«Guai a chi vìola l'ordine dell'astinenza!». De Luca s'è dissolto. S'è liquefatto. Sta male. Malissimo. Immagina triangoli erotici su barche nello Stretto, amplessi di coppia o in gruppo in spiaggia, o tra scogli, lungo i crinali della città. E minaccia multe a chi si «abbraccia», vieta la «pesca romantica», non consente «baci», intima «astinenza al cubo».
mercoledì 29 aprile 2020
lunedì 27 aprile 2020
SOSTIENE PEREIRA: la "fase 2" di Cateno, dalla zampogna al clarinetto
Logorato dalle sue urla, eroso dalla
sue invettive, sgretolato dalle smentite, tormentato dal suo nonnulla, Cateno -
sfiancato - finge di concedersi una tregua. In realtà deve solo
disintossicarsi... E preparare la "fase 2".
Sfibrato, manda in avanscoperta, complici giornalisti
tanto al chilo (ti faccio un'intervista, mi offri la cena), l'Arisme di
Marcello Scurria, ipotizzando un caso di coronavirus in una delle 2500 favelas messinesi
ad oggi immuni dal Covid-19, e non si capisce perché domani dovrebbero esserne
colpite. Fa presagire occupazioni di alberghi e "B&B",
alimentando speranze di economie in segmenti commerciali borghesi in grande
sofferenza.
Esaurito il copione indirizzato alle pance fobiche
- «questa è una guerra», «vi
lancio i droni», «nessuno esca da casa, ve lo ordina il vostro sindaco», «io rustu
a casa», «dallo Stretto non si passa»: ordinanze cassate e invettive "sfanculate"
- Cateno ha l'esigenza di rivolgersi ad altri segmenti di città. Seguiranno i
"pastoni" lanciati con lenza corta a liberi professionisti,
commercianti, ristoratori e aperitivisti, cui prometterà suolo pubblico illimitato,
l'azzeramento dei tributi locali e l'impegno di contributi a chicchessia. Il
bluff durerà tre anni, se la prenderà con Stato e Regione che non gli
permettono di liberare risorse, poi si candiderà alla presidenza della Regione
Siciliana, sarà ancora una volta sconfitto e urlerà alla congiura dei poteri
forti, non senza aver cercato di lanciare un ascaro nella corsa a sindaco di
Messina.
La "fase 2" di Cateno è già iniziata: la Vara? «Potremmo
celebrarla il 15 settembre». Nessuno che gli abbia detto, guarda che da alcuni
secoli si tiene e Ferragosto. Conscio della castroneria - perché lui ai
messinesi la Vara la vuole dare, fosse anche a Natale - corregge il
tiro: «È una ipotesi, sulla materia decide la Chiesa». Ma allora,
perché non tacevi?
La Chiesa, attraverso il moderato arcivescovo Accolla, ha inferto a Cateno
lo schiaffo più doloroso: «Sei zallo e silenzia i megafoni», è stato
il giudizio tranciante e volto a cloroformizzare auto moleste in giro per la
città che diffondevano la voce del guitto di Fiumedinisi che intimava ai
messinesi, in prossimità della Pasquetta, di «rustiri per i cazzi loro».
Per come vede la vita Cateno, che porta il Rosario al polso, uno schiaffo
molto più doloroso di quello che gli hanno inferto in serie la prefetta, il
gruppo Franza, il governatore Musumeci, la ministra dell'Interno Lamorgese, il
Consiglio di Stato, il presidente emerito della Corte Costituzionale Gaetano
Silvestri, il governo Conte. Quel «sei zallo» dell'arcivescovo su
Cateno ha avuto l'effetto che ebbe su George Foreman il jab destro che gli
scagliò Muhammad Ali a Kinshasa, mandandolo a terra all'ottavo round, con il
sovrappiù del dileggio di Malcom X.
