XFactor: Napoleone Fedez alla campagna di Russia

Gabriele Esposito (mag.sky.it)
E’ la serata delle “seconde volte” a XFactor. La seconda volta dei Negramaro, riunitisi dopo essere stati a un passo dallo scioglimento; la seconda volta della “proposta indecente” di andare al tilt, questa volta tirata fuori in maniera surrettizia da Fedez e altrettanto speciosamente bocciata dagli altri giudici; e soprattutto la seconda volta in cui diciamo addio a Gabriele Esposito, eliminato l’anno scorso da Arisa ai bootcamp e arrivato invece a cantare il suo inedito in questa edizione.

Ah sì, perché c’era anche una “prima volta”: quella degli inediti proposti già al quinto live, quando in gara non ci sono più quattro-cinque concorrenti ma ancora otto. Tanto che il primo dubbio sorge immediatamente: ma il già asfittico mercato discografico italiano sarà in grado di “digerire” otto inediti che escono in contemporanea da un talent, e per di più in una delle stagioni meno brillanti in assoluto? La risposta – direbbe Corrado Guzzanti – è dentro di te, ed è sbagliata. Potrebbero funzionare Maneskin e Lorenzo Nigiotti, mi sono piaciuti un sacco i Ros e tutto sommato Samuel Storm, ma per il resto non è che ci sia di che ingolfare le playlist.

Dicevamo dei Negramaro, annunciati dal medley proposto dai concorrenti rimasti in gara e che al termine della prima manche propongono il loro nuovo singolo, caratterizzato da una “virata” in ambito electro-pop che non mi è dispiaciuta affatto. Inutile andare a cercare un inedito dei ragazzi che possa misurarsi con lo stesso mercato, però – come accennavo sopra – Maneskin e Nigiotti “rischiano” di passare tantissimo per radio e di essere scaricati con grandi numeri sulle piattaforme di digital download. Il primo a esibirsi è comunque Lorenzo Licitra (voto 5). La sua In the name of love, scritta da Fortunato Zampaglione, sembra un esperimento à la Battiato che cantava «Lady Madonna... With a little help from my friends», visto che dopo il verso con il titolo (ripreso dagli U2) c’è un beatlesiano «Love is all we need» e lungo la canzone le citazioni si sprecano. Pezzo banale e che non aggiunge nulla né a Licitra né al programma. Così come Gabriele Esposito (voto 6), che ripropone l’inedito Limits già presentato alle audizioni. Qui il riferimento sono i vari Shawn Mendes che affollano le nostre classifiche, lui canta sempre molto bene ma complessivamente il brano non è abbastanza forte.

I Maneskin cantano il loro inedito: una bomba
Il clou della serata, lo sappiamo già, sarà l’esibizione dei Maneskin (voto 9). L’inedito, anche qui già presentato alle audizioni, si chiama Chosen e compendia tutte le caratteristiche del gruppo, compresa una componente di arroganza che definirei “dimostrativa” – per la serie: ora guardate quanto siamo bravi e quanto spacchiamo – e che nemmeno disturba. Il pezzo è molto, molto forte ma ho una critica da muovere a Manuel Agnelli (i voti ai giudici tutti alla fine, visto il casino che è successo): perché non indirizzarli verso una carriera in italiano, nella quale potrebbero veramente proporsi sul mercato come una bella novità? (Detto questo, ormai solo Samuel Storm può frapporsi tra loro e la vittoria finale.)

Chi abbraccia un po’ a sorpresa la lingua di Dante – o meglio, la lingua di Gigi D’Alessio – è Andrea Radice (voto 6). Questa Lascia che sia scritta da Pietro Foglietti è a tutti gli effetti un pezzo neomelodico di quelli che ascoltano nell’autoradio in Gomorra, che a Napoli potrebbe vendere tantissimo, ma proprio non mi dice niente; e questo nonostante la voce di Andrea qui appaia anche più roca e corposa che in precedenza. A proposito di voce roca, apriamo il capitolo Rita Bellanza (voto 6,5), che con una citazione brunoriana dovremmo chiamare Maddalena e Madonna per come è stata intesa dai giudici e dal pubblico: prima come la nuova Fiorella Mannoia e poi come un’usurpatrice del posto al live. Per una volta, mi iscrivo al partito del “la verità sta nel mezzo”: questa ragazza ha un timbro unico, sulle note basse sembra veramente la Vanoni ma pecca (tanto) di tecnica e non ha estensione sufficiente per arrivare bene agli acuti. Ciò detto, il suo inedito – scritto da Levante in persona ­­– è uno dei migliori del lotto e nel corso della serata si riabiliterà, Madonna incompresa in àguas de Março. Ma ne parleremo più avanti.

Chi ormai va liscio liscio, molto più del mare solcando il quale è arrivato in Italia (e meno male, ché ne ha viste abbastanza) è Samuel Storm (voto 7) che ha scritto The story raccontando la sua terribile esperienza e ne regala un’interpretazione intensa e sentita. Al di là delle critiche intellettualoidi di Manuel, mi pare un brano perfettamente centrato sulle sue qualità vocali e che gli può aprire una strada artistica.

