 per cento da tre ma si trova in parità, in casa, nella gara che dovrebbe consegnarle il titolo perché senza il suo  bad boy  praticamente smette di difendere, a metà del terzo quarto (erano più o meno le 5,15) sono stato richiamato all’ordine: mia figlia piccola, febbricitante, si è svegliata e mi ha chiesto di farle compagnia per riaddormentarsi. Quindi non so quanto sia finita gara-5 delle Finali Nba Golden State-Cleveland, qualcuno può dirmelo?

Nba: ma che bravo LeBron James. Al Fantabasket

Immagine
LeBron James S e stessimo giocando al Fantabasket, una partita da 25 punti, 13 rimbalzi e 9 assist sarebbe perfetta: un totale di 47, punteggio da superstar quale di fatto è LeBron James. Mentre i 16 di media messi insieme da Steph Curry e i 12 (col 30% dal campo) di Klay Thompson nelle prime tre gare di finale renderebbero il loro acquisto un investimento a perdere. Al Fantabasket, però.

Il dilemma: è più fasullo LeBron o Renzi?

Immagine
Separati alla nascita: LeBron James e Matteo Renzi I eri la serata televisiva de IlMaxFactor iniziava alle 5 del pomeriggio. Ora della California, però: le 2 di notte in Italia. Dopo aver stancamente piluccato exit poll e proiezioni by Masìa, con il ballottaggio in extremis di Giachetti a Roma che ha salvato - per il momento - il culetto referendario a Matteuccio Renzi, e occhieggiato appena un Venezuela-Giamaica di Copa America oggettivamente minore (avete notato che i giamaicani, non so perché, pure quando perdevano sembravano sempre leeeeeeeeenti, mooooooooolli, tranquiiiiiiiiiiiiiiiiiillli…?) è arrivata infatti l’ora di gara-2 delle finali Nba tra Golden State Warriors e Cleveland Cavs. Solo che, stroncato dalla diretta di Mentana su La7, mi sono addormentato. E, al mio risveglio, ero parecchio confuso.

NBA: Curry, cartolina dalle Finali

Immagine
Stephen Curry, Mvp della Nba nelle ultime due stagioni E’ andata come doveva. Con i Golden State Warriors decima squadra nella storia a recuperare e vincere una serie di playoff dopo essersi trovati sotto 3-1, la prima negli ultimi dieci anni, e a guadagnarsi in gara-7 nel pandemonio della Oracle Arena il secondo viaggio consecutivo alle Finali Nba. Finali che, ancora una volta, Oklahoma City vedrà solo in… cartolina dopo esserci arrivata solo in una occasione, nel 2012 (sconfitta 4-1 contro i Miami Heat di LeBron James).

Nba, basta un poco di… Curry

Immagine
Il canestro di Tim Thomas in gara-6 dei playoff 2006 contro i Lakers S olo nove squadre, nella storia dei playoff Nba, hanno vinto una serie rimontando dopo essere stati sotto 3-1. Di più: negli ultimi quindici anni è successo appena due volte, l’ultima ad opera dei Phoenix Suns di Steve Nash nel 2006 contro i Lakers di Kobe Bryant, una sfida che (pur essendosi giocata al primo turno) ha molti punti di contatto con la finale della Western Conference di quest’anno e che soprattutto ha vissuto uno dei momenti più incredibili della storia di questa Lega.

Messina: la presidenza dell’Amam? A Gino Sturniolo

Immagine
Renato Accorinti (repubblica.it) S e per lavoro dovessimo trovare una definizione per questo particolare momento della parabola amministrativa del sindaco di Messina, Renato Accorinti, parleremmo probabilmente di turning point . (Ma non dobbiamo, quindi sticazzi.) 

NBA: gara-3 se non la vinci t'ammazza. Se non sei il Fasullo

Immagine
Russell Westbrook e Steph Curry (nba.com) L e finali di Conference della Nba sono al primo giro di boa dopo le due gare giocate sul campo della squadra meglio classificata nella stagione regolare (domani si gioca gara-3 tra Oklahoma City Thunder e Golden State Warriors, già stanotte si riparte tra Toronto Raptors e Cleveland Cavaliers) e l’esito, finora, non ha ricalcato il pronostico della vigilia – il mio, intendo – solo nella serie a Ovest.

NBA: Thunder, che Dio vi fulmini!!!

