Bestiario elettorale: dài Picciolo, ora basta anestetico!
Cribbio, con tutta questa plastica non riesco ad aprire gli occhi... (liberoquotidiano.it) |
Ultimissimi giorni di
campagna elettorale prima del voto del 4 marzo che riconsegnerà il Paese nelle
mani di Silvio Berlusconi e tutti contenti. Perché in fondo è giusto: abbiamo
provato governi di tutti i partiti, di destra e di sinistra, per non parlare di
quelli tecnici (la cui tecnica era dissanguarci in modo da farci tornare a
sperare nella politica), abbiamo provato la prima e la seconda Repubblica,
proviamo anche questo simpatico imprenditore un po’ morto di figa che si è
fatto da sé – con l’aiuto del chirurgo plastico, certo – e che sicuramente,
visto che è ricchissimo, sa come risollevare il Paese. Con la pompetta, ovvio.
No, non sono ubriaco e
non ho fatto uso di stupefacenti, come si è giustificato Beppe Picciolo per
quel video nel quale annuncia che il Pd è in vantaggio nel collegio uninominale
per il Senato (quello in cui candida Fabio D’Amore), con tanto di clacson dal
film Il Sorpasso che è diventato così virale da girare su WhatsApp come
suoneria per il telefonino. Ora, al di là del fatto nei collegi messinesi – sia
alla Camera che al Senato – il Pd è terzo e staccato dai candidati di
centrodestra e M5S (Matilde Siracusano in leggero vantaggio su Francesco D’Uva,
più netto quello di Urania “Papagena” Papatheu su Grazia D’Angelo), è un fatto che
un dentista abbia facile accesso ad anestetici che, se usati in grande
quantità, potrebbero anche avere effetti allucinogeni. Insomma, candidato
Picciolo: basta con mepivacaina e articaina à
go-go, ti fanno male. E poi Il
Sorpasso finisce con uno schianto...
Picciolo è secondo al
plurinominale per il Senato, con chances
di elezione se non ci sarà l’annunciata catastrofe del partito di Renzi.
Nessuna speranza per D’Amore, che nel “listino” è al quarto posto, mentre alla
Camera l’ex rettore Navarra potrà consolarsi della batosta all’uninominale
raggiungendo Montecitorio grazie alla sicura elezione di Maria Elena Boschi nel
suo collegio altoatesino, praticamente l’unico sicuro in tutta Italia per il Pd
grazie all’alleanza con la Svp, e alla conseguente rinuncia (obbligata) al
seggio in quanto capolista nella circoscrizione siciliana. Insomma, Navarra
diventerà deputato entrando dalla porta di servizio, ma una volta dentro chi si
ricorderà del fatto che ha preso il 20 per cento?
Matilde con Silvio e accanto papà (?) Salvatore (stampalibera.it) |
Stupisce, stupisce
tantissimo la probabile vittoria di Matilde Siracusano nel collegio uninominale
della Camera. E stupisce ancora di più il fatto che la 33enne Miss Forza Italia
mancata sia davvero la figlia di Sabbaturazzu:
una notizia che ha fatto fare un salto indietro di secoli alle teorie sul DNA. Perché
diciamolo, tra questi due individui almeno un anello di congiunzione (per non
dire sei gradi di separazione) ci deve pur essere. Il momento più alto della
sua campagna elettorale è stato quando in tv ha sostenuto che l’idea della
“flat tax” contenuta nel programma del centrodestra è di Friedman; allora
Navarra ha osservato che il premio Nobel Milton Friedman non ha mai sostenuto
una “flat tax” e in più è morto da una dozzina d’anni, ma Matilde ne è uscita
alla grande: «Parlavo di Alan Friedman». Cioè, il programma economico se lo
fanno fare da Ollio. Peccato che anche il giornalista americano, in una intervista,
si sia detto contrario alla “flat tax”. Ma con Mara Carfagna in pole position per un Ministero non è che
ci dobbiamo scandalizzare tanto di vedere Matilde Siracusano onorevole. Abbiamo
visto di peggio, voglio dire. (MODE maschio Alpha OFF)
Direte voi: Ah, sì?
Abbiamo visto di peggio? E cosa? Ma Urania Papagena Papatheu, signori. Che in
quella immortale intervista a La Sicilia
già citata nel precedente “bestiario” (qui il link) si lagnava di non essere
stata inserita dalla stampa non amica nel novero delle candidate di Forza
Gnocca. Perché «io sicuramente gnocca lo fui, e un po’ lo sono ancora. Non mi
crede?», ha fatto le fusa davanti al povero Mario Barresi che ha chiesto
immediatamente asilo politico in Grecia. L’ex commissario della Fiera,
fedelissima di Micciché (l’uomo del 61-0 alle Politiche del 2001, quando Forza
Italia poteva candidare persino un cane sapendo che sarebbe stato eletto, e in
molti collegi lo ha fatto), archiviate – da lei più che dalla giustizia – le
vicende giudiziarie, torna in... pista – visto che parliamo di Micciché – in un
collegio “blindato” e con la certezza di essere eletta. Ora, quale sia il
criterio di selezione della classe dirigente di FI lo sappiamo da tempo, ma qui
siamo in pieno Bismarck: «La politica è l’arte del possibile», e a volte anche
dell’impensabile. Però sono sincero: più che della sua candidatura, mi
preoccuperei del fatto che la gente la voterà. Bau.