Cateno ha quindi bisogno di una exit strategy, e una new
strategy, per continuare a urlare nella "fase 2". Ma nel weekend
non potrà andare a caccia di messinesi nei bordelli perché i bordelli sono
tutti chiusi. Cosa farà allora? Sguinzaglierà dal 4 maggio i
vigili-Gestapo e l'assessore mascellona Musolino per verificare che fuori
dai locali, frattanto aperti, sia rispettato il distanziamento sociale. Tutto
qui, "pubbirazzu", come al solito. E farà una conferenza stampa
per dire che ha salvato Messina dal coronavirus.
Ma se c'è una cosa che a Cateno non posso perdonare, è
di aver imbracciato un clarinetto e suonato Bella Ciao il 25
aprile. Bella Ciao è una cosa seria. In tutto il mondo. È il
simbolo planetario delle Resistenze. E tu sei un bluff!
Cateno, quel grido di pietà e di libertà non ti appartiene.
Non è nella tua storia, non è nel tuo Dna. Quel che hai fatto è
vilipendio. E poi il clarinetto non è una zampogna, va tenuto con
delicatezza, al clarinetto si sussurra, non gli si soffia dentro come a una
pelle di capra. Il clarinetto va baciato, e tu non sai baciare. Ma solo
urlare, tutt'al più sparare alle nuvole.
Antonio Pereira
P.S.: Sostiene di chiamarsi Antonio Pereira, di essere
un discendente del giornalista del Lisboa protagonista
del romanzo di Tabucchi. Sostiene di avermi conosciuto in un giorno
d’estate. «Una magnifica giornata d’estate, soleggiata e ventilata, e
Lisbona sfavillava». Solo che io non sono mai stato a Lisbona, quindi immagino
che menta. E’ un uomo di età ormai avanzata, che ha problemi di cuore e la
pressione alta. Un ex giornalista di cronaca nera al quale è stata affidata la
pagina culturale del giornale. Ora, essendo piuttosto anziano e poco
avvezzo all’uso dei social (né gli interessa), Antonio Pereira
non ha un blog e mi ha chiesto di ospitare periodicamente le sue riflessioni.
sabato 25 aprile 2020
Catenovirus 5: Pensavo fosse un drone... invece era un calesse
Il sofisticato sistema di avviamento dei droni (stampalibera.it) |
Mattina di qualche giorno fa, sono a casa – manco a dirlo – quando
squilla il telefono. Numero anonimo. Una voce molto gentile, che mi sembra
appartenere a una signora di una certa età, mi chiede: «Il signor Massimiliano
Passalacqua?» «Sono io», rispondo sospettoso, «di che si tratta?» «Sa, noi
siamo Testimoni di Geova», mi spiega. «Stiamo chiamando numeri presi a caso dall’elenco
telefonico per condividere qualche riflessione sul Vangelo». Trascorso qualche
secondo – necessario per riavermi dallo stupore – e non prima di aver
ringraziato per il pensiero, rivelo che non sono credente e che quindi potrebbe
utilizzare quel tempo con più costrutto chiamando qualcun altro. La voce non si
scompone e, sempre con grande garbo, mi augura una buona giornata.
venerdì 17 aprile 2020
Catenovirus 4: “Weekend con il morto”
Il corteo funebre per Rosario Sparacio (stampalibera.it) |
Vigliacchi.
Tutti contro Cateno siete, ora. Dal Governo che vuole deporlo con un’operazione
sotto copertura ordita dalla CIA (ormai giochiamo a chi la spara più grossa,
no? Tanto vince sempre lui...), al Prefetto che si trova la mail invasa da
proteste, richieste di intervento, raccolte di firme e sta iniziando a capire
che rischia il posto se non si dà da fare per arginare il sinnico, fino
all’arcivescovo che se l’è presa per la Santa Pasqua a suon di... cazzi
augurata dai megafoni (invito apprezzato, pare, da molte matrone messinesi e
anche da qualche sacerdote).
