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Visualizzazione dei post da 2017

“Zu Vittò” Sgarbi, vi presento l’impresentabile

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Una delle tante intemerate di Vittorio Sgarbi da Costanzo M i è sempre piaciuto, Vittorio Sgarbi. Da quando, in una puntata del Maurizio Costanzo Show del 1989, a un’insegnante che aveva letto in diretta una poesia da lui giudicata orribile (lo era) e che lo aveva definito «Un asino poetico» rispose con un (allora) poco televisivo «E lei è una stronza!». Per un po’ sono stato pure convinto che fosse un attore, una specie di Drusilla Foer, e mi sembrava davvero uno bravo. Invece la signora lo querelò e, pare, fu condannato a pagare 60 milioni di lire. Veri.

XFactor: la Maionchi a caccia dei Maneskin

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Camilla Giannelli, voce dei Ros D a Noel Gallagher a Levante e Francesca Michielin. Dalle cover di Jovanotti, Zucchero, Renato Zero ma anche Freddie Mercury e The Kills a Stand by me , Rihanna e James Arthur, vincitore di XFactor 2012. Non si può dire che – con la notevole eccezione di Redemption Song di Bob Marley – le assegnazioni del pubblico per la semifinale abbiano alzato il livello della gara, dopo una prima manche nella quale i concorrenti hanno affrontato in surplace una versione ridotta del proprio inedito. Alla fine escono i Ros e per me è un piccolo dispiacere, ma non c’è dubbio che i quattro finalisti siano i più bravi e meritevoli di questa edizione.

XFactor: l’uccisione di Babbo Natale

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Coattizer  in azione per i Maneskin S arà che l’apertura con Noel Gallagher che canta Don’t look back in anger in una versione acustica da brividi ( voto 8 ad Alessandro Cattelan che quasi non riusciva a proseguire) mi ha predisposto sin troppo bene, ma il sesto live di XFactor mi è veramente piaciuto. O sarà che sto invecchiando e di qui a poco farò la fine di Mara Maionchi che sbaglia pure il nome di un suo concorrente ( voto 0 , insomma!). Ed è stata pure una bella puntata natalizia: Fedez che loda i concorrenti di Manuel Agnelli, Manuel Agnelli che loda il concorrente di Fedez ( voto 6 a entrambi dopo gli insulti di giovedì scorso), Damiano dei Maneskin che a momenti si denuda sul palco come Jim Morrison, Levante che resta senza concorrenti... Insomma, più   o meno quello che avevo chiesto a Babbo Natale.

Lolito Genovese. Confessioni di un maschio bianco(fiore)

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Luigi sr., Francantonio, Chiara, Luigi jr. e Angelina (foto Enrico Di Giacomo) L uigino, luce della mia vita, frutto dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lui-gi-no: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per chiudere la bocca, al terzo, e lasciar uscire l’aria dal naso. Lui-gi-no. Era Gigi, semplicemente Gigi al mattino, ritto nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Gino in pantaloni. Era Luigi alla Luiss. Era “Genovese Luigi” sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Luigino.

XFactor: Napoleone Fedez alla campagna di Russia

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Gabriele Esposito (mag.sky.it) E’ la serata delle “seconde volte” a XFactor. La seconda volta dei Negramaro, riunitisi dopo essere stati a un passo dallo scioglimento; la seconda volta della “proposta indecente” di andare al tilt, questa volta tirata fuori in maniera surrettizia da Fedez e altrettanto speciosamente bocciata dagli altri giudici; e soprattutto la seconda volta in cui diciamo addio a Gabriele Esposito, eliminato l’anno scorso da Arisa ai bootcamp e arrivato invece a cantare il suo inedito in questa edizione.

XFactor: le idi di marzo… a novembre

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Levante ha fatto la fine di Giulio Cesare alle idi di marzo S arà stato il traguardo dell’inedito ormai vicino, saranno stati i rimbrotti de IlMaxFactor, fatto sta che dopo il live più scadente di questa esibizione (ma anche di un paio delle precedenti) la quarta puntata di XF11 ha fatto registrare un bel salto di qualità, con un paio di “acuti” soprattutto da parte dei gruppi ( voto 8 a Manuel Agnelli ) e una bella rissa finale con tanto di sospetti di “gombloddo” ordito da Gianni Morandi (!) che nemmeno ai tempi di Arisa. Arisa che – avete visto – si è finalmente reincarnata in Levante ( voto 2 ) come IlMaxFactor aveva previsto da tempo.