Beppe Grillo con Renato Accorinti (linkiesta.it) |
Con il Pd praticamente
morto e sepolto, sarà il Movimento 5 Stelle a contendere al centrodestra
l’incarico per la formazione del Governo. Almeno formalmente, perché i grillini
(attestati sul 29 per cento secondo i sondaggi) non hanno alcuna possibilità di
raggiungere la maggioranza dei seggi in Parlamento, e di alleanze non vogliono
sentir parlare neanche tra di loro. Cioè, Di Battista appena ha saputo che Di
Maio era candidato premier ha lasciato la politica, per capirci. E lui ne sa
più di noi... Ad ogni modo, tra promesse elettorali che fanno a gara con quelle
di Berlusconi, bonifici dei rimborsi fatti e poi revocati, massoni e pure
qualche indagato nelle liste, vedo che finalmente si sono ambientati nella
politica italiana. Sono stati il primo partito in città alle Regionali (non in
provincia, dove FI è addirittura la targa di alcuni paesi) ma rischiano di
dover ricorrere all’odiato plurinominale per mandare a Roma qualche
rappresentante messinese. E in più, queste Politiche giocate con regole fatte
apposta per penalizzarli costituiscono il banco di prova per le imminenti
Amministrative, alle quali il M5S dovrà cercare di cancellare il misero 3 per
cento messo insieme nel 2013 dopo che Grillo in persona rifiutò di allearsi con
Renato Accorinti per una questione di simbolo. Troveranno un modo, anche
elaborato, per perdere di nuovo.
E se non lo trovano,
possono sempre chiedere a sinistra. Basta con questi luoghi comuni della
politica che da quella parte collocano il cuore, la passione, gli ideali, i
valori: la sinistra italiana è così scientifica da aver portato a un livello
superiore gli studi sulla scissione dell’atomo. L’ultima scoperta degli
studiosi è l’elettrone D’Alema, caratterizzato da un peso atomico (anzi, da una
pesantezza) molto superiore a quello elettorale e con la tendenza a scindersi
da qualunque molecola abbia il neutrone Renzi. Liberi e Uguali, la lista che
raggruppa Mdp, SI e Possibile sotto le insegne del presidente del Senato,
Pietro Grasso, è così tanto a sinistra del Pd che ce n’è un’altra ancora più a
sinistra, ovvero Potere al Popolo. E poi ci sono qui e là Partito Comunista,
Rifondazione Comunista, Sinistra Rivoluzionaria, mi pare anche Marxisti per
Tabacci e Leninisti per Tafazzi. Ma forse ho mangiato pesante.
Andiamo a Roma insieme, Matilde? (twitter.com) |
A Messina, LeU ha un
piano geniale per la Camera: far perdere il candidato renziano Navarra,
approfittare dell’isolamento dei grillini e, quando Matilde Siracusano avrà
vinto, sostituirla con Gabriele Siracusano. Ecco il motivo dello slogan #andiamoaromainsieme: la inviterà a
prendere lo stesso treno e poi la chiuderà a chiave nel cesso del vagone. Quindi,
puntando sull’omonimia e sul fatto che Matilde Siracusano non la conosce
nessuno, si introdurrà a Montecitorio e voterà la fiducia a un governo
Boldrini. L’unico problema? Le battute sessiste di Berlusconi: poverino, ha
ottant’anni e così tanta plastica in circolo che potrebbe non distinguerli.
P.S.:
a proposito di candidati che non conosce nessuno o “paracadutati” nei collegi
messinesi da altre città, regioni o pianeti. Si parla tanto della Boschi, ma
Forza Italia ha come capolista al proporzionale per la Camera la siracusana Stefania
Prestigiacomo, che nel 2012 lasciava il Pdl perché «disgustata dal partito»
(infatti FI non c’entra niente con il Pdl), e per il Senato la palermitana
Gabriella Giammanco, aspirante velina poi diventata giornalista del Tg4 (e non
so cosa sia peggio), ex fidanzata di Augusto Minzolini e nipote di Vincenzo
Giammanco, prestanome di Bernardo Provenzano (e non so cosa sia peggio).
Fortuna che dietro la Prestigiacomo ci sono due virgulti locali come Nino
Germanà ed Elisabetta Formica, prossimi deputati per diritto dinastico. Chi
invece diventerà deputato perché è più furbo di tutti gli altri è Carmelo Lo
Monte, capolista della Lega al plurinominale per la Camera. Anche l’ex sindaco
di Graniti non lo conosce nessuno, ma solo perché lui non vuol essere
riconosciuto: pensate che ha comprato una serie di completi dello stesso colore
della carta da parati di Montecitorio per mimetizzarsi. Con questo stratagemma
è riuscito a passare dalla DC al Partito Popolare, da Democrazia Europea all’Udc,
dall’Mpa ad Italia dei Valori, dal Centro Democratico al Partito Socialista
fino a Noi con Salvini mentre tutti ancora si chiedono: ma chi cazzo è Carmelo
Lo Monte? Ehem: onorevole Carmelo Lo Monte, prego.
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