XFactor 10: Il secondo tragico Morgagnelli


Alessandra Fortes Silva ci ha lasciati (davidemaggio.it)
Morgagnelli è tornato, e stavolta ci ha lasciato le penne. Silva Fortes, talentuosissima capoverdiana trapiantata a Messina e poi ad Arcore, è la seconda vittima del suffragio universale in pochi giorni dopo Hillary Clinton (e basta co’sta storia che ha preso più voti di Trump, hanno questo sistema dall’800 e non si scannano per cambiarlo anche se non è il più bello del mondo). Ed esclusivamente per colpa del suo giudice.

Manuel (voto 2) commette due errori, e nessuno dei due riguarda l’assegnazione: Life on Mars di David Bowie nella versione portoghese di Seu Jorge è bellissima e mette Silva (8) a suo agio, anche se la sensazione di distacco e di freddezza che tende a dare sul palco, paradossalmente, è parsa accresciuta. Risibili le obiezioni di Fedez (6 per le assegnazioni, 9 per la strategia), il problema è che fanno letteralmente sbroccare Morgagnelli il quale, al rilievo «non stiamo facendo a gara a chi ce l’ha culturalmente più lungo» prorompe in un autodistruttivo «non facciamo nessuna gara perché è chiaro che culturalmente ce l’ho più lungo io». (Sì, lo so. E’ andato in onda in prime time, e non è stato un bello spettacolo.) Primo errore: nessuno, Manuel, nessuno accetta che gli si dia dell’ignorante. Specie gli ignoranti. Cazzo, lo strizzacervelli non ti aveva detto altro: dissimula, fai finta di niente, resisti… e tu dopo tre puntate te ne esci cosi? In più, sei caduto nella trappola di Fedez che – va detto – è più furbo di te, conosce meglio i meccanismi e le dinamiche di un talent show. E soprattutto, ha un seguito di pubblico consolidato. Certo, poi al ballottaggio non pare letteralmente vero, tanto a Fedez quanto ad Alvaro Soler (4), potersi vendicare delle angherie di Morgagnelli facendogli fuori un “pezzo da novanta”. E così, la vincitrice della puntata diventa Arisa (7), che salva ancora una volta Loomy e sopravvive alla peggiore esibizione di Fem fin qui.

Gaia ha fatto tutti a pezzi nel terzo live
Si parte con Robbie Williams padrone del palco insieme ai concorrenti, si continua con Gaia (9) e tutto sommato potremmo già fermarci qui, perché la “stella” della squadra di Fedez si trasforma nella figlia illegittima (ma non troppo) di Janis Joplin e ci regala una Piece of my heart favolosa. E anche questo, in realtà, oscura un tantino la successiva prova di Silva Fortes, anche se prima di mandarla al ballottaggio il pubblico italiota avrebbe dovuto ascoltare meglio Fem (5) che Arisa porta troppo al limite sugli acuti di Perfect illusion di Lady Gaga: va bene che il brano è difficilissimo, ma non te lo ha ordinato il medico. Se sugli acuti l’intonazione, la potenza, la sicurezza nel cantato vengono meno, onestamente la spettacolarità e la padronanza del palco contano pochino. Quest’ultima non manca certamente ai Daiana Lou (7), anche se: 1) definire “generation idol” una come Miley Cyrus, passata dalla Disney ai sextape in due giorni e tutt’altro che indimenticabile dal punto di vista musicale (Wrecking ball ne è la dimostrazione), poteva venire solo ad Alvaro; 2) non so fino a che punto continuerà a piacermi che i due artisti di strada piombati qui dal cielo sopra Berlino trasfigurino i brani, anziché interpretarli. Anzi, secondo me stanno iniziando a mostrare la corda di una formula troppo fissa anche se hanno l’accortezza e la bravura di provare a variare il più possibile gli arrangiamenti. Chiude la prima manche Eva (7), che come già sapete è la futura vincitrice di XF10 e che la sfanga pure in una prova non felice, un po’ sopraffatta non solo dalla compresenza nel mashup di Iggy Pop e di Amy Winehouse, ma soprattutto dalla scelta di farla muovere sul palco che ha onestamente penalizzato la sua voce, intensa e unica dal punto di vista timbrico ma non particolarmente “grossa” e potente.