XFactor? E’ andato... in tilt

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Ros e Sam&Stenn all'ultimo scontro (ansa.it) P untata millennial che sembra pensata per farci sentire un bel po’ di robaccia, invece tutto sommato le assegnazioni di questa settimana non si rivelano pessime. Al terzo live , però, mi sembra di poter affermare che complessivamente il cast di quest’anno sia meno dotato di talento rispetto alle edizioni precedenti. Chi non delude sono i giudici, che passano ancora una volta tutta la serata a menarsi senza pietà. Voto collettivo 4 ai quattro dell’Ave Maria: che ne dite di farci sentire un po’ di musica buona e soprattutto cantata bene, e poi se volete litigate in camerino? Se non è troppo disturbo, sia chiaro. Per sovrammercato, all’ultimo scontro concordano un “tilt” che personalmente mi sta bene perché salva i Ros che altrimenti sarebbero stati eliminati – e lì sì che mi sarei incazzato – ma che, se lo fai prima delle elezioni, è roba che ti fa arrestare. Mi sa che in tilt ci sono proprio andati loro, e visto che a parte q

Virginia Raffaele, o della differenza tra performer e performance

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Virginia Raffaele nei panni (pochi) di Belen (stampalibera.it) A llora: Virginia Raffaele è un fenomeno, quindi tutto quello che dirò NON potrà essere usato contro di lei. Perché non c’è motivo, e perché lo spettacolo Performance , ripresa di quello che la 37enne attrice romana porta in giro per l’Italia da più di due anni, resta godibile e da vedere al di là di qualche pecca. Più che altro, uscendo dal Teatro “Vittorio Emanuele” giovedì sera l’idea che mi sono fatto è che un talento così mostruoso meriterebbe forse autori e una scrittura all’altezza.

Regionali: meglio di così non poteva andare

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Nello Musumeci nuovo presidente della Regione (ilgiornale.it) R agazzi, che sospiro di sollievo. Non che abbia mai dubitato dell’esito favorevole (per me) delle elezioni, ma riuscite a immaginare quanto ci saremmo annoiati con cinque anni di governo grillino della Sicilia? Senza Nelluzzu beddu che non sa nemmeno se tra i candidati delle sue liste c’è qualcuno al “41 bis”, senza Luigino Genovese che prende tre voti in meno di Franco Rinaldi cinque anni fa perché gli sono morti tre elettori, senza Pietro Navarra che dopo il successo di De Domenico si candiderà a rettore di Palermo perché tanto Micari non lo ha votato nemmeno la moglie, senza Cateno De Luca? SENZA CATENO? Ma siamo pazzi? E di che minchia avremmo scritto per cinque anni?

XFactor: il ritorno di Totò Diabolicus

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Lorenzo Licitra in "Totò Diabolicus" P untataccia scarsa, ma veramente scarsa quella di giovedì sera in occasione del secondo live di XFactor 11. Unica cosa buona di tutta la serata, la scelta di Sky di dedicare la puntata alla causa della salvaguardia dei mari; per il resto, persino un appassionato come me si è fatto due palle che lèvati. Tanto che, se di solito scrivo questi post riascoltando le esibizioni dal sito di Sky, oggi ho dovuto mettere in cuffia gli AC/DC. (Perché non ho trovato on line i brani di StraFactor, ovviamente.)

Il Cateno elementare 2: come rendersi (im)presentabili

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Una caratteristica espressione di Cateno De Luca (palermo.repubblica.it) S ono sincero: avevo deciso di non tornare sulla questione Cateno De Luca. Avevo scritto un post ad aprile dopo l’annuncio della candidatura a sindaco di Messina, lui si era preso la briga di mandare una rettifica non esattamente vera e io avevo replicato; ma in vista delle Regionali mi interessava più capire chi fossero i quattro principali candidati alla presidenza, non un qualsiasi aspirante consigliere, quindi morta lì.

