XFactor 11: “Tappami Levante, se mi vuoi bene”

Tutti in piedi per il vilipendio all'inno di Mameli (xfactor.sky.it)
Debutto da record per la nuova edizione di XFactor: oltre 1 milione e 300 mila spettatori, 5% di share e subito un tabù sfatato. Già da luglio, praticamente da quando durante i Bootcamp c’è stato l’annuncio ai giudici, sappiamo infatti quale categoria guideranno Fedez, Manuel Agnelli, Levante e Mara Maionchi. Ricordate il casino che era successo qualche anno fa, quando questa notizia era trapelata prima della messa in onda del programma? Beh, scordatevelo: stavolta è passata così tanto in cavalleria da giustificare il sospetto che si tratti di un espediente della produzione.

Il motivo di uno spoiler così smaccato? Innanzitutto, aggiungere un po’ di interesse alle lunghe, lunghissime, infinite audizioni (nella scorsa edizione “sforarono” persino il numero di puntate dedicate o ricordo male?) permettendo allo spettatore di interpretare e anticipare le possibili scelte dei singoli mentori in funzione dei giudizi espressi sui talenti della loro – in quel momento sconosciuta – categoria. Ma anche rendere più interessanti i discorsi di una giuria che, persi sì una serie di “casi umani” come Mika, Skin, Arisa e Alvaro Soler ma anche due fuoriclasse come Elio e Morgan negli ultimi anni, evidentemente non dava sufficienti garanzie di brillantezza e acume critico. Insieme a qualche altro accorgimento, come portare agli home visit cinque cantanti per categoria anziché sei, dovrebbe servire a rendere XF11 più agile e godibile.

Camille Cabaltera, 17 anni, dalle Filippine a Firenze
Sulla qualità dei concorrenti non c’è moltissimo da dire: qualche talento vero, un paio di freak come si conviene e, nel mezzo, un livello che ancora una volta non mi è sembrato particolarmente alto. Al solito, in apertura ci riservano una “chicca” per tenerci incollati al divano ed Eniar Ortiz, ragazzo di origine cubana che canta All of me di John Legend, si rivelerà tra i migliori in assoluto così come i Maneskine, gruppo di teenager (ma nulla di più lontano da una boy band) che suona un rock elettronico ricco di influenze ma complessivamente originale e interessante. Nelle mani di Agnelli potrebbero dire la loro. Sfrondando le due ore di puntata da Inni di Mameli riarrangiati, canzoni dei Doors tradotte in italiano e arzilli vecchietti stonati che quasi arrivano alle mani con Manuel finché l’impagabile Mara non li stronca con un laconico “Non sei stonato, sei una pippa”, restano degni di nota la 17enne filippina Camille Cabaltera che tira fuori dal suo pianoforte un inedito per certi versi impressionante, i due palermitani Heron Temple che con Iron Sky di Paolo Nutini dimostrano di essere dei musicisti fatti e finiti e poco altro.

Tanto che i poveri giudici finiscono per innamorarsi a caso di chiunque arrivi sul palco con una storia, come il nigeriano Samuel Storm che dopo tanta acqua (è arrivato in Italia su un barcone) canta con qualità un dimenticabile inedito intitolato The Fire e fa piangere tutti e quattro i giudici come vitelli. Mah. O ancora, l’artista di strada con la pianolina da due ottave che si produce in una serie di disturbanti gorgheggi che nemmeno i Daiana Lou ma prende nella rizza (trad. it. rete, visto che anche lei è siciliana di Menfi) soprattutto Levante, e il ragazzo abbandonato dal padre che gli rappa in faccia quello che voleva probabilmente dirgli da anni, solo che lo fa sul palco di un talent e anche no, grazie. Grezza ma mooolto futuribile, invece, la 17enne Alessandra Vedovato che canta Human voce e chitarra e potrebbe giovarsi dell’appartenenza alla categoria di Levante. Occhio infine all’ultima concorrente, Rita Bellanza, vent’anni e un timbro particolarissimo, non perfetta ma certamente emozionante in Baby can I hold you di Tracy Chapman. Pochino, già.

Mara Maionchi idolo assoluto
Ma si sa, la prima puntata delle audizioni serve soprattutto a testare la “macchina” e farsi un’idea sui giudici, specie sui nuovi, visto che ormai Alessandro Cattelan è talmente bravo e talmente uguale a se stesso da sembrare Il Pippobaudo dei pippibaudi (voto 7). Detto che Manuel Agnelli è già stato coinvolto in due o tre risse da bar (voto 8) e che Fedez oscilla tra commozione, metafore trite, incazzatura perché tutti i rapper fanno cagare e stati d’animo così contrastanti da sembrare incinto lui anziché Chiara Ferragni (voto 2), mi permetterete di rimandare Levante (voto n.g.) che mi fa tanta simpatia, poi è siciliana, però finora a parte dire “Sei molto bravo” non è che si sia prodotta in chissà quali “perle” critiche. Anche perché la stella della serata – e dell’edizione, potete giurarci – è stata senza alcun dubbio Mara Maionchi (voto 10), una che secondo me lontano dalle telecamere usa le bestemmie al posto delle virgole e che ci ha già regalato il primo embolo settimanale quando ha sbroccato contro un gruppo solo perché cantava in inglese e veniva dopo tre-quattrocento concorrenti che cantavano in inglese, salvo poi incazzarsi ancora di più perché erano pure bravi. Mi dispiace un po’ per gli Over che finiranno brutalizzati di puntata in puntata, però almeno non ci annoieremo.


Giudizio complessivo sulla prima puntata: come Ceccherini nel Ciclone. “Tappami Levante, se mivuoi bene”. E speriamo che prima o poi qualcuno porti un brano in italiano, o Mara finirà per spaccare tutto. Anzi, non so cosa sperare.

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