Il trionfo di Sofia Tornambene (tg24.sky.it) |
Per la prima volta dai
tempi di Michele Bravi (voto 8 per come sta cercando di reagire alla
tragedia che lo ha visto involontario protagonista), quest’anno non vedevo l’ora
che XFactor finisse, e anche il prima possibile. Non perché lo show di Sky non
sia bellissimo, anzi: in effetti, in questa edizione numero 13 – la nona trasmessa
dalla piattaforma satellitare – la disponibilità pressoché infinita di risorse
e di tecnologia ha fatto fare allo spettacolo un ulteriore salto di qualità dal
punto di vista scenico e visivo. Ecco, paradossalmente è proprio questo il
problema che ha fatto mostrare la corda al talent più famoso del mondo: la
progressiva prevaricazione dell’aspetto visivo e spettacolare su quello più
strettamente musicale. Tanto che la finale è sembrata una specie di The last
Watch, il documentario sull’ultima stagione de Il trono di spade, con
Cattelan che non dà appuntamento alla prossima edizione, Simon Cowell presente
al Forum per capire perché gli ascolti siano andati così male, Mara Maionchi “orfana”
di concorrenti, scazzata e pronta alla pensione mentre gli altri giudici dopo
essersi scannati per due mesi sembrano tanti Babbi Natale.