Dopo una prima manche di livello bassino – direi la peggiore di questa edizione, finora – e dopo un
I Soul System sono stati nettamente i migliori della seconda manche
francamente dimenticabile Shawn Mendes, ci vogliono proprio i
Soul System (9) per risollevarci. I bianconeri veronesi prendono l’Ed Sheeran di Thinking out loud e lo portano di peso nel loro mondo, solo che se la settimana scorsa con il terribile pezzo degli Ace of Base erano parsi una specie di Kool & The Gang, stavolta sembravano gli Earth, Wind & Fire. Se non vanno in finale sarà solo colpa di Soler, altro che storie. Curioso quanto accade invece a Caterina (7) che a forza di sentirsi dire che è una “flebo” si mette a sorridere mentre canta la disperazione di uno che vuole suicidarsi (Everybody hurts dei R.E.M.) e niente, fa un po’ strano anche se Agnelli si accanisce sull’ennesima assegnazione di una ballata malinconica fino a mettersi dalla parte del torto. Il pubblico la salverà, dando al giudice degli Over una bella lezione su chi comanda a XFactor, ovvero Fedez. Stesso trattamento il cantante degli Afterhours riserva a Loomy (7,5): è ovvio che dal punto di vista vocale abbia qualcosa (più di qualcosa) in meno rispetto agli altri, però da un rapper lo puoi tranquillamente accettare e comunque, a forza di dire che non avrebbe saputo chi eliminare al posto suo o di Caterina, se l’è fatto spiegare dal pubblico. Invece, l’interpretazione di Anima fragile di Vasco Rossi è stata intensa e coinvolgente, certo non perfetta ma chìssene. Dal meno dotato al più bravo: Andrea Biagioni (8) schitarra da dio una bella versione di Black or White di Michael Jackson, anche se non ha tutti i torti Fedez quando s’interroga sulla direzione che Agnelli intenda fargli prendere. Io, ad esempio, sono molto lontano dall’averlo capito. Io al ballottaggio manderei Roshelle (6) che mi ha un po’ stancato a forza di urlarerappareballaresbroccare, peraltro su un pezzo di Scrillex e Diplo (Take U There dal progetto Jack U) che definire “idoli generazionali” senza prendere pomodori è un privilegio evidentemente riservato solo a Fedez.

L. Tommassini, La crocifissione di Manuel, 2016
Ma tanto sarà Loomy a sfidare Silva Fortes dopo un altro intermezzo dell’entertainer Robbie Williams. (A me era piaciuto di più in Good morning Vietnam, comunque.) Solita solfa dei “cavalli di battaglia” già sentiti tra audizioni, bootcamp e Home Visit: alla fine si consuma la punizione divina per Manuel Morgagnelli, il quale però già nell’Extra Factor si assume intelligentemente la responsabilità dell’uscita di una fuoriclasse e sembra pronto a cambiare registro e soprattutto atteggiamenti. Come Linda Blair nell’Esorcista originale, alla fine il demonio Morgan potrebbe essere uscito da questo corpo.


P.S.: invece di scappare dalla XFactor Arena (o, da casa, di passare su Sky Sport) appena entra Mara Maionchi, ogni tanto guardate anche l’Extra Factor e ancor di più lo StraFactor, concorso demenziale tra gli esclusi più freak delle ultime edizioni che ieri ci ha regalato una perla di Cecco & Cipo (sì quelli di Vacca Boia: «Dottore, dottore, mi sono innamorato di una bestia...»). Dopo la contestatissima eliminazione hanno fatto un disco e vanno in tour per l’Italia, questi due geni hanno conquistato Elio e il pubblico con Non voglio dire, approdando in semifinale o quello che è. Il pezzo non è riferibile, qui il video ufficiale così lo capite da voi.

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