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Visualizzazione dei post da 2018

XFactor: It’s the end of the world (as we know it)

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N on è certamente un caso che l’inedito del trionfatore di questa dodicesima edizione di XFactor, il “cantautorapper” Marco Anastasio, si intitoli La fine del mondo . Perché – mutuando il titolo dal brano dei Rem rifatto poi in italiano da Ligabue – quella che è stata celebrata giovedì sera in un Forum di Assago rutilante di luci e suoni somiglia, perlomeno, alla fine del “mondo XFactor” come lo conosciamo. Dopo l’addio annunciato di Manuel Agnelli e quello, praticamente certo, di Fedez oltre all’incertezza sul futuro di Lodo Guenzi («nessuno mi ha chiesto di restare»: chissà perché, Lodo?), della megaproduzione che dovrà anche affrontare la questione del rinnovo contrattuale tra Sky e Fremantle resta praticamente un cumulo di macerie con in cima Mara Maionchi e l’immarcescibile Ale Cattelan ( voto bravo, 7+ ).

XFactor: dottore dottore, mi è venuta la Cherofobia

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Martina canta Cherofobia  alle audizioni (video.corriere.it) N on so voi, ma quest’anno io in linea di massima aspettavo solo la puntata di stasera. In un’edizione che si è dimostrata di alto livello ma soprattutto in un programma che è stato attraversato dalla polemica cover -inediti, in particolare per le cover di Anastasio (che sono dei veri e propri inediti), è il momento di capire se alle audizioni abbiamo tutti preso un abbaglio o se sì, quel piccolo miracolo che si è visto quando Martina Attili ha attaccato Cherofobia si ripeterà, e se questo pezzo crudo e autobiografico – scritto, non lo dimentichiamo, da una sedicenne – che ha fatto saltare sulla sedia i quattro giudici e il pubblico diventerà non tanto un successo (il che mi sembra abbastanza scontato: ha già 17 milioni di visualizzazioni su YouTube) quanto un fenomeno di vendite e di costume.

Politici fantastici e dove trovarli: Lolito Genovese, il traghettatore pontista

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Francantonio e Luigi Genovese (stampalibera.it) L uigino, Luigino, «figlio dell’amore» come cantava Venditti e come in tempi non sospetti scriveva IlMaxFactor , ma cu cazzu ti potta ? Ero così tranquillo da quando avevo deciso di non scrivere più di politica perché Cateno Laqualunque mi ha rubato il mestiere (avete visto, no? Le spara così grosse che non puoi nemmeno farci satira, perché resti sempre un passo indietro), mi dedicavo a XFactor, al basket NBA, tutt’al più al rettore Cuzzocrea – frase che, solo a pronunciarla, mi proietta indietro nel 1955 che nemmeno Marty McFly in Ritorno al futuro ­– e invece dal nulla arriva lui, Lolito Genovese, e ci mette il carico foresto: «Il ponte sullo Stretto è l’infrastruttura chiave per lo sviluppo di Messina». Ma porca puttana, Luigino, stavo pure mangiando un prelibato prosciutto di cinghiale di San Licandro... a momenti soffocavo!

XFactor: bocciato il “lodo Lodo”, ora sedate Mara

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Il fantastico Sting duetta con i concorrenti (style.corriere.it) P untata che lascia sentimenti contrastanti, questo secondo live di XFactor 12. Non fosse stato per questa rubrica, lo confesso, avrei preferito vedere la replica dei Golden State Warriors su Nba TV: innanzitutto perché con la puntata a tema (canzoni degli ultimi dodici mesi, alcune le ho dovute cercare su YouTube perché proprio non le conoscevo) mi aspettavo di farmi due... orecchie così, e poi perché la Dark Polo Gang annunciata in pompa magna come super ospite mi aveva già fatto acquistare su Amazon un kit per diventare sordo. E invece ho avuto almeno due sorprese, fors’anche tre: una brutta, cioè che Amazon Prime è un pacco e il kit non è arrivato in tempo, e due belle. Il livello complessivo delle esibizioni, molto alto, e il quasi settantenne Sting che arriva sul palco, snocciola tre pezzi che hanno venduto un miliardo di copie, si fa fare il coretto dai concorrenti che potranno raccontarlo ai nipoti e va via

