XFactor 10: maledetti Daiana Lou

Manuel Agnelli c'ha scritto Giocondo 
No vabbè, allora ditelo che pur di non farmi azzeccare un pronostico siete disposti anche a suicidarvi. IlMaxFactor aveva previsto che Arisa sarebbe rimasta senza concorrenti al terzo live, certo era un’iperbole ma senza l’autocastrazione dei Daiana Lou sarebbe accaduto alla quarta settimana. E quanto mi sarei bullato...

L'omaggio del talent a Cranio Randagio (TvZap)
E invece, al termine dello show probabilmente più folle delle ultime stagioni, con tre manches e una doppia eliminazione, un emozionante ricordo di Cranio Randagio in apertura e un ballottaggio a tre, a lasciare XFactor sono Fem (beffato da Loomy) e appunto i due caduti dal pero, anzi dal melo sopra Berlino. E dire che, se non si fossero in pratica ritirati, sarebbero ancora in gara visto che il televoto aveva eliminato proprio i due Under uomini.

Lou e Daiana crollano al primo ballottaggio
Sarebbe stato giusto e ci avrebbe risparmiato ulteriori assegnazioni nonsense da parte di Arisa (voto 0) che invece ce la menerà ancora una settimana almeno con il suo Loomy che è l’unico che scrive i pezzi ogni settimana, che era partito già eliminato e invece è ancora qui (non tutta farina del suo sacco, certo), che ha preso più botte in testa di Ali ma ancora si ricorda le parole e via con tutta la mitologia dell’outsider. Colpa (o merito) di Alvaro Soler (5) che, alla fine, si ritroverà con un solo gruppo; peccato sia proprio quello che aveva lasciato a casa... Resta con tutti i tre talenti in gara e riconquista anche Roshelle un accorto Fedez (7) mentre Manuel Agnelli (8) dopo l’esorcismo sembra ancora più “posseduto” ma per fortuna riesce a traghettare Eva e Andrea al prossimo live a bordo di Lucio Dalla e Ivan Graziani.

Bella ed evocativa la Caruso di Eva (GQ Italia)
Detto dell’omaggio al rapper Cranio Randagio, morto nei giorni scorsi a Roma e che era arrivatoai Bootcamp nella scorsa edizione, e della parallela “resurrezione” di Alessandro Cattelan (7) dopo almeno un paio di settimane di coma farmacologico – quanto, ma quanto gliele hanno fatte girare i Daiana Lou quando hanno deciso di autoescludersi... solo che stavolta non ha dissimulato! – l’attrazione della serata era ovviamente la formula: la prima delle tre manches presenta già un paio di “pezzi da novanta” come Roshelle (7,5) che affronta Confetti di Tori Kelly (per i profani l’elefantessa Meena in Sing, il nuovo film d’animazione degli inventori dei Minions) riuscendo ad arricchire di venature soul una voce già sperimentata in termini di potenza e acrobazia. Una sua vittoria, visto che le precedenti assegnazioni di Fedez non l’avevano proprio convinta. Tocca poi a Loomy (7), che ride per non piangere quando la matta gli presenta Gangnam Style ma per fortuna tiene solo la base, rappandoci sopra una specie di inedito che fa salire i cazzi a un Manuel Agnelli versione Pari opportunità. Sempre bravo e convincente, però stasera il ballottaggio è scontato perché poi sale sul palco Eva (8) che è forse l’unica a potersi permettere il confronto con Caruso senza avere attacchi di dissenteria e, soprattutto, senza procurarla a chi ascolta. La sua versione voce e pianoforte è intensa, delicata, abbastanza diversa dall’originale da non sembrare una cover da karaoke ma non tanto da scivolare nell’oltraggio.

Andrea e uno strano... damo con l'ermellino
Seconda manche ancora più indecifrabile con tre cantanti molto amati dal pubblico, ma il senso profondo delle esibizioni è tutto nella Gioconda impersonata da Manuel Agnelli per Andrea (8) che s’inventa una personalissima Monna Lisa rendendo onore a Ivan Graziani e ad un brano oggetto di infinite cover (mi vengono in mente Mario Venuti e Marlene Kuntz). Bel riff di chitarra, bella presenza – che non si agiti come una scimmia, critica rivoltagli da qualche giudice, onestamente frega pochino – anche se io l’avrei fatta più rock. Chissà se sa suonare altrettanto bene la chitarra elettrica. A questo punto Fedez, che per essere un personaggio “off” si trova talmente bene nel mainstream da averci messo 
un paio di mesi a passare dal perculare in una canzone la blogger Chiara Ferragni per il papillon e i lustrini del suo cane a bombarsi la padroncina del cane medesimo, fa la furbata che gli consente di portare a casa la pagnotta, ovvero di mantenere intatta la sua squadra: toglie un po’ di ragnatele a Gaia (8) assegnandole Wild things di Alessia Cara, ma soprattutto facendola muovere sul palco. Il confronto tra la sua naturalezza e le difficoltà mostrate la scorsa settimana da Eva, che di Gaia non ha certamente il “cannolo” di voce, potrebbe aver spostato qualche equilibrio in prospettiva della finale. (E sì, perché di questo parliamo.) Vittima sacrificale di questa tornata i Daiana Lou (6), poverini, già fuori dal loro ambiente e in più alla mercé delle assegnazioni di Alvaro Soler che dopo averli gravemente feriti con Miley Cyrus li uccide con Dio come ti amo di Domenico Modugno. Tutto eccessivo, sopra le righe, urlato, trasfigurato da una ritmica nemmeno malaccio ma inadatta, insomma: al di là della successiva scelta di autoeliminarsi, Ich bin ein Berliner avevano già mostrato la corda dal punto di vista tecnico e musicale. Come ampiamente previsto.


I Soul System #SWAGGA
Una volta salvi Gaia e soprattutto i due cantanti di Manuel, la terza manche per me è puramente platonica: Fem (6) mette a nudo la sua voce in Sledgehammer di Rihanna (segnalazione: con lo stesso titolo c’è un brano epocale di Peter Gabriel, Arisa studia!) e le lacune tecniche prendono il sopravvento su un’interpretazione intensa anche se un po’ al limite, Caterina (7) si diverte con Kiss the Sky di Jason Derulo che non è un gran pezzo ma la fa traslocare definitivamente dalla casa degli Addams (tanto da salvarla per la seconda volta consecutiva dal ballottaggio), in mezzo c’è l’invasione dei Soul System (9) che fanno letteralmente sfracelli con Gold Digger di Kanye West feat. Jamie Foxx tanto da guadagnarsi gli applausi a scena aperta della XFactor Arena. E’ Fem a raggiungere Loomy e Daiana Lou all’ultimo scontro che ormai ha il sapore del déja vu (anzi, del déja entendu) perché tutti si affidano a brani già proposti con la conseguenza di appallarti come se l’ora tarda non bastasse. Io avrei eliminato tutti e tre per ripescare Cecco e Cipo, anche se poi – essendo un gruppo – sarebbero finiti in mano ad Alvaro Soler e sai le bestemmie...

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