XFactor 11: le Regionali erano Disneyland (in confronto)

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Enema of the State  dei Blink 182 (collezione IlMaxFactor) P rendo in prestito il titolo di un libro di Gino&Michele, Saigon era Disneyland (in confronto) , per sintetizzare il mio stato d’animo intriso di angoscia e preoccupazione per l’esito del primo live di questa edizione di XFactor. Perché? Perché più volte, durante la puntata, mi sono trovato a pensare: «Se questi quattro scemi fossero al governo di un qualunque Paese il mondo sarebbe di nuovo in guerra, altro che Trump e Kim».

NBA: Dinastia Warriors, anno secondo (anzi, quarto)

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Lo scorso anno finì con i Golden State Warriors in festa E’ iniziata da pochissimi giorni la stagione NBA destinata a fare da spartiacque nella storia recente del gioco, principalmente perché la prossima estate potrebbe essere quella della partenza di LeBron James da Cleveland destinazione Lakers, e già questo basterebbe non solo a farmi salire la bilirubina oltre il livello di guardia, ma anche a spostare gli equilibri. O meglio, a spostarli ulteriormente visto che, come al solito, l’Ovest è già tre-quattrocento volte più competitivo dell’Est. Ma potrebbe essere anche la stagione in cui si insedia definitivamente la dinastia dei Golden State Warriors, ovvero il Rinascimento del basket nel segno della bellezza.

XFactor 11: colpo gobbo Levante, Morgagnelli calante

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I dodici concorrenti di XF11  (tvzap.kataweb.it) D i solito, per i giudici di XFactor gli Home Visit sono poco più di una formalità: il lavoro sporco, il “taglio di teste” è ormai stato fatto ai Bootcamp, a maggior ragione quest’anno visto che i selezionati per ogni categoria sono cinque anziché sei. I quattro mentori arrivano all’ultimo appuntamento prima del live con le idee già abbastanza chiare e deve accadere un qualche sconvolgimento perché cambino. Ma stavolta, a compensare per certi versi delle audizioni deludenti e un Bootcamp poco scintillante, agli Home Visit sono successe un po’ di cose strane o comunque inattese.

Regionali: Nello Musumeci, #diventeràbuttanissima

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L’ archiviazione, arrivata a metà settembre, dell’inchiesta della Procura di Catania per le cartelle esattoriali “aggiustate” a suo favore e a sua insaputa – visto che non era nemmeno indagato – sembrava aver dipanato le nubi che si addensavano sulla candidatura di Nello Musumeci a presidente della Regione Siciliana. Poi sono arrivati l’arresto per truffa del sindaco di Priolo, Antonello Rizza (FI) e la condanna per abuso d’ufficio a carico di Carmelo Pino, ex sindaco di Milazzo (FdI-Noi con Salvini), entrambi candidati nelle liste del centrodestra, per far pronunciare all’ex presidente della Commissione regionale antimafia questa “chicca”: «Non votate gli impresentabili della mia coalizione».

XFactor 11: Levante, ti presento Sally

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Levante e Mara Maionchi giudici della serata  (tvzap.kataweb.it) G li Over a Mara Maionchi, gli Under donne a Levante: menu già conosciuto per la seconda parte dei Bootcamp di XFactor, se non fosse che nel corso della… degustazione scopriamo che la serata andrà esattamente al contrario di quello che avevamo pensato. Meglio, peggio? Boh. L’unica certezza è un dubbio: chi, tra la Mara piagnona e la Levante tagliatrice di teste, è la nuova Arisa? (Che poi è l’unica cosa che mi interessa.)

Regionali: Giancarlo Cancelleri, seconda Stella… a destra

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Giancarlo Cancelleri  (beppegrillo.it) I l più in cerca di (Govern)autore dei “quattro personaggi” candidati alla presidenza della Regione Siciliana è certamente Giancarlo Cancelleri, esponente del Movimento 5 Stelle già candidato alle elezioni di cinque anni orsono e riproposto dai grillini anche dopo che il Tribunale civile di Palermo ha annullato le “regionarie” on line per il ricorso di un candidato escluso via mail a causa della ritardata sottoscrizione del codice etico. Perché il Movimento 5 Stelle è così democratico che le regole, pfui, servono solo agli altri.