XFactor: fede in Fedez? No, io lodo Lodo

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Il primo live  di XFactor 2018 (xfactor.sky.it) I nnanzitutto una ferale notizia: ho scoperto che esiste un altro Max Factor. No, non the make-up of make-up artists , proprio una rubrica su XFactor che reca lo stesso nome di questo blog (quasi, perché il mio ha il in più e voglio dire, fa tutta la differenza del mondo). La cura Massimo Del Papa su lettera43.it e siccome lui, se non sbaglio, è un ex Mucchio Selvaggio , dovrebbe essere parecchio più titolato dello scriba – cioè di me, per quelli che non conoscono il vate Gianni Clerici – a commentare il talent musicale di Sky (tanto che le sue “pagelle” sembrano proprio le mie, però lette al contrario). Ma non disperate: al grido di «resistere, resistere, resistere» IlMaxFactor è vivo e il giovedì sera in prime time lotta insieme a noi.

Università: nulla si (Cuzzo)crea, tutto si distrugge

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Il rettore Salvatore Cuzzocrea (stampalibera.it) N ei mesi scorsi, come ricorderà chi segue IlMaxFactor, commentavo negativamente il fatto che alle elezioni per la carica di rettore dell’Università di Messina fossero candidati il figlio dell’ex ermellino Diego Cuzzocrea, Salvatore, e Francesco Stagno d’Alcontres, nipote di un altro (mica tanto) Magnifico che legò – come il successore – il suo nome, e quindi quello dell’Ateneo messinese, a vicende tutt’altro che edificanti per un “tempio del sapere”. Argomentavo di non aver nulla contro i due candidati, ma facevo notare come il segnale lanciato al mondo accademico e non, da parte di un’Università più volte travolta dagli scandali proprio durante il rettorato d’Alcontres e quello Cuzzocrea, fosse per certi versi inquietante. D’altra parte, il rettore uscente era Pietro Navarra, figlio del “boss” di Medicina, Salvatore, e nipote di un boss vero, il corleonese Michele, fatto uccidere da Luciano Liggio nel 1958.

XFactor: eccoci qua, nel cul de sac di Asia

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G ià dal promo andato in onda fino al giorno delle audizioni ( qui il link al video), con le inquadrature “strategiche” del tavolo dei giudici e la reietta a lungo “impallata” da un cameraman, si era intuito quale sarebbe stata la linea di XFactor sul presunto scandalo sessuale che ha coinvolto Asia Argento, uno dei giudici di questa edizione, che sarà sostituita per il live dopo aver partecipato a tutta la fase delle selezioni fino agli Home Visit. Ma vedere un compunto e contrito Alessandro Cattelan ( voto 5 ) in camicia a tinta unita – ancorché lucida – arrabattarsi a spiegare i motivi della separazione (peraltro ripetendo a pappagallo la formuletta già recitata dal boss di Sky Italia, Nils Hartmann, alla presentazione del programma) ha gettato un’ombra di tristezza sul talent più scintillante della tv italiana, e a nulla sono serviti l’ammiccante filmato introduttivo e il fantasmagorico look a pois del conduttore.

Politica: addio, Cateno crudele

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«Io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite, riflettori e paillettes delle televisioni, alle urla scomposte di politicanti professionisti, a quelle vostre glorie vuote da coglioni...» (Francesco Guccini, Addio) Cateno De Luca... infascia tricolore (stampalibera.it) B asta, non ce la faccio. Sarà passato quanto, due mesi?, dall’elezione di Cateno Laqualunque e già abbiamo chiaro cosa saranno questi cinque anni. (Se saranno cinque anni, è chiaro.) Ricordate il giocattolo “Berlusconi Transformer” della trasmissione L’ottavo nano ? La finta pubblicità della Barbie-Silvio che, sbertucciando il “presidente operaio” di chissà quale campagna elettorale, era proposta con abiti intercambiabili in funzione della categoria di elettori da convincere (operaio, imprenditore, cardinale, comunista, extracomunitario, dottore, giudice, 8 marzo: «Basta che lo voti e diventa quello che vuoi»)?

