mercoledì 22 marzo 2017

Ma chi dice Le Donne, dice danno?

Renato Accorinti e Antonio Le Donne
Al momento di affidargli (di fatto) le chiavi di Palazzo Zanca in forza di una antica frequentazione ma soprattutto di una reputazione consolidata, Renato Accorinti lo definì “un fuoriclasse”, ma di Mario Balotelli – nome che all’epoca andava parecchio di moda e che fu evocato proprio come termine di paragone – Antonio Le Donne forse ha mostrato più le... qualità caratteriali che quelle professionali.

Come IlMaxFactor aveva scritto già all’epoca, una delle priorità del sindaco eletto a giugno del 2013 dal punto di vista amministrativo era non farsi rigettare da una macchina burocratica notoriamente scadente e compromessa, espressione della Prima Repubblica che viveva, prosperava e acquistava sempre più forza e potere nel rapporto “malato” con la politica tradizionale. In particolare, a preoccupare Accorinti erano il livello di preparazione e il grado di refrattarietà al nuovo corso dei dirigenti comunali. Tanto che, quando per... ricambiare la fiducia del primo cittadino – che lo aveva voluto a tutti i costi nonostante già si vociferasse della sua vicinanza a D’Alia – Le Donne aveva preteso di avere non solo il ruolo di segretario generale ma anche quello di city manager, per guadagnare quasi 200 mila euro l’anno in una città con la spada di Damocle del dissesto finanziario, aveva motivato l’opportunità del doppio ruolo con le prerogative del direttore generale in termini di indirizzo, supervisione e controllo proprio nei confronti dei dirigenti.

Palazzo Zanca
Ebbene: non vuol essere un comodo alibi per Renato, ma alla luce dell’ostruzionismo nei suoi confronti in questi quattro anni – da bandi e proroghe del servizio di mensa scolastica “dimenticati” all’ultima vicenda dei semafori che proprio in questi giorni ha portato il vicesindaco Gaetano Cacciola a sbottare “I dirigenti li cambierei tutti” – se il compito di Le Donne era mettere ordine nella macchina amministrativa di Palazzo Zanca, allora ha fallito più pesantemente dello stesso Balotelli. E dire che gli stessi sindacati e in particolare la Cgil, dopo il primo incontro con il city manager, avevano parlato chiaramente della necessità di porre fine a certe “rendite di posizione” in favore di un’articolazione più razionale ed efficiente degli uffici.

Superfluo ricordare come negli ambienti più vicini ad Accorinti – da CMdB a “Indietrononsitorna” – l’insofferenza nei confronti di Le Donne sia progressivamente aumentata, tanto che si arrivò a parlare insistentemente della revoca dell’incarico di direttore generale, con il mantenimento di Balotelli solo come segretario. Non se ne è fatto nulla e l’impressione è che il potere di quest’ultimo sia addirittura aumentato a discapito di quello dello stesso sindaco e del suo esecutivo.

Separati alla nascita: Antonio Le Donne ed Emilio Fragale
D’altra parte, forte di un curriculum invidiabile – oltre che di una inquietante somiglianza con Emilio Fragale, pari ruolo nella sindacatura Genovese che si ricorda solo per uno pseudo buonismo tale da far sembrare Baden-Powell un kamikaze dell’Isis ­–  Le Donne appariva l’uomo ideale per dare concretezza e correttezza formale alle idee rivoluzionarie e non ortodosse del “sindaco scalzo”. Anche perché, a sentire lui, per esempio a Capannori (grosso comune in provincia di Lucca nel quale ricopriva lo stesso ruolo) era così bravo, ma così bravo che alla mattina preparava persino la rassegna stampa tanto da affermare che il Comune non aveva bisogno dell’ufficio stampa, o il sindaco di un portavoce. Sarà per questo che, rifiutando a più riprese di adeguarsi alla volontà di Accorinti di regolarizzare la posizione del capo ufficio stampa Sergio Colosi, ha trascinato Palazzo Zanca in una vertenza dalla quale deriverà certamente un pesante danno erariale visto che la giurisprudenza di merito, in particolare in Sicilia, è ormai costantemente a favore dell’applicazione del contratto giornalistico anziché di quello degli Enti locali.

Ma se danno erariale ci sarà, è probabile che né Le Donne né l’avvocato che “difende” il Comune (e che non ha di fatto permesso una transazione che avrebbe fatto risparmiare a Palazzo Zanca oltre 100 mila euro) paghino; più probabile che la Corte dei Conti chieda, appunto, conto ad Accorinti. Non andò così proprio a Capannori: l’incarico di capo di gabinetto conferito dall’amministrazione Del Ghingaro dal 2004 al 2009, per un totale di oltre 400 mila euro, a un soggetto non in possesso dei requisiti gli è costato una condanna da parte della Corte dei Conti (confermata anche dalla prima sezione centrale di Appello, in attesa della pronuncia della Cassazione) a restituire poco più di 1.800 euro più gli interessi, per quota parte su un totale ripartito tra amministratori (tra i quali, per circa 500 euro, l’assessore all’ambiente Alessio Ciacci che in riva allo Stretto ha guidato Messinambiente) di circa 120 mila euro.

Chi si ricorda la rete civica? La gestiva Feluca
Di recente indagato – chissà perché, va detto molto onestamente ­– nell’inchiesta “Gettonopoli”, Le Donne potrebbe rischiare nuovamente per una vicenda analoga, quella relativa all’assunzione degli ex dipendenti di Feluca tra Amam e Atm: a novembre dello scorso anno, l’Ispettorato del lavoro ha inviato le carte in Procura avendo riscontrato delle irregolarità, in particolare nell’attestazione da parte del city manager dello status di “società controllata dal Comune” (Feluca era invece una società mista con quota di capitale pubblica pari al 30 per cento) e della presenza di un contratto di servizio invece ormai scaduto, tanto che i lavoratori erano stati messi in casa integrazione e licenziati. Le contestazioni vanno dal falso in atto pubblico all’abuso d’ufficio fino al danno erariale, ma da questo ad affermare che chi dice Le Donne dice… danno (erariale, appunto) ce ne corre.


Il segretario generale, infatti, tira dritto ed a fine 2016 insieme al sindaco Accorinti annuncia il primo concorso pubblico a Palazzo Zanca dal Pleistocene: 51 posti, 21 dei quali riservati alle progressioni interne. Una vera rivoluzione e un segnale concreto di cambiamento. Affrettatevi, perché dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana il bando è in scaden... come dite? Non è stato pubblicato? Problemi tecnici? Azz, ci vorrebbe un fuoriclasse per risolverli...

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