Camilla dei Ros ha fatto... Rumore
La notizia positiva di quest’edizione di XFactor, per il mio gusto, è il crescente successo dei Ros (voto 8). Fuori dalle logiche del ballottaggio da almeno un paio di settimane – poi, per carità, possono tornarci già al prossimo live ­­­­– sembrano essere riusciti a farsi capire dal grande pubblico e sì, in questo Manuel Agnelli ha ragione: vedere un gruppo punk-rock così avanti a XFactor non era affatto scontato. Il pezzo si chiama Rumore e dicono di averlo composto in sala prove durante questa edizione: non sarà perfetto, ma è originale (a parte il riff iniziale preso pari pari da Song no.2  dei Blur che Manuel affida loro per la seconda manche, quindi sarà una citazione), ben scritto e ben cantato.

A proposito di citazioni, rimandi e modelli ispiratori: alzi la mano chi, vedendo Enrico Nigiotti (voto 8) cantare finalmente la sua L’amore è, non ha pensato – soprattutto nella strofa – a Edoardo Bennato del quale interpreterà L’isola che non c’è nella seconda manche. Mi aveva colpito alle audizioni, è un brano certamente ben scritto e che non si vergogna dei suoi riferimenti cantautorali. E per una volta anche i cattivoni in giuria, Fedez e Agnelli in testa, non hanno critiche da muovere. Inciso: a pochi giorni dalla pubblicazione, il brano è secondo su iTunes (dietro solo i Maneskin) anche se ne è stata pubblicata una versione sbagliata. O forse perché ne è stata pubblicata una versione sbagliata.

Al ballottaggio Gabriele Esposito, ci ritroviamo già a tarda sera con un’altra manche da celebrare. Ma sarà velocissima. I sette cantanti ancora in gara, infatti, si esibiscono uno dietro l’altro in una specie di ipertrofico medley dei più grandi successi degli artisti preferiti dei giudici. O meglio, sarà vero con Blur e Franz Ferdinand per Agnelli, con Jobim per Levante, con Bennato per Mara Maionchi (che però Gotye non sa nemmeno chi sia e Justin Timberlake lo detesta sicuro), però tutto quest’amore di Fedez per Adele... Ad ogni modo, anche senza il doppio palco andiamo anche noi di carrellata: Samuel canta bene – e basta – Rolling in the deep, i Ros spaccano con Song no.2, secondo me Rita Bellanza affronta nel modo giusto Águas de Março grazie al suo timbro unico, ancora più simile a quello di Astrud Gilberto che di Elis Regina, Andrea Radice divide i giudici con Can’t stop the feeling ma in realtà non lascia il segno, Lorenzo Licitra appare totalmente inadatto per Somebody I used to know, i Maneskin chevvelodicoaffare (Take me out l’ennesimo atto di arroganza), Enrico Nigiotti è intenso e commovente ne L’isola che non c’è. Ballottaggio per Rita che in realtà in questa manche proprio non l’avrebbe meritato, e qui inizia lo show.

La lite tra Fedez e Manuel Agnelli allo "StraFactor" (tvzap.kataweb.it)
Perché Napoleone Fedez (voto 4), che pensa di essere il più furbo, sentito che Mara salverà Rita ai danni di Gabriele e sapendo quanto il giovane napoletano stia sugli zebedei a Manuel s’inventa una filippica sull’opportunità di rinviare il verdetto al “tilt” con sofismi che nemmeno il Morgan dei tempi migliori: «Questa sera li consegniamo al pubblico, è giusto che sia il pubblico a decidere chi mandare avanti». Il futuro papà di Leone Lucia prova a strizzare l’occhio a Manuel Agnelli (voto 7 per la cattiveria, 3 per l’ipocrisia) che fece sì un appello analogo, ma perché aveva all’ultimo scontro due cantanti della sua categoria. Ma per Fedez finirà come la campagna di Russia: la risposta di Manuel lo... gela («accetto il tilt» e poi, quando Ale Cattelan gli fa presente che deve comunque fare un nome, elimina Gabriele ben sapendo che Mara farà lo stesso), ormai Mara Maionchi (voto 7) pur di non andare al tilt si aggrappa a qualunque cosa, e così Gabriele è già sul treno per Napoli Centrale mentre Levante (voto 4) si vede risparmiare il poco invidiabile record di avere tutti i concorrenti eliminati al quinto live. La notizia buona è che Arisa resta irraggiungibile, quella migliore è che in avvio di “StraFactor” prima si mandano a cagare Manuel e Fedez che defeziona, quindi persino Mara – che ha ancora tre cantanti in gara – sfancula senza motivo alcuno l’incolpevole Daniela Collu prima di mostrare le terga anche lei. Fortuna che da qui alla finale è tutta discesa.

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