Politica: “Gott mit uns”, Cateno Laqualunque l’Unto del Signore

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L'assessore Bergoglio in riunione di Giunta (da Facebook) M i ha telefonato Papa Francesco. Sì, lo so che non ci credete, ma è così. Alle 15,35 di ieri, mentre recitavo il mio Rosario quotidiano (sì, nel primo pomeriggio mi piace declamare un monologo di Fiorello), il cellulare ha iniziato a squillare con una suoneria che non avevo mai impostato, l’ Hallelujah dal Messia di Haendel . La cosa mi ha insospettito non poco, anche perché il numero era privato, e quindi non ho risposto. Alle 15,36 il telefono ha squillato di nuovo e stavolta ho dovuto rispondere. Il messaggio registrato che ho sentito diceva più o meno: “La sua chiamata verrà gestita da un operatore della Città del Vaticano”. Che poi non capisco perché questi call center debbano essere sempre in Paesi extracomunitari: Albania, India, Vaticano... Ma ormai avevo risposto, quindi non ho riattaccato. Sono stato tentato di farlo, però, quando un operatore dal chiaro accento latino mi ha detto: “Señor elMaxFactor, bue

Politica: Cateno Laqualunque, “pluriassolto” o “pluriprescritto”?

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Cateno De Luca e Dino Bramanti (stampalibera.it) C ateno De Luca, che lunedì diventerà sindaco di Messina stravincendo il ballottaggio contro Dino “Dammi un Crodino” Bramanti, in uno degli ultimi comizi ha replicato all’attacco di quest’ultimo (che gli dava del «pluriindagato e pluriarrestato») definendosi «pluriassolto». Come sempre accade nel caso di Cateno Laqualunque, bene che vada è una mezza verità: in particolare per quanto riguarda l’ultimo dei tanti processi che il deputato regionale ha affrontato, quello per il cosiddetto “sacco di Fiumedinisi”, anche se Cateno detesta quella definizione tanto da minacciare di querela chiunque la utilizzi.

NBA: LeBron magnifico perdente, ora la fine del mondo è più vicina

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Steph Curry con il Larry O'Brien Trophy (KOIT.com) La sorpresa del 2016 non si è ripetuta, ma stavolta sarebbe stata ancora più incredibile rispetto ad allora. I Golden State Warriors, la squadra più forte del pianeta, hanno conquistato il loro terzo titolo in quattro anni (e su quello perso proprio nel 2016 andrebbe messo un bell’asterisco...) con un 4-0 in finale ai danni dei Cleveland Cavaliers che ha inevitabilmente accelerato l’addio di LeBron James alla franchigia di casa. Il secondo addio, per la precisione, perché già nel 2010 The King aveva annunciato in diretta tv di voler «portare i suoi talenti a South Beach» scegliendo di andare ai Miami Heat. Allora furono polemiche e roghi di magliette, oggi la separazione sarebbe molto meno cruenta perché nel frattempo – sempre in quel 2016 che ormai sembra il punto in cui s’interrompe il continuum tempo-spazio in Ritorno al futuro – LeBron ha saldato il suo debito portando finalmente i Cavs al titolo.

Politica: Cateno Laqualunque, il Goebbels dietro il giullare

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buffóne 1  s. m. (f. - a , non com.) [prob. der. di  buffa 1  «burla, scherzo»]. – 1.  Nell’antichità, ma spec. nel Medioevo e nel Rinascimento, uomo (assai più raramente donna) che aveva il compito di rallegrare con i suoi lazzi i signori, di cui era spesso anche il consigliere:  i b .  di corte .   ( Vocabolario Treccani ) Cateno De Luca suona la zampogna (stampalibera.it) C ateno De Luca, prossimo sindaco di Messina, è un buffone. No, non è un insulto: ho premesso a queste righe la definizione del vocabolario Treccani proprio per chiarire il senso di quanto affermo, ad uso persino del suo elettorato. Cateno De Luca è un buffone perché questa è la sua tattica, il suo modo di far passare un messaggio che non ha nulla di serio ma che serve piuttosto a divertire, a intrattenere, a non far pensare l’uditorio alle castronerie che sta magari dicendo, a portarlo dalla propria parte e a fargli credere praticamente qualunque cosa.

Elezioni: enigma 10 giugno, sarà Ancorinti o... Rancorinti?