XFactor 11: il Fedez melodico e il Morgagnelli fenomeno

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Il palco del Bootcamp a Livorno (blogosfere.it) C he questa per XFactor fosse un’annata dispari si era capito sin dalla prima puntata delle audizioni: poco talento, poca varietà, poca prospettiva e… poche eccezioni. La conferma è arrivata dai Bootcamp: come ogni anno, i quattro giudici hanno dovuto ridurre a 48 i qualificati, ma stavolta il lavoro non è stato particolarmente duro perché i “sì” accordati durante le audizioni erano appena 73. E c’era pure la cinese che cantava Mina, per dire.

Regionali: Claudio Fava e i cento pazzi… Tafazzi

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Claudio Fava  (gds.it) S econdo giro di giostra con i “Quattro personaggi in cerca di (Govern)autore”, ovvero i candidati alla presidenza della Regione alle elezioni del 5 novembre. Se Fabrizio Micari, rettore dell’Università di Palermo e nome imposto – un po’ a sorpresa – da Leoluca Orlando al Pd, è l’unico dei quattro a non essere stato candidato cinque anni orsono, Claudio Fava è quello che nel 2012, già in campagna elettorale, si è accorto – glielo hanno fatto notare, in realtà – di non essere residente in Sicilia e si è quindi ritirato costringendo la sinistra a candidare Giovanna Marano con a sostegno la lista “Claudio Fava Presidente”. Così, per non ingenerare confusione.

XFactor 11: Fedez ha il suo Mark Chapman

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Come si chiama? Ah sì, quello di "Baila como el Papu" S e Dio vuole, le audizioni sono finite. A beneficio di chi si aspetta fuoco e fiamme per la comparsata dell’autore di Baila como el Papu , un ritornello da stadio che accompagna le prodezze dell’attaccante argentino dell’Atalanta “Papu” Gomez, desideroso di mostrare il suo volto (oscurato dal video degli Autogol, virale su Youtube con oltre 25 milioni di visualizzazioni) e chissà quale talento: resterete delusi, perché ­­– come diceva padre Dante – «parole non ci appulcro». Unico appunto a Fedez ( voto 5 ) che gli dà un “sì” chiaramente mirato a non sembrare sceso dalla Luna, visto che non sapeva per nulla di cosa si trattasse.

Regionali: Fabrizio Micari, l’élite con niente da dichiarare

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Palazzo dei Normanni, sede dell'Assemblea regionale siciliana E lezioni regionali nel segno del cinque in Sicilia. Si svolgeranno infatti il 5 novembre (per la seconda volta in autunno), per la quinta volta il presidente della Regione sarà eletto direttamente, e cinque sarebbero i “nomi” in lizza per governare l’isola. Solo che uno dei cinque ­­­– Vittorio Sgarbi, ça va sans dire – è un candidato più che altro “folcloristico”, visto che tutti i sondaggi accreditano della quasi totalità dei consensi gli esponenti di quattro liste o coalizioni: Nello Musumeci per il centrodestra, Fabrizio Micari per il centrosinistra, Giancarlo Cancelleri per il Movimento 5 Stelle e Claudio Fava per la sinistra. Quattro personaggi diversissimi, ma tutti capaci di regalare grandi soddisfazioni agli osservatori e… ai comici.

Se XFactor 11 diventa “Pomeriggio 5”

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"Wendy? Sono a casa, amore" E’ ufficiale: l’edizione 2017 di XFactor è stata sostituita da “Pomeriggio 5”. Perché una così variegata ed esaustiva rassegna di casi umani, a memoria (buona) mia, non si era mai vista in un programma che dovrebbe ancora essere un talent. Come scrivono quelli più moderni di me, «il migrante arrivato su un barcone is for boys , il redivivo uscito dal coma con le cuffiette alle orecchie is for men ». E nella seconda puntata di audizioni è stato celebrato il trionfo del caso più (in)umano di tutti: Arisa.

