Non
è certamente un caso che l’inedito del trionfatore di questa dodicesima edizione
di XFactor, il “cantautorapper” Marco Anastasio, si intitoli La fine del mondo. Perché – mutuando il
titolo dal brano dei Rem rifatto poi in italiano da Ligabue – quella che è
stata celebrata giovedì sera in un Forum di Assago rutilante di luci e suoni somiglia,
perlomeno, alla fine del “mondo XFactor” come lo conosciamo. Dopo l’addio annunciato
di Manuel Agnelli e quello, praticamente certo, di Fedez oltre all’incertezza sul
futuro di Lodo Guenzi («nessuno mi ha chiesto di restare»: chissà perché, Lodo?),
della megaproduzione che dovrà anche affrontare la questione del rinnovo
contrattuale tra Sky e Fremantle resta praticamente un cumulo di macerie con in
cima Mara Maionchi e l’immarcescibile Ale
Cattelan (voto bravo, 7+).
sabato 15 dicembre 2018
giovedì 22 novembre 2018
XFactor: dottore dottore, mi è venuta la Cherofobia
Martina canta Cherofobia alle audizioni (video.corriere.it) |
Non
so voi, ma quest’anno io in linea di massima aspettavo solo la puntata di stasera.
In un’edizione che si è dimostrata di alto livello ma soprattutto in un
programma che è stato attraversato dalla polemica cover-inediti, in particolare per le cover di Anastasio (che sono dei veri e propri inediti), è il
momento di capire se alle audizioni abbiamo tutti preso un abbaglio o se sì,
quel piccolo miracolo che si è visto quando Martina Attili ha attaccato Cherofobia si ripeterà, e se questo
pezzo crudo e autobiografico – scritto, non lo dimentichiamo, da una sedicenne –
che ha fatto saltare sulla sedia i quattro giudici e il pubblico diventerà non
tanto un successo (il che mi sembra abbastanza scontato: ha già 17 milioni di
visualizzazioni su YouTube) quanto un fenomeno di vendite e di costume.
mercoledì 14 novembre 2018
Politici fantastici e dove trovarli: Lolito Genovese, il traghettatore pontista
Francantonio e Luigi Genovese (stampalibera.it) |
Luigino,
Luigino, «figlio dell’amore» come cantava Venditti e come in tempi non sospetti
scriveva IlMaxFactor, ma cu cazzu ti
potta? Ero così tranquillo da quando avevo deciso di non scrivere più di
politica perché Cateno Laqualunque mi ha rubato il mestiere (avete visto, no?
Le spara così grosse che non puoi nemmeno farci satira, perché resti sempre un
passo indietro), mi dedicavo a XFactor, al basket NBA, tutt’al più al rettore
Cuzzocrea – frase che, solo a pronunciarla, mi proietta indietro nel 1955 che
nemmeno Marty McFly in Ritorno al futuro
– e invece dal nulla arriva lui, Lolito Genovese, e ci mette il carico
foresto: «Il ponte sullo Stretto è l’infrastruttura chiave per lo sviluppo di
Messina». Ma porca puttana, Luigino, stavo pure mangiando un prelibato prosciutto
di cinghiale di San Licandro... a momenti soffocavo!
domenica 4 novembre 2018
XFactor: bocciato il “lodo Lodo”, ora sedate Mara
Il fantastico Sting duetta con i concorrenti (style.corriere.it) |
Puntata
che lascia sentimenti contrastanti, questo secondo live di XFactor 12. Non fosse stato per questa rubrica, lo
confesso, avrei preferito vedere la replica dei Golden State Warriors su Nba
TV: innanzitutto perché con la puntata a tema (canzoni degli ultimi dodici mesi,
alcune le ho dovute cercare su YouTube perché proprio non le conoscevo) mi
aspettavo di farmi due... orecchie così, e poi perché la Dark Polo Gang
annunciata in pompa magna come super ospite mi aveva già fatto acquistare su
Amazon un kit per diventare sordo. E invece ho avuto almeno due sorprese,
fors’anche tre: una brutta, cioè che Amazon Prime è un pacco e il kit non è
arrivato in tempo, e due belle. Il livello complessivo delle esibizioni, molto
alto, e il quasi settantenne Sting che arriva sul palco, snocciola tre pezzi
che hanno venduto un miliardo di copie, si fa fare il coretto dai concorrenti
che potranno raccontarlo ai nipoti e va via così, algido, elegante e strafigo
come nessuno al mondo.
