da "Gazzetta del Sud"
Il quinto live di XFactor ventiventuno coincide con il quarto giovedì di novembre, ovvero il giorno del Ringraziamento, e allora per correttezza iniziamo dal nostro personalissimo Thanksgiving: grazie XFactor per lo scambio di sguardi e di sorrisi tra la vincitrice della scorsa edizione Casadilego e il superospite Ed Sheeran sulle note proprio di Lego House, il momento più bello della serata. Grazie XFactor per aver mantenuto fino alla semifinale – più che altro per l’assenza di un vero fuoriclasse – un’incertezza sul nome del possibile vincitore che mancava da un po’. Grazie XFactor perché, dopo l’ennesima indigestione non di focaccia di granturco, patate dolci e torta di zucca, ma di inediti non sempre necessari, ci ha regalato la manche musicalmente più apprezzabile dell’intera edizione, con i produttori sul palco insieme a un ensemble di archi e sintetizzatori. Ma soprattutto, grazie XFactor per aver finalmente sacrificato il “tacchino”, anzi la tacchinella – visto come si muove – Nika Paris. (Timeout: nel commovente ma vano sforzo di essere politically correct, visto che oltre al Ringraziamento giovedì era la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ho cercato un sinonimo e ho scoperto che la tacchinella si chiama anche “dindetta”. Quindi ho subito pensato: “Cavolo, è uscita Nika Paris... Che dindetta!”). Anche se la figura del tacchino – già cotto – l’ha fatta principalmente il prof. dott. Ludovico Tersilli, che ha inanellato una serie di topiche e di momenti cringe da far rivoltare Cattelan nella tomba, e per “tomba” intendo la Rai.