Immagine
Abbraccio con passaggio di consegne incorporato tra Tim Duncan e Kevin Durant (nba.com) S ignore e signori, ecco a voi le finali di Conference (specie quella ad Ovest) che nessuno avrebbe voluto vedere. Soprattutto IlMaxFactor, che nelle ultime settimane ha dormito dodici ore a notte solo per poter affrontare con una sufficiente riserva di sonno una meravigliosa serie tra Golden State e San Antonio. E invece, cosa capita? Che quei bizzarri soggetti degli Oklahoma City Thunder, dopo aver fatto letteralmente schifo per tutta la stagione nonostante l’arrivo di un coach geniale come Billy Donovan (e non mi dite che hanno vinto 55 partite perché divento matto: li ho visti giocare almeno 5-6 volte in regular season e hanno una qualità di basket e di scelte semplicemente ridicola), hanno sfruttato l’evidente superiorità fisica e atletica per eliminare i “vecchietti terribili” degli Spurs, strappandomi letteralmente dalle mani il telecomando da impostare sul 202 per godermi sette fantas

Playoff Nba, chi si... rompe è perduto

Immagine
Chris Paul e Blake Griffin dei Los Angeles Clippers I playoff della Nba hanno chiuso avantieri notte, con le gare-7 tra Miami e Charlotte e tra Toronto e Indiana, un primo turno nel quale soprattutto gli infortuni hanno fatto sballare i pronostici. Fuori i Clippers , privi delle loro “stelle” Chris Paul e Blake Griffin, da gara-4 della serie con Portland; fuori i Celtics che hanno dovuto fare a meno dei 15 di media e della difesa di Avery Bradley cedendo agli Hawks; fuori gli Hornets che nonostante i “ko” di Nicholas Batum e soprattutto di Michael Kidd-Gilchrist hanno avuto il match-point in casa, avanti 3-2, ma sono stati rimontati e poi travolti dagli Heat in gara-6.

I playoff della Nba e la moviola in... blog

Immagine
I l calcio introduce la moviola in campo, ma IlMaxFactor è già avanti e alza l’asticella facendo ricorso alla… moviola in blog. Una sorta di auto- fact checking per valutare il grado di credibilità delle cose scritte su questi fogli virtuali. E, in particolare, sui pronostici. Con la consapevolezza che azzeccarne uno, per IlMaxFactor, è  tradizionalmente un’eccezione. John Wall dei Washington Wizards Andiamo con ordine: appena quaranta giorni orsono, il 5 marzo, pubblicavo un post nel quale facevo il punto sul campionato Nba a una ventina di partite dalla fine della regular season . Attenzione: non a novembre, ma a marzo. Potete cominciare a ridere.

Nba: la notte in cui tutto andò a posto

Immagine
Kobe Bryant saluta Magic Johnson (Getty images) P ensate a qualcosa di così grande, di così straordinario, di così epocale da oscurare persino il record assoluto di vittorie in una stagione Nba. Perché è quello che è successo ieri notte, nella notte in cui tutto andò a posto. I Golden State Warriors, battendo i Memphis Grizzlies, hanno centrato il successo numero 73 oscurando nientemeno che i Chicago Bulls di Michael Jordan, eppure… non è fregato un cazzo a nessuno.

Elio e le Storie Tese: L’amica della nonna è trans

Immagine
O ggi parliamo un po’ di musica. A qualche mese dall’uscita (grazie Pàina), ho finalmente ascoltato in maniera intensiva il nuovo disco del mio gruppo-feticcio Elio e le Storie Tese, vale a dire Figgatta de Blanc , e devo dire di averne tratto un’impressione totalmente diversa da quelle – per lo più negative o annoiate, complessivamente ingenerose – lette nelle varie critiche su giornali e siti.

Kobe vs. LeBron: il rimpianto per quello che poteva essere

Immagine
«Le gioie della vita: Michelle Pfeiffer , il   cioccolato …  e   Kobe Bryant   in campo aperto.» (Federico Buffa, 2005) L'abbraccio tra LeBron James e Kobe Bryant (nba.com) N el 2003, quando LeBron James – anziché andare al College dopo aver vinto per tre volte in quattro anni il titolo nazionale delle High School a St. Vincent-St. Mary  – entrò nella NBA con la prima scelta assoluta dei Cleveland Cavaliers, prima di lui lo avevano fatto solo tre-quattro giocatori di altissimo livello (lasciate perdere i vari Jonathan Bender, Darius Miles e Kwame Brown): Kevin Garnett nel 1995, Kobe Bryant e Jermaine O’Neal l’anno successivo, Tracy McGrady nel 1997, al limite Amare’ Stoudemire nel 2002. Di questi, l’unico ad aver già vinto un titolo NBA (anzi, tre) all’epoca era proprio Kobe, che – per ammissione dello stesso LeBron – era di fatto, pur essendo di appena sei anni più anziano, il modello di riferimento di “The Chosen One”. Logico che il mondo del basket si preparasse ad a

Previsioni NBA: Clippers meglio degli Spurs, incetta di premi per i Warriors

Immagine
Steve Kerr e Steph Curry: quasi omonimi, entrambi campioni NBA V enti partite alla fine della regular seaso n sono tante, tantissime anche nella Nba, un campionato nel quale per vincere il titolo devi giocare da un minimo di 98 a un massimo di 110 volte. Siamo “appena” a tre quarti del campionato, e tanto a Est quanto a Ovest la lotta per conquistare i playoff è ancora apertissima. Eppure questa stagione incredibile, segnata dalla cavalcata dei Golden State Warriors appena cronometrati a 55 vittorie e 5 sconfitte e sempre in vantaggio di una partita sui Chicago Bulls del 95/96 che fissarono il record all time a 72 vinte-10 perse, ha già detto così tanto e da così tanti punti di vista che un “tagliando” si deve proprio fare. E visto che i pronostici non li sbaglia solo chi non si fa, azzardo tutto: dai tabelloni ai premi individuali. Ma siete avvisati, di solito non ne azzecco una nemmeno per la legge dei grandi numeri…