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Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto. (Michael Jeffrey Jordan) Le Amministrative viste dal genio di Lelio Bonaccorso E così, il momento è arrivato (come recitava lo slogan vincente di Renato Accorinti alle elezioni del 2013, inventato da un creativo a dir poco geniale). IlMaxFactor ha passato in rassegna tutti i candidati a sindaco che saranno/non saranno/potrebbero essere/sarebbe meglio che non fossero in corsa il prossimo 10 giugno: Dino “dammi un Crodino” Bramanti, Antonio Simpatia Saitta, Catino De Luca, Pippo Merendina (Trischitta, per i meno attenti), San Daniele Famulari Zuccarello, odo Emilia Barrire, quellodelmovimento5stellechenonmiricordoilnometantocontailsimbolo. Manca qualcuno? Eh sì, che manca qualcuno.

Elezioni, la Messina peggiore: "Voi per pezzo uno scritto ho"

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G li ultimi sviluppi della campagna elettorale mi ricordano un bellissimo brano dello Stato Sociale, contenuto nell’album L’Italia peggiore , che si intitola Te per canzone una scritto ho. « Ho scritto una canzone per te / Ma non questa, un’altra / Non me la ricordo più » canta Lodo, il leader del gruppo bolognese, e poi: « E i tuoi occhi lontani dal rumore di una canzone più bella / Molto più bella di così / Che non ricordo, non ricordo più» ( qui  il link alla versione live con Brunori Sas, un po’ meravigliosa un po’ cazzona). Ecco, la vorticosa variabilità di candidature, accordi, dimissioni e ritorni nei ranghi di questi ultimi giorni ha messo IlMaxFactor in una situazione analoga: avevo scritto un pezzo, «molto più bello di così», ma è diventato vecchio prima ancora che lo finissi. D’altra parte, quando la realtà supera la fantasia anche la satira – visto che abbiamo la presunzione di definirla tale – deve rincorrere.

Elezioni: Luigino e l’orco Trischitta. E Cateno è un candidato… del CAS

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Luigi Genovese sotto l'ala di Miccichè (corriere.it) Due mesi o poco più alle elezioni amministrative, e già – direbbero Gino e Michele – Saigon era Disneyland a confronto. Pensavate di aver visto tutto cinque anni fa, con la vittoria a Risiko del “sindaco scalzo” Renato Accorinti contro le armate genovesiane? Pfui. Da qui al 10 giugno sarà guerra termonucleare globale, come in Wargames (per il millennial Luigino Genovese: un film di grandissimo successo del 1983 con Matthew Broderick, che all’epoca doveva avere più o meno la tua età).

Meo Sacchetti: «La Nazionale? Un fulmine a ciel sereno. Capo, una vittoria per rilanciarsi»

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Sacchetti tra Petrucci e Messina (repubblica.it) R omeo Sacchetti è il classico uomo di basket. E’ vero che non vorresti incontrarlo in un vicolo al buio – se non per un alley-oop – perché è alto due metri, largo altrettanto nonostante di recente sia parecchio dimagrito, e con un’aria vagamente truce che sconsiglia di contraddirlo; ma sotto il baffo c’è un grande cuore, come sanno i tifosi di Capo d’Orlando dove Meo – diminutivo che è diventato un marchio – ha esordito in panchina nella massima serie in un’annata irripetibile. C’è l’umiltà dell’uomo di basket, quella mancanza di spocchia che distingue ad esempio i cestisti dai calciatori (provateci voi, ad avere a che fare con un qualsiasi giocatore di Lega Pro), quella disponibilità innata che non viene meno “semplicemente” perché sei l’allenatore della Nazionale. E così, Meo si presta di buon grado a rispondere alle domande de IlMaxFactor. Certo, non a tutte; perché al delirio non si risponde. E’ la regola.

Politica: è il momento di Cateno. Con lo slogan copiato da Accorinti

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Mimmo Scafazza, candidato sindaco degli autori di "Cafon Street" A rchiviate mooolto velocemente le Politiche – le prime elezioni della storia che, già prima che venissero celebrate, si sapeva che non sarebbero servite a un cazzo – la città di Messina si prepara al test, ben più importante, delle Amministrative del prossimo 10 giugno. I candidati fioccano come la neve nella campagna di Russia (e no, Micciché stavolta non c’entra), gli schieramenti si muovono in una sorta di Risiko, i “generali” definiscono strategie e truppe da mettere in campo... e meno male che abbiamo il sindaco pacifista!

