giovedì 16 giugno 2016

Nba, bravi Cavs ma resto con Golden State

Pessina, Mamoli e Tranquillo durante il prepartita
E niente, dopo una lunga attesa fino alle 3 del mattino (ma già nel pregara, con il pronostico di Tranquillo, Pessina e Mamoli, avevo capito che non era serata…) e dopo aver sofferto per tutto il primo tempo appresso alle bizze di una squadra che tira col 50 per cento da tre ma si trova in parità, in casa, nella gara che dovrebbe consegnarle il titolo perché senza il suo bad boy praticamente smette di difendere, a metà del terzo quarto (erano più o meno le 5,15) sono stato richiamato all’ordine: mia figlia piccola, febbricitante, si è svegliata e mi ha chiesto di farle compagnia per riaddormentarsi. Quindi non so quanto sia finita gara-5 delle Finali Nba Golden State-Cleveland, qualcuno può dirmelo?


Draymond Green versione Bart Simpson: "Non darò più colpi nel pacco agli altri giocatori" (bleacherreport.com)
E va bene, scherzo. E’ passato qualche giorno e già stanotte si gioca gara-6 alla Quicken Loans Arena con i Warriors ancora avanti 3-2, quindi mi limito a rilevare un paio di elementi: il primo è chiaramente l’impatto della squalifica di Draymond Green, non tanto per l’assenza in sé (lo scorso anno furono i Cavs a dover affrontare praticamente tutte le Finali senza Kevin Love e Kyrie Irving) ma per quello che diventano i Warriors senza di lui. La mia idea è che Golden State sia perennemente in equilibrio tra i Lakers dello “Showtime”, bellissimi e vincenti, e i Sacramento Kings di Jason Williams, meravigliosi (in attacco) ma sempre sconfitti nei playoff (per la difesa, principalmente). E che il discrimine tra questi due crinali sia proprio Draymond Green. In più, per non fare troppa filosofia, la mancanza del miglior lungo del roster di coach Steve Kerr è costato, oltre a rotazioni più risicate, un saldo ancor più negativo a rimbalzo dove già nelle precedenti partite i Warriors erano andati pesantemente sotto, specie sotto il loro tabellone.
Le stelle: Steph Curry ha certamente “cannato” non la partita più importante (quella era gara-4, e ne
LeBron James e Kyrie Irving, 41 punti a testa in gara-5
aveva messi 38…), ma certamente quella che poteva farlo entrare definitivamente nella leggenda. Ha tirato male, ha subìto – anche per la presenza di un’alternativa in meno – i raddoppi sistematici della difesa di Tyronn Lue, ma soprattutto è parso perdere progressivamente il polso e il ritmo della partita. Molto meglio Klay Thompson, che come tirtore puro è forse ancor più forte dello “Splash Brother”, ma non è bastato anche perché LeBron James ha reagito con una grande prova, facendo quello che deve fare un campione quando si trova con le spalle al muro. Ma ancor più importanti sono stati i 41 punti (tanti quanti The King) di Kyrie Irving, le cui triple hanno allargato una difesa già meno ermetica del solito.
Si va a gara-6, dunque. Con una situazione psicologica che è sì mutata, ma non tanto quanto si pensa. Perché la pressione resta tutta su Cleveland, che tra le due è ancora quella che non può sbagliare pur avendo il vantaggio del campo e dell’inerzia nella serie. Ma Golden State difficilmente sbaglia due partite di fila (è successo solo a OKC) e c’è da giurare che, stanotte, soprattutto Curry cercherà di mettere il proprio marchio su queste Finali. Fuori per tutta la serie Andrew Bogut, la curiosità è anche rivolta al quintetto di Steve Kerr: sarà la death lineup con gli “Splash Brothers”, Iguodala e Barnes in ala e Green unico lungo oppure, per evitare gli scompensi a rimbalzo, ci sarà Ezeli dall’inizio magari con Iguodala per Barnes? Cleveland dovrà avere qualcosa di più da Kevin Love, anche se in casa la migliorata fluidità dell’attacco e le percentuali dall’arco potrebbero aiutare e non poco.
Dovendo fare un pronostico (che, come al solito, nessuno mi ha chiesto) vedo ancora Golden State favorita: se si arriverà a gara-7, certo, la situazione psicologica sarà capovolta, ma non sottovaluterei – mai – una squadra in missione che ha la possibilità di completare la migliore stagione di sempre nella Lega più competitiva del pianeta.

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