martedì 30 ottobre 2018
XFactor: fede in Fedez? No, io lodo Lodo
Il primo live di XFactor 2018 (xfactor.sky.it) |
Innanzitutto
una ferale notizia: ho scoperto che esiste un altro Max Factor. No, non the make-up of make-up artists, proprio
una rubrica su XFactor che reca lo stesso nome di questo blog (quasi, perché il
mio ha il in più e voglio dire, fa
tutta la differenza del mondo). La cura Massimo Del Papa su lettera43.it e siccome lui, se non
sbaglio, è un ex Mucchio Selvaggio,
dovrebbe essere parecchio più titolato dello scriba – cioè di me, per quelli
che non conoscono il vate Gianni Clerici – a commentare il talent musicale di
Sky (tanto che le sue “pagelle” sembrano proprio le mie, però lette al
contrario). Ma non disperate: al grido di «resistere, resistere, resistere»
IlMaxFactor è vivo e il giovedì sera in prime
time lotta insieme a noi.
lunedì 8 ottobre 2018
Università: nulla si (Cuzzo)crea, tutto si distrugge
Il rettore Salvatore Cuzzocrea (stampalibera.it) |
Nei
mesi scorsi, come ricorderà chi segue IlMaxFactor, commentavo
negativamente il fatto che alle elezioni per la carica di rettore
dell’Università di Messina fossero candidati il figlio dell’ex
ermellino Diego Cuzzocrea, Salvatore, e Francesco Stagno d’Alcontres,
nipote di un altro (mica tanto) Magnifico che legò – come il
successore – il suo nome, e quindi quello dell’Ateneo messinese,
a vicende tutt’altro che edificanti per un “tempio del sapere”.
Argomentavo di non aver nulla contro i due candidati, ma facevo
notare come il segnale lanciato al mondo accademico e non, da parte
di un’Università più volte travolta dagli scandali proprio
durante il rettorato d’Alcontres e quello Cuzzocrea, fosse per
certi versi inquietante. D’altra parte, il rettore uscente era
Pietro Navarra, figlio del “boss” di Medicina, Salvatore, e
nipote di un boss vero, il corleonese Michele, fatto uccidere da
Luciano Liggio nel 1958.
sabato 8 settembre 2018
XFactor: eccoci qua, nel cul de sac di Asia
Già
dal promo andato in onda fino al giorno delle audizioni (qui il link al video),
con le inquadrature “strategiche” del tavolo dei giudici e la reietta a lungo “impallata”
da un cameraman, si era intuito quale sarebbe stata la linea di XFactor sul
presunto scandalo sessuale che ha coinvolto Asia Argento, uno dei giudici di
questa edizione, che sarà sostituita per il live
dopo aver partecipato a tutta la fase delle selezioni fino agli Home Visit. Ma
vedere un compunto e contrito Alessandro Cattelan (voto 5) in camicia a tinta unita – ancorché lucida – arrabattarsi a
spiegare i motivi della separazione (peraltro ripetendo a pappagallo la
formuletta già recitata dal boss di Sky Italia, Nils Hartmann, alla
presentazione del programma) ha gettato un’ombra di tristezza sul talent più
scintillante della tv italiana, e a nulla sono serviti l’ammiccante filmato
introduttivo e il fantasmagorico look a pois
del conduttore.
domenica 2 settembre 2018
Politica: addio, Cateno crudele
«Io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite,
riflettori e paillettes delle televisioni,
alle urla scomposte di politicanti professionisti,
a quelle vostre glorie vuote da coglioni...»
