venerdì 4 novembre 2016

XFactor: il ritorno di Morgagnelli

Manuel Agnelli e Morgan: trova le differenze
E così, è accaduto quello che tutti prevedevano e in tanti temevano: lo spirito di Morgan si è impossessato di Manuel Agnelli e stava per trascinarlo con sé nel cimitero degli elefanti.

La seconda puntata del live show di XFactor 10 è stata segnata da due eventi epocali. Innanzitutto il riscatto di Arisa, che non solo non ha perso altri concorrenti dopo l’eliminazione di Diego nella prima puntata ma è stata anche la migliore dei quattro giudici nell’esibizione che ha aperto la serata: d’altra parte, la sua voce è l’unica cosa sulla quale non ho niente da ridire… Accompagnata da Manuel Agnelli al pianoforte in La notte e in duetto con Fedez in 21 grammi, fa certamente una figura migliore del rapper (che poi si esibisce alla batteria in un brano degli Afterhours) e di Alvaro Soler che magari avrebbe potuto risparmiarci il coretto delle ragazzine in ormone sulle note di Sofia. E poi, in onore all’appena trascorsa festività di Halloween, la trasformazione horror di Manuel Agnelli in Morgan.

Gaia Gozzi durante la sua esibizione
Che sarà una serata dispari, pur essendo la seconda, si capisce con l’inizio della prima manche: tocca ai “dead men walking” Les Enfants (ng), titolari – come giustamente rileva Manuel Agnelli, non ancora in versione Marco Castoldi da Monza – di una delle più brutte assegnazioni da quando Giuda ha “cantato” inguaiando Gesù. The rhythm of the night di Corona, appena nobilitata dalla cover dei Bastille che però ha un colore molto più dark di quello, scialbo e tendente al grigio, dei nostri boy-scout è il brano perfetto per guadagnarsi la comparsata a Edicola Fiore come poi è avvenuto. E così, la salvezza per Loomy (6) è già garantita così come la candidatura al Nobel per la pace di Alvaro Soler, che ha scongiurato in partenza il rischio che Arisa si trovasse senza due concorrenti dopo due puntate… Non che il piccolo rapper-mondina (è di Vercelli) canti male il mashup di Could you be loved di Bob Marley e Ghost di With You feat. Vince Staples, anzi non lo canta proprio, nel senso che rispetto alla precedente uscita – quando aveva preso a calci in culo i giudici e tutti i suoi detrattori – mostra un po’ di varietà in meno, limitandosi a rappare peraltro bene ma perdendo quell’originalità che ci era piaciuta sette giorni orsono. Tocca quindi a Eva (8) con I don’t wanna fight degli Alabama Shakes, un apologo pacifista nel quale la tatuatrice dalla voce magica si trova più che a proprio agio nonostante qualche critica lisergica della solita Arisa. Potrebbe addirittura essere la migliore prova della prima serata se subito dopo non si esibisse Gaia (9), che si prende il palco (un po’ affollato, peraltro) con Human dei Rag’n’Bone Man per non lasciarlo più: grande voce, timbro riconoscibile e bellissimo, nessuna esitazione. Si rivelerà lei la vincitrice morale del secondo live show. Se Gaia ha messo tutti d’accordo, lo stesso non accade a Silva Fortes (7,5) che Manuel Agnelli porta un po’ fuori dal suo genere di riferimento e forse anche un po’ fuori fuoco, per quanto farle cantare Maria Gadou come vorrebbe Arisa è un’idea da karaoke. Another way to die di Jack Five feat. Fefe Dobson è un brano che vorrebbe essere più intenso ma risulta abbastanza piatto, però il talento e la qualità di Silva non sono in discussione. E infatti al ballottaggio vanno i predestinati Les Enfants, per la rassegnazione di Alvaro Soler che l’aveva già capito quando le sue scelte sono state fatte a pezzettini dai colleghi di tavolo.

Grandissimi, come sempre, i Soul System
Parlando di belle voci e brutte canzoni, a metà dello show si esibisce Giorgia che è primatista italiana e forse europea della specialità, quindi si parte con la seconda manche. Il più solido della categoria di Arisa sembrava essere Fem (6), che però a parte le indubbie doti di ballerino e di “animale da palcoscenico” mi è parso un po’ penalizzato dal taglio del brano dei Disclosure Latch: troppo stacco tra la parte acustica presa dalla versione di Sam Smith e quella originale (sempre feat. Sam Smith), sin troppo ritmata. Alvaro Soler alla riscossa con un altro brano dimmerda, All that she wants degli Ace of Base che però, a differenza dei Les Enfants, i Soul System (8) rendono almeno tre volte meglio dell’originale. Non che ci volesse granché, sia chiaro. E arriviamo al momento della serata destinato a rivelarsi cruciale: Fedez “ruba” a Manuel Agnelli il brano portato da Eva al casting, Don’t know why di Norah Jones, e la affida – non intenzionalmente, si difende il rapper – a Caterina (7,5) che ne fa una versione sicuramente meno intensa e soverchiante, ma ugualmente emozionante grazie alla sua voce celestiale. Critiche del tutto ingiustificate e spettro del ballottaggio che inizia ad agitarsi sul palco. (O è l’ennesima trovata di Luca Tommassini, che ieri sul palco ha fatto arrivare di tutto?)  A questo punto, Alessandro Cattelan dovrebe fermare la gara e annunciare il ritorno di Morgan, con il suo nuovo look (capelli lunghi lisci e naso aquilino da vampiro): mi è sembrato quasi di vedere la sua faccia fresca di acidi sovrapporsi a quella di Manuel Agnelli, costretto a contorsionismi linguistici per giustificare la scelta, autocelebrativa e basta, di assegnare ad Andrea (7) un pezzo degli Afterhours, Ballata per la mia piccola iena. Apriti cielo: Arisa si produce in un commento corretto, rilevando che il mood della canzone è molto lontano dalla sensibilità di Andrea, e gli altri giudici si tirano indietro lasciando a Manuel l’onere di un giudizio ovviamente positivo. Condiviso peraltro dal web, mi dicono. Io penso che il disagio di cantare un pezzo così lontano dalle sue corde abbia invece condizionato l’insegnante di chitarra lucchese relegandolo a un’interpretazione molle e un po’ banale. Chiude Roshelle (7,5) con Animal di Yelawolf feat. Alicia Keys: bene, più o meno come l'ultima volta, forse è vero che sarebbe ora di cantare oltre a rappare ma chissenefrega se poi rappa così... Al ballottaggio finisce, non troppo inopinatamente, Caterina: io ci avrei mandato Fem, ma mi pare che a ’sto giro lo dovrò ancora sopportare a lungo.

Les Enfants: dai boy-scout a Fiorello 

L’ultimo scontro è la fiera del riciclo: Les Enfants rifanno I’m on fire di Springsteen che avevano già portato – se non erro – al bootcamp, autorizzando a pensare che abbiano un repertorio un po’ limitato visto che già la scorsa settimana si erano rifugiati nel pezzo di Venditti portato alle audizioni. La stessa cosa fa però Caterina con Summertime Sadness di Lana del Rey, cantata peraltro benissimo, ma a sorpresa è proprio Manuel Agnelli, forse per farsi perdonare le contumelie scagliate contro Alvaro Soler durante tutto il live, a mandare i due concorrenti al tilt. Passa Caterina, eccheccazzo. Mancava pure che la mandassero a casa. Ora prepariamoci per quella palla della puntata tematica, tra l’altro su un tema che non ho nemmeno capito: per me esce uno tra Fem e Loomy, vediamo.

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