Dopo Eurobasket per l’Italia un ritorno... al futuro

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Luka Doncic e Goran Dragic, stelle della Slovenia d'oro a Istanbul L a leggendaria cavalcata della Slovenia dell’Mvp Goran Dragic e del numero uno del prossimo futuro Luka Doncic, con la vittoria in finale sulla favorita Serbia che aveva eliminato nei quarti l’Italia guidata da Ettore Messina al passo d’addio, chiude un’edizione di Eurobasket bellissima e di livello alto dal punto di vista tecnico.

XFactor 11: “Tappami Levante, se mi vuoi bene”

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Tutti in piedi per il vilipendio all'inno di Mameli (xfactor.sky.it) D ebutto da record per la nuova edizione di XFactor: oltre 1 milione e 300 mila spettatori, 5% di share e subito un tabù sfatato. Già da luglio, praticamente da quando durante i Bootcamp c’è stato l’annuncio ai giudici, sappiamo infatti quale categoria guideranno Fedez, Manuel Agnelli, Levante e Mara Maionchi. Ricordate il casino che era successo qualche anno fa, quando questa notizia era trapelata prima della messa in onda del programma? Beh, scordatevelo: stavolta è passata così tanto in cavalleria da giustificare il sospetto che si tratti di un espediente della produzione.

L'Università su... History Channel, per il rettore Navarra sono "Affari di famiglia"

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L'Università di Messina vista dal Tribunale U n “caso” che coinvolge l’Università, più precisamente il Policlinico, e il Tribunale. Una “rete di protezione” da far invidia a Camilleri, un “muro di gomma” contro il quale va a sbattere chi lotta per avere giustizia. Il tutto con il solito condimento di (presunti?) favoritismi, arbitr î , addirittura illeciti, e l’altrettanto solita ombra del nepotismo; e il tutto, ancora una volta, a Messina. Vi ricorda niente?

NBA Finals: ma quindi ha vinto LeBron, giusto?

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Adesso diranno tutti che era scontato, che se una squadra come i Golden State Warriors prende Kevin Durant non può non vincere il titolo, anche se dall’altro lato c’è il più forte del mondo e forse della storia. Uhm. Sedetevi un attimo e parliamone, anzi fate parlare IlMaxFactor che è meglio.

NBA Finals: Repubblica contro Monarchia

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A.A.A. Fantasia cercasi. Citofonare Warriors e Cavs (usatoday.com) Q uindi, alla fine della fiera, la stagione NBA è stata inutile. I Golden State Warriors hanno dominato a Ovest, i Cleveland Cavaliers si sono facilmente imposti a Est e per il terzo anno consecutivo si ritrovano alle Finals, con l’obiettivo di portarsi in vantaggio in una rivalità ai massimi livelli che non ha precedenti nella Lega. Tanto da meritarsi quasi lo status di una lotta tra Repubblica e Monarchia.

NBA, finali di Conference: Molto rumore per nulla?

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La favolosa stoppata di Manu Ginobili su James Harden E così, dopo serie ribaltate, rimonte pazzesche, gare-7 tra squadre che si sono picchiate per tutto il tempo (anzi, per tutto l’anno), sfide tra aspiranti Mvp, tra passato presente e futuro, infortuni e resurrezioni, arbitraggi e polemiche, in finale di Conference ci vanno le prime due teste di serie, sia ad Est che ad Ovest. Il che, per fortuna, non ha reso inutili questi bellissimi playoff.

NBA: LeBroNemesi per IlMaxFactor

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LeBron James versione presidente, anzi re degli Stati Uniti d'America  (ultimouomo.com) D iciamolo chiaramente: soprattutto quando fai il mio mestiere – ma in generale quando ti sbilanci in pronostici di ogni genere – premetti sempre che tanto non li azzecchi mai, nemmeno per la legge dei grandi numeri, che tanto i pronostici non li sbaglia solo chi non li fa e via dicendo. Tutto solo ed esclusivamente per pararti il culo.