(Francesco Guccini, Addio)
riflettori e paillettes delle televisioni,
alle urla scomposte di politicanti professionisti,
a quelle vostre glorie vuote da coglioni...»
(Francesco Guccini, Addio)
Cateno De Luca... infascia tricolore (stampalibera.it) |
Basta,
non ce la faccio. Sarà passato quanto, due mesi?, dall’elezione di Cateno Laqualunque
e già abbiamo chiaro cosa saranno questi cinque anni. (Se saranno cinque anni,
è chiaro.) Ricordate il giocattolo “Berlusconi Transformer” della trasmissione L’ottavo nano? La finta pubblicità della
Barbie-Silvio che, sbertucciando il “presidente operaio” di chissà quale
campagna elettorale, era proposta con abiti intercambiabili in funzione della
categoria di elettori da convincere (operaio, imprenditore, cardinale, comunista,
extracomunitario, dottore, giudice, 8 marzo: «Basta che lo voti e diventa
quello che vuoi»)?
domenica 1 luglio 2018
Politica: “Gott mit uns”, Cateno Laqualunque l’Unto del Signore
L'assessore Bergoglio in riunione di Giunta (da Facebook) |
venerdì 22 giugno 2018
Politica: Cateno Laqualunque, “pluriassolto” o “pluriprescritto”?
Cateno De Luca e Dino Bramanti (stampalibera.it) |
Cateno
De Luca, che lunedì diventerà sindaco di Messina stravincendo il ballottaggio
contro Dino “Dammi un Crodino” Bramanti, in uno degli ultimi comizi ha
replicato all’attacco di quest’ultimo (che gli dava del «pluriindagato e
pluriarrestato») definendosi «pluriassolto». Come sempre accade nel caso di
Cateno Laqualunque, bene che vada è una mezza verità: in particolare per quanto
riguarda l’ultimo dei tanti processi che il deputato regionale ha affrontato,
quello per il cosiddetto “sacco di Fiumedinisi”, anche se Cateno detesta quella definizione tanto da minacciare di querela
chiunque la utilizzi.
mercoledì 20 giugno 2018
NBA: LeBron magnifico perdente, ora la fine del mondo è più vicina
Steph Curry con il Larry O'Brien Trophy (KOIT.com) |
La sorpresa del 2016
non si è ripetuta, ma stavolta sarebbe stata ancora più incredibile rispetto ad
allora. I Golden State Warriors, la squadra più forte del pianeta, hanno
conquistato il loro terzo titolo in quattro anni (e su quello perso proprio nel
2016 andrebbe messo un bell’asterisco...) con un 4-0 in finale ai danni dei
Cleveland Cavaliers che ha inevitabilmente accelerato l’addio di LeBron James
alla franchigia di casa. Il secondo addio, per la precisione, perché già nel
2010 The King aveva annunciato in diretta tv di voler «portare i suoi talenti a
South Beach» scegliendo di andare ai Miami Heat. Allora furono polemiche e roghi
di magliette, oggi la separazione sarebbe molto meno cruenta perché nel
frattempo – sempre in quel 2016 che ormai sembra il punto in cui s’interrompe
il continuum tempo-spazio in Ritorno al futuro – LeBron ha saldato il
suo debito portando finalmente i Cavs al titolo.
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mercoledì 13 giugno 2018
Politica: Cateno Laqualunque, il Goebbels dietro il giullare
buffóne1 s. m. (f. -a, non
com.) [prob. der. di buffa1 «burla,
scherzo»]. – 1. Nell’antichità, ma spec. nel Medioevo e
nel Rinascimento, uomo (assai più raramente donna) che aveva il compito di
rallegrare con i suoi lazzi i signori, di cui era spesso anche il
consigliere: i b. di corte.
