XFactor: le idi di marzo… a novembre
Levante ha fatto la fine di Giulio Cesare alle idi di marzo |
Sarà
stato il traguardo dell’inedito ormai vicino, saranno stati i rimbrotti de
IlMaxFactor, fatto sta che dopo il live
più scadente di questa esibizione (ma anche di un paio delle precedenti) la
quarta puntata di XF11 ha fatto registrare un bel salto di qualità, con un paio
di “acuti” soprattutto da parte dei gruppi (voto 8 a Manuel Agnelli)
e una bella rissa finale con tanto di sospetti di “gombloddo” ordito da Gianni
Morandi (!) che nemmeno ai tempi di Arisa. Arisa che – avete visto – si è finalmente
reincarnata in Levante (voto 2) come IlMaxFactor aveva previsto
da tempo.
In realtà, dopo la
follia della prima puntata quando andò al ballottaggio l’intera categoria di
Fedez, si è riproposto un problema di questa edizione: la formula. Va bene aver
anticipato l’inedito al quinto live,
va bene la necessità di rinfrescare un format sempre uguale a se stesso, però
le tre manches con tre concorrenti
ciascuna, il salvataggio di uno dei tre ballottanti da parte dell’ospite e l’ultimo
scontro che va alla rovescia sono troppo anche per uno stomaco forte come il
mio. E come già giovedì scorso, proviamo a mettere ordine nel caos con le
pagelle de IlMaxFactor.
Camille
Cabaltera (Sorry not
sorry, Demi Lovato) 7,5
Camille, Rita e Gabriele al ballottaggio |
Si interrompe in
maniera decisamente prematura l’XFactor della ragazza filippina. Il pezzo fa un
po’ cagare – come fa notare Manuel – ed è un’assegnazione in pratica
sovrapponibile alle precedenti – come fa notare Fedez – però lei è veramente
brava. Finisce al ballottaggio perché in competizione con due “pezzi da novanta”
come Samuel Storm e Lorenzo Licitra, in realtà i giudici le avevano dato
ampiamente merito. Quello che succede dopo è più o meno la congiura di Bruto.
Samuel
Storm (A song for
you, Donny Hathaway) 7,5
Riportato da Fedez nel
suo àmbito, ritrova improvvisamente lo smalto e la qualità vocale, ma
soprattutto la capacità di emozionare delle audizioni. Detto che, se non era
andato al ballottaggio giovedì scorso, difficilmente ci arriverà mai, con
questa prova si è certamente ripreso il favore del pubblico e degli stessi
giudici.
Lorenzo
Licitra (Nothing else
matters, Metallica) 7
Lorenzo Licitra (scuolazoo.com) |
Assegnazione curiosa da
parte di Mara Maionchi (voto 7), che mantiene tre cantanti in
gara e li porta tutti all’inedito - mentre, per dire, Levante è rimasta con la
sola Rita Bellanza - ma apparentemente senza grande merito. Il “pezzone” rock
sinfonico è sicuramente nelle corde di Lorenzo ed è vero che il crossover è più riuscito di altre volte,
però il “lodo Bublè” a proposito del tenore ragusano resta d’attualità, Fatto
sta che ha una tifoseria ormai consolidata, e anche lui non rischia di uscire
tanto presto.
Rita
Bellanza (La donna
cannone, Francesco De Gregori) 5,5
Partiamo da un dato
incontrovertibile: La donna cannone
non si assegna e basta. E’ la canzone italiana più bella di tutti i tempi, un
confronto che non puoi sostenere. Inoltre, la vocalità e il timbro del “Principe”
rendono praticamente impossibile l’operazione cover. Levante però non lo sa e
attenta alla permanenza di Rita Bellanza nello show: l’emozione c’è, la tecnica
però no (non che non lo sapessimo) e di fronte a questi giganti se non hai
sufficiente tecnica non puoi reggere. Nemmeno malissimo sul registro basso,
quando però deve salire con l’estensione Rita è ancora una volta in grande
difficoltà. Meriterebbe di uscire, va giustamente al ballottaggio.
Bravissimi i Ros con gli Arctic Monkeys (optimaitalia.com) |
Ros
(Why’d you only call me when you’re high?,
Arctic Monkeys) 8
Già dati per morti
molto, troppo prima del tempo, i “miei” Ros virano su un genere più indie rock senza abbandonare del tutto
la loro impronta punk ma adattando alle loro qualità un brano peraltro
spettacoloso. Camilla era stata invitata a “cantare” di più e lo fa benissimo,
secondo me senza le difficoltà sentite (?) da Levante. Anche l’arrangiamento mi
è piaciuto molto, magari manca la convinzione dei Maneskin però l’identità non
fa difetto neanche a loro. E non so perché, mi sentivo che stavolta si
sarebbero salvati.