mercoledì 15 aprile 2020
SOSTIENE PEREIRA: Cateno vs. Santino Ciolla
lunedì 13 aprile 2020
SOSTIENE PEREIRA: Elogio del distanziamento (a)sociale
Sostiene di chiamarsi Antonio Pereira, di essere un discendente del giornalista del Lisboa protagonista del romanzo di Tabucchi. Sostiene di avermi conosciuto in un giorno d’estate. «Una magnifica giornata d’estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava». Solo che io non sono mai stato a Lisbona, quindi immagino che menta. E’ un uomo di età ormai avanzata, che ha problemi di cuore e la pressione alta. Un ex giornalista di cronaca nera al quale è stata affidata la pagina culturale del giornale. Ora, essendo piuttosto anziano e poco avvezzo all’uso dei social (né gli interessa), Antonio Pereira non ha un blog e mi ha chiesto di ospitare periodicamente le sue riflessioni.
Io credo che
quello che viene definito in modo fuorviante ed erroneo come “distanziamento
sociale”, e che in realtà è solo un “distanziamento fisico”, sia comunque una
gran cosa. Un regalo di questa emergenza sanitaria, alla stregua dei posti di
terapia intensiva che in fretta e furia è stato necessario allestire per
fronteggiarla, e che spero non vadano perduti in via strutturale. I cinquemila originari non erano – né
potevano esserlo – sufficienti, ma non potevamo saperlo, sebbene a governanti
di buon senso potesse sorgere un sospetto ma erano troppo impegnati a occupare
politicamente la sanità, specie dalle nostre parti. Realtà che ci ha fatto
arrossire di fronte ai ventottomila posti in Germania: nazione che accoglie a
braccia aperte dall'Italia medici e infermieri.
venerdì 10 aprile 2020
SOSTIENE PEREIRA: Il Cateno che è in lui, il Cateno che è in voi
Sostiene di
chiamarsi Antonio Pereira, di essere un discendente del giornalista del Lisboa
protagonista del romanzo di Tabucchi. Sostiene di avermi conosciuto in un giorno d’estate. «Una magnifica
giornata d’estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava». Solo che io
non sono mai stato a Lisbona, quindi immagino che menta. E’ un uomo di età
ormai avanzata, che ha problemi di cuore e la pressione alta. Un ex giornalista
di cronaca nera al quale è stata affidata la pagina culturale del giornale. Ora, essendo piuttosto anziano e poco avvezzo all’uso
dei social, Antonio Pereira non ha un blog e
mi ha chiesto di ospitare periodicamente le sue riflessioni.
giovedì 9 aprile 2020
Catenovirus 3, il Molleggiato: “40 milioni di c….te”
Il "Molleggiato" Cateno Celentano (stampalibera.it) |
Dal
sinnico
di Messina, Cateno De Luca, riceviamo e pubblichiamo:
Caro
IlMaxFactor, così proprio non ci siamo. Anche l’ordinanza che permette di
attraversare lo Stretto soltanto su prenotazione, come devi fare in discoteca
se vuoi il tavolo e la bottiglia, è andata. Sarà durata sette-otto minuti, già la
sera prima che entrasse in vigore il Consiglio di Stato aveva espresso parere
negativo su richiesta di quella... di quella… sì, di quella “ministra” della
Lamorgese. Addirittura incostituzionale, me l’hanno definita questi precisini.
E dire che era così ben fatta, così argomentata... me l’aveva detto pure Dafffne,
che sostiene di essere avvocato: “Sinnico, siamo in una botte di ferro!”
Sì, chi ’gghiova…
venerdì 3 aprile 2020
Catenovirus 2, il sequel: “L’attacco dei droni”
A sinistra, la vittima (foto Enrico Di Giacomo) |
E così, a Messina
abbiamo anche la prima vittima indiretta del Coronavirus. E’ l’interprete delle
dirette Facebook di Cateno nella lingua dei segni, che a forza di mimare gesti
e sproloqui del sindaco più barbaradurso della storia è stata colta da un
attacco di epilessia rivelatosi fatale. Crollata al suolo durante l’ennesima
maratona video da far impallidire Mentana, è stata rimossa in diretta da un
inserviente in guanti e mascherina e subito sostituita. Con Dafffne.
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