(Vocabolario Treccani)
Cateno De Luca suona la zampogna (stampalibera.it) |
Cateno
De Luca, prossimo sindaco di Messina, è un buffone. No, non è un insulto: ho
premesso a queste righe la definizione del vocabolario Treccani proprio per
chiarire il senso di quanto affermo, ad uso persino del suo elettorato. Cateno
De Luca è un buffone perché questa è la sua tattica, il suo modo di far passare
un messaggio che non ha nulla di serio ma che serve piuttosto a divertire, a
intrattenere, a non far pensare l’uditorio alle castronerie che sta magari dicendo,
a portarlo dalla propria parte e a fargli credere praticamente qualunque cosa.
lunedì 23 aprile 2018
Elezioni: enigma 10 giugno, sarà Ancorinti o... Rancorinti?
Nella
mia vita ho sbagliato più di novemila tiri,
ho
perso quasi trecento partite, ventisei volte
i
miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo
e
l’ho sbagliato. Ho fallito molte volte.
Ed
è per questo che alla fine ho vinto tutto.
(Michael
Jeffrey Jordan)
Le Amministrative viste dal genio di Lelio Bonaccorso |
E così, il momento è
arrivato (come recitava lo slogan vincente di Renato Accorinti alle elezioni
del 2013, inventato da un creativo a dir poco geniale). IlMaxFactor ha passato
in rassegna tutti i candidati a sindaco che saranno/non saranno/potrebbero
essere/sarebbe meglio che non fossero in corsa il prossimo 10 giugno: Dino
“dammi un Crodino” Bramanti, Antonio Simpatia Saitta, Catino De Luca, Pippo
Merendina (Trischitta, per i meno attenti), San Daniele Famulari Zuccarello,
odo Emilia Barrire,
quellodelmovimento5stellechenonmiricordoilnometantocontailsimbolo. Manca qualcuno? Eh sì, che manca qualcuno.
lunedì 9 aprile 2018
Elezioni, la Messina peggiore: "Voi per pezzo uno scritto ho"
Gli ultimi sviluppi della campagna elettorale mi ricordano
un bellissimo brano dello Stato Sociale, contenuto nell’album L’Italia peggiore, che si intitola Te per canzone una scritto ho. «Ho scritto una canzone per te / Ma non
questa, un’altra / Non me la ricordo più» canta Lodo, il leader del
gruppo bolognese, e poi: «E i tuoi
occhi lontani dal rumore di una canzone più bella / Molto più bella di così / Che
non ricordo, non ricordo più» (qui il link alla versione live con Brunori Sas, un po’ meravigliosa un po’ cazzona). Ecco, la
vorticosa variabilità di candidature, accordi, dimissioni e ritorni nei ranghi
di questi ultimi giorni ha messo IlMaxFactor in una situazione analoga: avevo
scritto un pezzo, «molto più bello di così», ma è diventato vecchio prima
ancora che lo finissi. D’altra parte, quando la realtà supera la fantasia anche
la satira – visto che abbiamo la presunzione di definirla tale – deve rincorrere.
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martedì 3 aprile 2018
Elezioni: Luigino e l’orco Trischitta. E Cateno è un candidato… del CAS
Luigi Genovese sotto l'ala di Miccichè (corriere.it) |
Due mesi o poco più alle
elezioni amministrative, e già – direbbero Gino e Michele – Saigon era
Disneyland a confronto. Pensavate di aver visto tutto cinque anni fa, con la
vittoria a Risiko del “sindaco scalzo” Renato Accorinti contro le armate
genovesiane? Pfui. Da qui al 10 giugno sarà guerra termonucleare globale, come
in Wargames (per il millennial Luigino Genovese: un film di
grandissimo successo del 1983 con Matthew Broderick, che all’epoca doveva avere
più o meno la tua età).
