XFactor: l’uccisione di Babbo Natale
Coattizer in azione per i Maneskin |
Sarà che l’apertura con
Noel Gallagher che canta Don’t look back
in anger in una versione acustica da brividi (voto 8 ad Alessandro
Cattelan che quasi non riusciva a proseguire) mi ha predisposto sin troppo bene,
ma il sesto live di XFactor mi è veramente piaciuto. O sarà che sto
invecchiando e di qui a poco farò la fine di Mara Maionchi che sbaglia pure il nome di un suo concorrente (voto 0, insomma!). Ed è stata pure una
bella puntata natalizia: Fedez che loda i concorrenti di Manuel Agnelli, Manuel
Agnelli che loda il concorrente di Fedez (voto
6 a entrambi dopo gli insulti di giovedì scorso), Damiano dei Maneskin che
a momenti si denuda sul palco come Jim Morrison, Levante che resta senza
concorrenti... Insomma, più o meno
quello che avevo chiesto a Babbo Natale.
Intendiamoci: se Santa
Claus – con quella barba – è Andrea Radice, eliminato al ballottaggio con i
Ros, allora abbiamo assistito all’uccisione di Babbo Natale come nella canzone
di De Gregori (qui il link per vostra cultura personale). Ma per il resto, è
stata una serata di doni e persino IlMaxFactor si sente un po’ più buono.
Figuratevi dopo che i Ros (voto 8) sono scampati all’eliminazione
nella prima manche pur avendo suonato un urlatissimo pezzo dei Rage Against the
Machine, Killing in the name. Sorvolo
sull’importanza di un passaggio televisivo, e in un contesto molto diverso dal
loro, della band di rap-metal più politicizzata della storia musicale recente
per soffermarmi sull’esibizione dei Ros: suonata benissimo, con un “tiro” non
indifferente e la voce di Camilla a sfidare gli urlacci di Zack de la Rocha con
buoni risultati anche se con qualche piccola imprecisione. Bravi, ma alla fine
ero certo che il pubblico non avrebbe sopportato.
Enrico Nigiotti sembra aver preso il volo (twitter.com) |
Un altro che in teoria
rischiava tanto, ma che ha conquistato una credibilità e uno status tali da
metterlo al sicuro dal ballottaggio è Enrico
Nigiotti (voto 7,5): la sua
versione di Mi fido di te di
Jovanotti, così stravolta rispetto all’originale, è coraggiosa al limite dell’incoscienza
ma la resa è comunque molto interessante, e ormai neanche Fedez e Manuel
Agnelli gli danno più addosso. Piace anche Samuel
Storm (voto 7) alle prese non
solo con She’s on my mind di JP
Cooper ma soprattutto con tre ballerine messe lì per scioglierlo un po’ e che invece
rischiano di confonderlo e mandarlo in tempesta (storm) sì, ma ormonale. Il meno brillante della prima manche è proprio
Andrea Radice (voto 6,5) che non sa letteralmente cosa fare di Diamante di Zucchero, inizia sin troppo
timido e nel finale cambia la melodia senza particolare costrutto. Tocca quindi
ai Maneskin (voto 9) con la meno attesa delle loro due esibizioni, Flow di Shawn James. In versione unplugged, costruito quasi come una
messa cantata, il brano testimonia la versatilità del gruppo e della voce di
Damiano, stavolta meno arrogante e “urlata” e più intensa del solito. Prova
eccellente, come sempre, e una dimostrazione della possibilità dei Maneskin di
suonare qualsiasi cosa.
Per motivi diversi dai
Maneskin, l’altro concorrente più atteso alla prova è Rita Bellanza (voto 7).
Assegnazione quasi suicida da parte di Levante
(voto 4): In questo misero show di Renato Zero. Il brano è bellissimo, all’inizio
Rita è un po’ calante ma poi si riprende e il finale è emozionante il giusto.