Enrico
Nigiotti (Make you
feel my love, Bob Dylan) 7,5
Ragazzi, anzi ex
ragazzi Fedez e Manuel, con il povero Nigiotti avete un po’ spaccato le palle,
diciamolo. Massacrato ingiustamente da prima che si presentasse alle audizioni –
anzi, da quando si è presentato ad Amici
nel 2010 – in nome di un “vecchiume” che non incarna e di un percorso che a
loro pare incoerente ma che invece è sempre stato nel solco della canzone d’autore,
accetta la sfida di un pezzo di Dylan e li cappotta. Canterà il suo inedito, ha
fatto capire che dopo può anche morire. O ritirarsi come fece proprio ad Amici. Solo che stavolta la Maionchi gli
fa la pelle.
Maneskin
(Temporale, Ghemon) 9
Chi fermerà i Maneskin? (scuolazoo.com) |
Visto che l’ospite
della serata sono stati gli Afterhours che a me piacciono più o meno come le
lenticchie (ho preferito persino Gianni Morandi con un bel pezzo scritto da
Ligabue), fortuna che a un certo punto si materializzano sul palco, con il loro
talento sconfinato e l’arroganza del potere, questi quattro adolescenti coatti ai
quali Manuel cambia totalmente genere con un pezzo favoloso di Ghemon, uno dei
miei preferiti dell’ultimo anno (dopo quelli di Brunori Sas, ovviamente: voto 5 a Fedez che non ha capito che Dario non lo deve proprio nominare). E
loro fanno un’operazione che in questa edizione si è vista poco: una cover che potrebbe già stare sul
mercato, personale ma rispettosa, che fa cadere giù ancora una volta l’intera
XFactor Arena. Ormai non si vede chi possa ostacolare la loro cavalcata.
Andrea
Radice (Love me again, John Newman/Get lucky, Daft Punk) 7
Ora: Mara Maionchi non
sa nemmeno come si dice mash-up e
Fedez giustamente obietta che è piuttosto una denuncia di plagio perché le basi
sono uguali, però il pizzaiolo ballerino – oddio, aspirante ballerino – si disimpegna
abbastanza bene. Ora si pone il dilemma: affidargli finalmente un pezzo in
italiano o fargli continuare la liaison
con l’insegnante di inglese che sta appassionando i telespettatori più del
figlio di Moser e della sorella di Belen nell’armadio del Grande Fratello?
Gabriele
Esposito (Hotel
California, Eagles) 7
Il problema di Manuel è
che l’abbonato Sky ci ha il telecomando con la funzione Rewind. Perché le
contumelie che gli escono dalla bocca alla fine dell’esibizione di Gabriele mal
si conciliano con il suo successivo salvataggio ai danni di Camille, tanto che
persino la lucidissima Levante sente puzza di bruciato (e non è il cannone
acceso nel backstage). L’ineffabile
LupAgnelli fa il fenomeno dileggiando persino un brano che ha fatto sul serio la
storia della musica (che i fratelli Coen
lo abbiano sputtanato nel Grande Lebowski
non lo rende necessariamente Il pulcino Pio),
da parte sua Gabriele lo canta bene ma la comparsa della band alle spalle mi dà
da pensare: si può fare?
Gabriele Esposito ha reso onore agli Eagles (scuolazoo.com) |
Al ballottaggio,
davanti a un Gianni Morandi che se non l’avessi letto ieri su Wikipedia e
qualcuno mi dicesse che ha 73 anni lo perculerei a vita, Camille canta in maniera impressionante l’ennesimo pezzo
inascoltabile, Bang Bang di Jessie J
(voto 7), Rita ci rivela che la volta in cui ha cantato Sally quasi facendo piangere pure Vasco è stato un caso (voto 5), ma ha la fortuna che Morandi
si ricordi di quel piccolo miracolo accaduto ai bootcamp e, privilegiando anche
il genere più vicino a lui (e il fatto che nel nuovo disco canta un brano
scritto da Levante), la salvi mandando all’ultimo scontro Camille e Gabriele (voto 6,5 per la sua The man
who can’t be moved dei The Script).
E qui si consumano le
idi di marzo: Levante è affranta perché Camille non meritava di esserci, Fedez
mette il carico affermando che anche Gabriele si sarebbe dovuto salvare a danno
di Rita e siamo 1-1, ok. Ma quando Manuel si accorge che il repertorio della
ragazza filippina fa troppo cagare e che è meglio sentire un cesso di canzone
come Hotel California da un cesso di cantante
come Gabriele, beh sì, il sospetto viene anche a me. (Che sono comunque più
sveglio di Levante.) Mara Maionchi a quel punto potrebbe chiamare un “tilt”
sensato, per una volta; ma ormai ci ha l’embolo per la decisione che la scorsa
settimana ha mandato a casa Sem&Stenn e non vuole sentire ragioni. Fuori
Camille e tutto sommato il suo è un inedito che – per una questione di gusti
musicali – mi sarei anche risparmiato, però alla fine ci va un “uhm” grande
quanto una casa.
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