Playoff NBA, Barba ha preso l’aereo

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Kevin Durant in borghese se la ride con Steph Curry C on le ultime gare-2 giocate nella notte, che hanno visto Golden State, Washington e Houston andare sul 2-0 nelle rispettive serie, i playoff della NBA prendono… l’aereo e si trasferiscono sul campo della squadra peggio classificata in regular season per due partite che diranno forse una parola definitiva sui rapporti di forza in campo. Ecco il punto della situazione tanto a Est quanto a Ovest.

Playoff NBA: guida galattica per scommettitori a cui non interessa vincere

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S e la stagione regolare della NBA è stata a dir poco scoppiettante, tra record di triple doppie, nuove superstar che si affacciano all’Olimpo del basket, squadre che sembrano chiamate dal destino a vincere, nuove e inattese rivalità, a maggior ragione è lecito aspettarsi tanta roba dai playoff che iniziano questa sera.

Brunori Sas, un concerto contro la paura

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La Brunori Sas durante il soundcheck a Catania (Ph. Pina Castanotto) «M i sono scialato, grazie ragazzi». Sono più o meno le ultime parole che ti aspetteresti da Dario Brunori alla fine della data più improbabile di un tour trionfale, quella del “Ma” di Catania dove è approdato qualche giorno fa lo show A casa tutto bene , reduce da una serie incredibile di “sold out” con le punte di 4 mila presenze al Teatro Atlantico di Roma, 3 mila all’Alcatraz di Milano e due pienoni consecutivi a Bologna.

NBA: una settimana da Dio. Ma non per tutti

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A una settimana esatta dalla fine della regular season NBA, i risultati della notte (vittoria di Cleveland a Boston, sconfitta di San Antonio in casa contro i Lakers) hanno innanzitutto spazzato via gli ultimi dubbi sulla testa di serie numero 1 nei due tabelloni dei playoff: Cavaliers da una parte e Golden State Warriors dall’altra guideranno anche quest’anno il lotto delle sedici pretendenti al titolo. Per i Cavs non è tanto la partita di margine in classifica o il 3-1 negli scontri diretti, quanto l’impressione complessiva di superiorità rispetto ai Celtics (pur in una stagione regolare con tanti problemi e polemiche) a valere il fattore campo fino alle Finali; per Golden State, che non perde da 13 partite, il primo posto a Ovest invece è già matematico. Diamo un’occhiata ai due tabelloni quando quasi tutte le squadre devono ancora giocare quattro partite.

Il Cateno elementare: De Luca, l’ABC della restaurazione

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Cateno De Luca vuole Palazzo Zanca. In tutti i sensi  (stampalibera.it) è vero, lo ha annunciato il primo aprile e quindi il sospetto (velato di speranza) che si tratti solo di una boutade è concreto; tuttavia, se la candidatura di Cateno De Luca a sindaco di Messina fosse proprio vera non ci sarebbe tanto da stupirsi. Anzi, a ben vedere è perfetta.

NBA: quando la lezione NON è servita. Kawhi meglio di LeBron?

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Kawhi Leonard marca LeBron James D ell’armistizio tra IlMaxFactor e LeBron James già sapete. La rimonta (con doppio quarantello ritornato carpiato e un avvitamento e mezzo) da 1-3 nelle Finals dello scorso anno, ancorché favorita dal crollo dei Golden State Warriors e dallo sguardo benevolo del front office NBA nei confronti dei suoi Cleveland Cavaliers, ha fatto scoppiare la pace spazzando via il soprannome di “Fasullo” che prima, secondo questa rubrica, ben calzava al giocatore più forte dell’era post-Kobe. O forse no.

Ma chi dice Le Donne, dice danno?

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Renato Accorinti e Antonio Le Donne A l momento di affidargli (di fatto) le chiavi di Palazzo Zanca in forza di una antica frequentazione ma soprattutto di una reputazione consolidata, Renato Accorinti lo definì “un fuoriclasse”, ma di Mario Balotelli – nome che all’epoca andava parecchio di moda e che fu evocato proprio come termine di paragone – Antonio Le Donne forse ha mostrato più le... qualità caratteriali che quelle professionali.