mercoledì 21 marzo 2018
Meo Sacchetti: «La Nazionale? Un fulmine a ciel sereno. Capo, una vittoria per rilanciarsi»
Sacchetti tra Petrucci e Messina (repubblica.it) |
Romeo Sacchetti è il classico uomo di
basket. E’ vero che non vorresti incontrarlo in un vicolo al buio – se non per
un alley-oop – perché è alto due
metri, largo altrettanto nonostante di recente sia parecchio dimagrito, e con
un’aria vagamente truce che sconsiglia di contraddirlo; ma sotto il baffo c’è
un grande cuore, come sanno i tifosi di Capo d’Orlando dove Meo – diminutivo
che è diventato un marchio – ha esordito in panchina nella massima serie in un’annata
irripetibile. C’è l’umiltà dell’uomo di basket, quella mancanza di spocchia che
distingue ad esempio i cestisti dai calciatori (provateci voi, ad avere a che
fare con un qualsiasi giocatore di Lega Pro), quella disponibilità innata che
non viene meno “semplicemente” perché sei l’allenatore della Nazionale. E così,
Meo si presta di buon grado a rispondere alle domande de IlMaxFactor. Certo,
non a tutte; perché al delirio non si risponde. E’ la regola.
giovedì 15 marzo 2018
Politica: è il momento di Cateno. Con lo slogan copiato da Accorinti
Mimmo Scafazza, candidato sindaco degli autori di "Cafon Street" |
Archiviate mooolto velocemente le Politiche – le
prime elezioni della storia che, già prima che venissero celebrate, si sapeva che
non sarebbero servite a un cazzo – la città di Messina si prepara al test, ben
più importante, delle Amministrative del prossimo 10 giugno. I candidati
fioccano come la neve nella campagna di Russia (e no, Micciché stavolta non
c’entra), gli schieramenti si muovono in una sorta di Risiko, i “generali”
definiscono strategie e truppe da mettere in campo... e meno male che abbiamo
il sindaco pacifista!
martedì 6 marzo 2018
Politica: Silvio è morto, Matteo pure e neanch’io mi sento tanto bene
Come ha votato l'Italia (ilsecoloxix.it) |
«Amici, Romani,
concittadini, prestatemi orecchio;
io vengo a seppellire la sinistra, non a lodarla.
Il male che gli uomini fanno sopravvive loro,
il bene è spesso sepolto con le loro ossa;
e così sia della sinistra.»
(da W. Shakespeare, Giulio Cesare)
io vengo a seppellire la sinistra, non a lodarla.
Il male che gli uomini fanno sopravvive loro,
il bene è spesso sepolto con le loro ossa;
e così sia della sinistra.»
(da W. Shakespeare, Giulio Cesare)
Cosa
direste di un mondo nel quale destra e populisti hanno il 70 per cento dei
voti, dove basta definirsi “di sinistra” per evaporare in pochi secondi, dove la
scelta per l’indicazione del presidente del Consiglio è tra uno che voleva
andare a governare con le ruspe e uno che da anni conduce una lotta senza
quartiere alle lobby del congiuntivo? Beh, fatevi un’idea in fretta perché quel
mondo è l’Italia.
sabato 3 marzo 2018
Un amore esemplare: ultime notizie da Daniel Pennac
Daniel Pennac davanti al Teatro Vittorio Emanuele (ph. Enrico Di Giacomo) |
Abbiamo lasciato
Benjamin Malaussène appena liberato da Rabdomant dopo essere stato arrestato
per il sequestro dell’uomo d’affari Jacques Lapietà – rapito invece dal figlio
di Ben, Monsieur, e dai nipoti Nange e Mara; ma se uno è capro espiatorio di
professione, figuriamoci se non si porta il lavoro a casa – ne Il caso Malaussène. Mi hanno mentito, nel
quale ha ripreso dopo vent’anni il ciclo di Belleville, e ritroviamo il suo
creatore Daniel Pennac sul palcoscenico del Teatro Vittorio Emanuele, impegnato
a raccontarci tra ricordo, fumetto e barriere linguistiche la storia d’amore di
Jean e Germaine Bozignac in Un amore
esemplare.
venerdì 2 marzo 2018
Bestiario elettorale: dài Picciolo, ora basta anestetico!
