mercoledì 21 marzo 2018

Meo Sacchetti: «La Nazionale? Un fulmine a ciel sereno. Capo, una vittoria per rilanciarsi»

Sacchetti tra Petrucci e Messina (repubblica.it)

Romeo Sacchetti è il classico uomo di basket. E’ vero che non vorresti incontrarlo in un vicolo al buio – se non per un alley-oop – perché è alto due metri, largo altrettanto nonostante di recente sia parecchio dimagrito, e con un’aria vagamente truce che sconsiglia di contraddirlo; ma sotto il baffo c’è un grande cuore, come sanno i tifosi di Capo d’Orlando dove Meo – diminutivo che è diventato un marchio – ha esordito in panchina nella massima serie in un’annata irripetibile. C’è l’umiltà dell’uomo di basket, quella mancanza di spocchia che distingue ad esempio i cestisti dai calciatori (provateci voi, ad avere a che fare con un qualsiasi giocatore di Lega Pro), quella disponibilità innata che non viene meno “semplicemente” perché sei l’allenatore della Nazionale. E così, Meo si presta di buon grado a rispondere alle domande de IlMaxFactor. Certo, non a tutte; perché al delirio non si risponde. E’ la regola.

giovedì 15 marzo 2018

Politica: è il momento di Cateno. Con lo slogan copiato da Accorinti

Mimmo Scafazza, candidato sindaco degli autori di "Cafon Street"

Archiviate mooolto velocemente le Politiche – le prime elezioni della storia che, già prima che venissero celebrate, si sapeva che non sarebbero servite a un cazzo – la città di Messina si prepara al test, ben più importante, delle Amministrative del prossimo 10 giugno. I candidati fioccano come la neve nella campagna di Russia (e no, Micciché stavolta non c’entra), gli schieramenti si muovono in una sorta di Risiko, i “generali” definiscono strategie e truppe da mettere in campo... e meno male che abbiamo il sindaco pacifista!

martedì 6 marzo 2018

Politica: Silvio è morto, Matteo pure e neanch’io mi sento tanto bene



Come ha votato l'Italia (ilsecoloxix.it)
«Amici, Romani, concittadini, prestatemi orecchio;
io vengo a seppellire la sinistra, non a lodarla.
Il male che gli uomini fanno sopravvive loro,
il bene è spesso sepolto con le loro ossa;
e così sia della sinistra.»
(da W. Shakespeare, Giulio Cesare)

Cosa direste di un mondo nel quale destra e populisti hanno il 70 per cento dei voti, dove basta definirsi “di sinistra” per evaporare in pochi secondi, dove la scelta per l’indicazione del presidente del Consiglio è tra uno che voleva andare a governare con le ruspe e uno che da anni conduce una lotta senza quartiere alle lobby del congiuntivo? Beh, fatevi un’idea in fretta perché quel mondo è l’Italia.

sabato 3 marzo 2018

Un amore esemplare: ultime notizie da Daniel Pennac

Daniel Pennac davanti al Teatro Vittorio Emanuele (ph. Enrico Di Giacomo)

Abbiamo lasciato Benjamin Malaussène appena liberato da Rabdomant dopo essere stato arrestato per il sequestro dell’uomo d’affari Jacques Lapietà – rapito invece dal figlio di Ben, Monsieur, e dai nipoti Nange e Mara; ma se uno è capro espiatorio di professione, figuriamoci se non si porta il lavoro a casa – ne Il caso Malaussène. Mi hanno mentito, nel quale ha ripreso dopo vent’anni il ciclo di Belleville, e ritroviamo il suo creatore Daniel Pennac sul palcoscenico del Teatro Vittorio Emanuele, impegnato a raccontarci tra ricordo, fumetto e barriere linguistiche la storia d’amore di Jean e Germaine Bozignac in Un amore esemplare.

venerdì 2 marzo 2018

Bestiario elettorale: dài Picciolo, ora basta anestetico!

Cribbio, con tutta questa plastica non riesco ad aprire gli occhi... (liberoquotidiano.it)

Ultimissimi giorni di campagna elettorale prima del voto del 4 marzo che riconsegnerà il Paese nelle mani di Silvio Berlusconi e tutti contenti. Perché in fondo è giusto: abbiamo provato governi di tutti i partiti, di destra e di sinistra, per non parlare di quelli tecnici (la cui tecnica era dissanguarci in modo da farci tornare a sperare nella politica), abbiamo provato la prima e la seconda Repubblica, proviamo anche questo simpatico imprenditore un po’ morto di figa che si è fatto da sé – con l’aiuto del chirurgo plastico, certo – e che sicuramente, visto che è ricchissimo, sa come risollevare il Paese. Con la pompetta, ovvio.