Non avrebbe meritato di uscire in questa occasione. L’esibizione che sposta un
po’ i rapporti di forza tra i favoriti per la vittoria finale è quella di Lorenzo Licitra (voto 9), ed è più che significativa perché arriva con un banco di
prova di quelli impossibili: una regola non scritta dei talent recita che
Freddie Mercury non si assegna, ma la Maionchi non lo sa e per sovrammercato
sceglie la leggendaria Who wants to live
forever. Ebbene, il tenore ragusano si prende la scena con una prova
perfetta dal punto di vista vocale, ricca di potenza nei punti giusti ma
soprattutto intensa come forse non gli era mai riuscito. Brividi obbligatori e venghino siori, c’è un nuovo rivale per
Damiano e soci.
Lorenzo Licitra nuovo rivale dei Maneskin (soundsblog.it) |
Con l’uscita di Rita si
consuma il piccolo dramma umano di Aris… ehm, Levante che resta senza
concorrenti in gara prima della semifinale. La cantautrice siciliana paga
scelte non del tutto congrue ai Bootcamp e agli Home Visit, ma soprattutto la
scarsa esperienza nel ruolo di giudice che si riverbera in qualche assegnazione sbagliata, ma pesa anche la discutibile e prematura eliminazione di Camille
Cabaltera. Spiace che Rita non possa cantare Escluso il cane di Rino Gaetano nella seconda manche, quella
dedicata alle “my song” ovvero alle scelte dei ragazzi, ma ce ne faremo una
ragione. Inizia Enrico Nigiotti (voto 7,5) con un pezzo di Fabi e Gazzè,
Vento d’estate, per il quale durante
la settimana la Maionchi lo avrebbe impalato. Invece lo porta a casa con la
solita personalità. Molto più centrato che nella prima manche Samuel Storm (voto 8) che si autoassegna Say
something di Christina Aguilera: interpretazione sentita e intensa, il
timbro è sempre molto particolare e la resa complessiva ottima. Mi convince un
filino meno, questa volta, Lorenzo
Licitra (voto 7,5) con Million reasons di Lady Gaga: solita
prova vocalmente impeccabile e qualche concessione di più al rapporto con il
pubblico, ma se andiamo in profondità è una prova meno impressionante di quella
della manche precedente.
I Ros (voto 8), a rigore,
dopo i Rage Against the Machine, questa Future
starts slow dei Kills dovrebbero farla più soft e “intima”, in realtà loro
suonano sempre pieno e “arrabbiato” ma spaccano e soprattutto crescono di
puntata in puntata. Andranno al ballottaggio perché ormai siamo rimasti con i
pezzi grossi, però che bravi. Una dimenticabile Transformer degli Gnarls Barkley, cantata come pezzo di bravura ma
non del tutto a fuoco, caratterizza l’esibizione di Andrea Radice (voto 6,5)
che torna in difficoltà nell’affrancarsi dal suo “marchio di fabbrica”
stilistico e vocale. E visto che nella prima manche non avevano sfracellato la
concorrenza, i Maneskin (voto 9) pensano bene di alzare a
dismisura il tasso di “coattagine”, associato però a una capacità negli
arrangiamenti e nell’esecuzione sempre straordinaria, con una messa in scena trash: Damiano che fa la pole dance in tacchi alti e maglietta a
rete è qualcosa che non ci saremmo veramente aspettati, anche se per le
premesse – e soprattutto per la faccia che aveva fatto Manuel Agnelli alle prove generali – pensavo che lo
avremmo visto staccare la testa a un pipistrello con i denti come Ozzy Osbourne.
Tanto che alla fine il loro giudice li ringrazia per «essere stati sobri come
avevo chiesto loro». Quanto sembra vecchio Noel Gallagher che si esibisce
subito dopo...
Il ballottaggio tra Andrea Radice e i Ros |
L’ultimo scontro tra
Ros e Andrea Radice è quello che nel tennis si chiama “contrasto di stili”: il
pizzaiolo napoletano va sul sicuro con Recovery
di James Arthur (voto 7), Camilla e
soci non hanno ancora finito di stupire e la loro L’unica cosa della band indie rock Marta sui Tubi è un viaggio in
metrica sulle montagne russe (voto 8).
Giusto il verdetto dei giudici: i Ros restano in gara, Mara Maionchi perde il
suo primo concorrente solo al sesto live
e l’uccisione di Babbo Natale è compiuta. Solo che, al posto di “Dolly del mare
profondo”, l’assassina è una cantante con i capelli fucsia.
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