Cribbio, con tutta questa plastica non riesco ad aprire gli occhi... (liberoquotidiano.it) |
Ultimissimi giorni di
campagna elettorale prima del voto del 4 marzo che riconsegnerà il Paese nelle
mani di Silvio Berlusconi e tutti contenti. Perché in fondo è giusto: abbiamo
provato governi di tutti i partiti, di destra e di sinistra, per non parlare di
quelli tecnici (la cui tecnica era dissanguarci in modo da farci tornare a
sperare nella politica), abbiamo provato la prima e la seconda Repubblica,
proviamo anche questo simpatico imprenditore un po’ morto di figa che si è
fatto da sé – con l’aiuto del chirurgo plastico, certo – e che sicuramente,
visto che è ricchissimo, sa come risollevare il Paese. Con la pompetta, ovvio.
venerdì 23 febbraio 2018
Università: le parole sono importanti. Ma anche i nomi
Stat rosa
pristina nomine,
nomina nuda
tenemus.
(U. Eco, da Bernardo di Cluny)
“Trend
negativo”? Io non ho detto questo.
Le parole sono importanti!
(Nanni Moretti, Palombella rossa)
Le parole sono importanti!
(Nanni Moretti, Palombella rossa)
L'Università di Messina (stampalibera.it) |
Il tempio del sapere. E’
una delle definizioni classiche dell’Università: luogo in cui viene non solo
insegnato ma coltivato e preservato, dove il linguaggio è sacro, dove le parole
sono importanti. Perché sì, «le parole sono importanti», lo dice anche Nanni
Moretti e non a caso: le parole hanno un peso, attribuiscono al concetto
sfumature e anche significati diversi, lo ravvivano o lo ammorbidiscono. Ma
anche i nomi, che sono le parole per eccellenza – quelle che ci identificano,
che dicono chi siamo e da dove veniamo – sono importanti. Sono segnali,
messaggi, affermazioni di sé.
sabato 17 febbraio 2018
NBA: ecco chi NON vincerà i premi stagionali
L’All Star Game di
questo weekend allo Staples Center di Los Angeles (a proposito, pollice verso
per la nuova formula che sostituisce il tradizionale Est contro Ovest con la
scelta dei giocatori da parte dei capitani, come al campetto) mette in pausa
una stagione che nelle attese sarebbe stata di transizione verso la nuova serie
de Il principe di Bel-Air con LeBron
James al posto di Will Smith, e invece ha già fornito materiale per scrivere un
centinaio di libri.
lunedì 12 febbraio 2018
Bestiario elettorale: Urania l’uccellatrice e l’asino del Pd
Quel che resta del Pd si presenta (gazzettadelsud.it) |
Uffa,
proprio quando iniziavamo a divertirci Pietro Navarra ha finalmente assunto un
addetto stampa per la campagna elettorale – persino uno bravo, come da
potenziali elettori del Pd (...) gli avevamo consigliato – e così lo spasso è
finito prima di cominciare. Il rettore dimissionario parte ormai alla pari con
gli altri candidati alle Politiche del 4 marzo; non quanto a possibilità di
essere eletto, ma di comparire assiduamente su IlMaxFactor, che ora deve
occuparsi di tutti per davvero. Uffa.
giovedì 1 febbraio 2018
Politica: trovate un addetto stampa a Navarra!
Pietro Navarra e Rosario Crocetta (strettoweb.com) |
Sono sincero: ero già
proiettato sulle Amministrative di maggio. Su Cateno De Luca che vuol fare un
casinò a Palazzo Zanca solo per impedire l’ingresso ad Accorinti e Trischitta,
visti i problemi che entrambi hanno con le giacche; su Trischitta stesso che dà
dello straccione a Cateno perché si è inventato il crowdfunding per la campagna elettorale (cioè tu lo finanzi e lui
si becca l’indennità); o ancora su San Daniele Zuccarello che, con quel nome da
sfoglietta al prosciutto, posta video su Facebook anziché rilasciare interviste
perché vuol farle a tutti costi al telefono a… gettoni.
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