#CiaoneCarbone, il Brunori Sas del Pd

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«Su di una cosa potrete star certi: non ci sarà più scollamento tra ciò che il Pd dirà e le posizioni dei consiglieri. L’obiettivo è ridare un’idea unitaria al partito» Le ultime parole famose di Ernesto Carbone, 13 ottobre 2015 Matteo Renzi al Lingotto Che Renzi al Lingotto abbia citato il cantautore cosentino Brunori Sas e la sua canzone Il costume da torero («Non sarò mai abbastanza cinico / da smettere di credere / che il mondo possa essere / migliore di com’è / Ma non sarò neanche tanto stupido / da credere / che il mondo possa crescere / se non parto da me») è per alcuni versi la chiusura di un cerchio.

Cuzzola e la moglie del sindaco: un thriller per Accorinti

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Vincenzo Cuzzola S u una cosa, a proposito del nuovo assessore al Bilancio della giunta Accorinti, sono tutti d’accordo: Enzo Cuzzola è bravo e competente. Lo pensano sia a destra che a sinistra, non a caso ha attraversato Repubbliche (prima, seconda, forse già la terza), schieramenti, partiti, esperienze politiche diversissime, persino tempeste giudiziarie da vero “uomo per tutte le stagioni”.

Mozione di sfiducia: e #Bella Ciaone risuona sui tetti di Palazzo Zanca

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Accorinti dopo la bocciatura della mozione (tempostretto.it) Una mattina mi son svegliato e ho trovato #CiaoneCarbone (da “Bella Ciao”) E urlo il mio barbarico Yawp! che risuona sui tetti del mondo. (Walt Whitman) In una bellissima (quanto, devo ammettere, inattesa) lezione teatrale al “Festivaletteratura” di Mantova, prendendo spunto dalla vicenda di Alessandro Magno lo scrittore Alessandro Baricco definisce la realtà come la somma di fatti più storytelling , ovvero narrazione. Ecco, mi sembra una buona chiave di lettura della vicenda politica di Renato Accorinti. Simboleggiata in maniera quasi provvidenziale dal coro sulle note di BellaCiao intonato dai suoi sostenitori nell’aula di Palazzo Zanca quando è stata ufficiale la bocciatura della mozione di sfiducia.

NBA: quando la lezione è servita. (Quasi) tutto secondo pronostico

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V isto che di norma non azzecco una previsione nemmeno per la legge dei grandi numeri, quando in questi giorni che precedono la pausa per l’All Star Game (che si celebra nel prossimo weekend) ho controllato le classifiche della Nba, per verificare come stesse andando il mio pronostico, ho quasi avuto un coccolone.

Un unico, lunghissimo “momento Federer”

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D avid Foster Wallace – che prima di diventare lo scrittore “feticcio” di una generazione era un tennista di belle speranze – in un editoriale sul New York Times intitolato Roger Federer as religious Experience ha coniato l’espressione “momento Federer” per designare quel lampo di inimitabile grandezza, quello squarcio di assoluto che solo il Re, in un particolare stato di grazia, è capace di dispensare al suo pubblico e agli appassionati. A rigore, quindi, l’intero quinto set della finale di Melbourne contro Nadal è stato un unico, lunghissimo “momento Federer”.

Musica: Brunori Sas, all'improvviso un De Gregori

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S olita premessa: a chi, come me, è nato negli anni Settanta ed è cresciuto abbeverandosi alla fonte della canzone d’autore italiana, è sempre mancato un riferimento generazionale. Intendo un cantautore da scoprire e seguire, del quale intuire le potenzialità e celebrare l’esplosione.

«Io, Drake Diener, un uomo fortunato: Gioco a basket col morbo di Crohn»

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Nel corso della stagione 2007/2008, la prima a Capo d'Orlando, Drake Diener parlò per la prima volta della sua lotta contro la malattia in una lunga intervista alla Gazzetta del Sud . E' stata una delle esperienze che mi hanno insegnato di più in venticinque anni di professione, e oggi che proprio i canestri di Diener hanno riportato l'Orlandina, dieci anni dopo, alle Final Eight di Coppa Italia mi sembra giusto riproporla.