Macché Chicago, questi Warriors sono i Lakers dello "showtime"

Immagine
Klay Thompson e Stephen Curry all'All Star Game (gazzetta.it) L a pausa per l’All Star Weekend (ieri notte la partite delle stelle, sabato la sorprendente sconfitta di Steph Curry nella gara del tiro da tre ad opera dello “Splash Brother” Klay Thompson) è tradizionalmente il momento della stagione Nba deputato ai primi bilanci, sia da parte dei dirigenti delle singole squadre – anche perché a giorni scatta la trade deadline , ovvero il termine ultimo per operare degli scambi sul mercato – che da parte degli osservatori: favorite per il titolo, griglia playoff, delusioni iniziano a materializzarsi nei commenti degli addetti ai lavori anche perché, a rigore, manca appena una trentina di partite alla postseason .

Il genio di Nino Frassica e il pugno nello stomaco della nostra indifferenza

Immagine
Nino Frassica a Sanremo 2016 F accio outing : ho sempre pensato che Nino Frassica sia un genio. So che è relativamente facile affermarlo oggi, dopo la sua scioccante esibizione sanremese, ma è così. Sarà perché è messinese come me, un argomento che non posso far finta mi sia indifferente (anche se non penso, al riguardo, di essere miope né tantomeno cieco). Sarà perché ricordo ancora il suo esordio televisivo, Quaglia o non Quaglia , nel quale con il personaggio di Rino Quaglia prendeva in giro un altro programma cult di quel periodo: A squarciagola di Rino Piccione, un Funari ante litteram che mandava in diretta senza alcun filtro le telefonate dei telespettatori salvo poi finire per vomitare (e ricevere) insulti di ogni genere. Lo registravo su uno dei primi VHS per rivederlo insieme al mio migliore amico, una volta gli abbiamo persino telefonato chiedendogli se Rino fosse il diminutivo di… rinale (“orinale”, in italiano): rispose che sapeva dove abitavo ma che comunque non

All Star Game della NBA: se il Black Mamba divora… il Gallo

Immagine
Danilo Gallinari al tiro L o scandalo della mancata convocazione di Danilo Gallinari all’All Star Game della NBA non è una campanilistica rappresentazione dell’italico orgoglio ferito: certo, da queste parti avrà certamente fatto più sensazione che non negli Stati Uniti, ma le speranze di una sua chiamata tra le riserve dell’Ovest da parte degli allenatori delle altre squadre (non si può infatti votare per un proprio giocatore) avevano delle basi estremamente solide. Così come, a ben vedere, la sua esclusione ha delle motivazioni che con tutta evidenza non sono di natura tecnica.

Come Steph Curry cambierà il basket. E... come fermarlo (spoiler alert!)

Immagine
«N ella scorsa stagione lo avete votato Mvp con 24 punti di media a partita, come fate a non rivotarlo Steph Curry con Andre Iguodala, Mvp delle Finali 2015 (AP) quest’anno che ne sta facendo 30?». Il dubbio sollevato dal suo compagno di squadra Harrison Barnes, in tutta onestà, non ci tocca: Steph Curry, playmaker prodigio dei Golden State Warriors a caccia del record assoluto di vittorie nella Nba (72 con sole 10 sconfitte dei Chicago Bulls 1995/96), è un degnissimo candidato… unico al premio di miglior giocatore della Lega per il secondo anno consecutivo ma è anche, in un certo senso, la terza via del basket moderno.

Ardizzone, Conti Nibali e la preparazione H

Immagine
H o cercato di raccapezzarmi nella vicenda dell’imminente “duello all’OK Corral” tra Giovanni Ardizzone, presidente dell’Ars in quota Udc (probabilmente la persona migliore tra i politici provenienti dai partiti tradizionali epperò fratello di latte di quel Gianpiero D’Alia che, in questo legittimo erede di Pierferdinando Casini, ha raffinato fino alla perfezione la “politica dei due-tre-quattro forni”), ed Elio Conti Nibali, ormai soprannominato in pectore perché nell’amministrazione Accorinti è stato a un passo dal ricoprire pressoché qualunque ruolo e perché, di fatto, lo ricopre senza incarichi ufficiali (a meno che mi siano sfuggiti). Giovanni Ardizzone ed Elio Conti Nibali (www.tempostretto.it) Ho cercato, dicevo, ma non sono riuscito a capire nemmeno chi possa aver ragione in questa paradossale vertenza. A partire dall’antefatto: Conti Nibali – che Ardizzone definisce “ spin doctor di Accorinti” – indirizza alla Giunta comunale una nota con i "regali" dell