Politica: Silvio è morto, Matteo pure e neanch’io mi sento tanto bene

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Come ha votato l'Italia (ilsecoloxix.it) «Amici, Romani, concittadini, prestatemi orecchio; io vengo a seppellire la sinistra, non a lodarla. Il male che gli uomini fanno sopravvive loro, il bene è spesso sepolto con le loro ossa; e così sia della sinistra.» ( da W. Shakespeare , Giulio Cesare ) C osa direste di un mondo nel quale destra e populisti hanno il 70 per cento dei voti, dove basta definirsi “di sinistra” per evaporare in pochi secondi, dove la scelta per l’indicazione del presidente del Consiglio è tra uno che voleva andare a governare con le ruspe e uno che da anni conduce una lotta senza quartiere alle lobby del congiuntivo? Beh, fatevi un’idea in fretta perché quel mondo è l’Italia.

Un amore esemplare: ultime notizie da Daniel Pennac

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Daniel Pennac davanti al Teatro Vittorio Emanuele (ph. Enrico Di Giacomo) Abbiamo lasciato Benjamin Malaussène appena liberato da Rabdomant dopo essere stato arrestato per il sequestro dell’uomo d’affari Jacques Lapietà – rapito invece dal figlio di Ben, Monsieur, e dai nipoti Nange e Mara; ma se uno è capro espiatorio di professione, figuriamoci se non si porta il lavoro a casa – ne Il caso Malaussène. Mi hanno mentito , nel quale ha ripreso dopo vent’anni il ciclo di Belleville, e ritroviamo il suo creatore Daniel Pennac sul palcoscenico del Teatro Vittorio Emanuele, impegnato a raccontarci tra ricordo, fumetto e barriere linguistiche la storia d’amore di Jean e Germaine Bozignac in Un amore esemplare .

Bestiario elettorale: dài Picciolo, ora basta anestetico!

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Cribbio, con tutta questa plastica non riesco ad aprire gli occhi... (liberoquotidiano.it) Ultimissimi giorni di campagna elettorale prima del voto del 4 marzo che riconsegnerà il Paese nelle mani di Silvio Berlusconi e tutti contenti. Perché in fondo è giusto: abbiamo provato governi di tutti i partiti, di destra e di sinistra, per non parlare di quelli tecnici (la cui tecnica era dissanguarci in modo da farci tornare a sperare nella politica), abbiamo provato la prima e la seconda Repubblica, proviamo anche questo simpatico imprenditore un po’ morto di figa che si è fatto da sé – con l’aiuto del chirurgo plastico, certo – e che sicuramente, visto che è ricchissimo, sa come risollevare il Paese. Con la pompetta, ovvio.

Università: le parole sono importanti. Ma anche i nomi

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Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus. ( U. Eco, da Bernardo di Cluny ) “Trend negativo”? Io non ho detto questo. Le parole sono importanti! ( Nanni Moretti , Palombella rossa ) L'Università di Messina (stampalibera.it) Il tempio del sapere. E’ una delle definizioni classiche dell’Università: luogo in cui viene non solo insegnato ma coltivato e preservato, dove il linguaggio è sacro, dove le parole sono importanti. Perché sì, «le parole sono importanti», lo dice anche Nanni Moretti e non a caso: le parole hanno un peso, attribuiscono al concetto sfumature e anche significati diversi, lo ravvivano o lo ammorbidiscono. Ma anche i nomi, che sono le parole per eccellenza – quelle che ci identificano, che dicono chi siamo e da dove veniamo – sono importanti. Sono segnali, messaggi, affermazioni di sé.

NBA: ecco chi NON vincerà i premi stagionali

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L’ All Star Game di questo weekend allo Staples Center di Los Angeles (a proposito, pollice verso per la nuova formula che sostituisce il tradizionale Est contro Ovest con la scelta dei giocatori da parte dei capitani, come al campetto) mette in pausa una stagione che nelle attese sarebbe stata di transizione verso la nuova serie de Il principe di Bel-Air con LeBron James al posto di Will Smith, e invece ha già fornito materiale per scrivere un centinaio di libri.

Bestiario elettorale: Urania l’uccellatrice e l’asino del Pd

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Quel che resta del Pd si presenta (gazzettadelsud.it) U ffa, proprio quando iniziavamo a divertirci Pietro Navarra ha finalmente assunto un addetto stampa per la campagna elettorale – persino uno bravo, come da potenziali elettori del Pd (...) gli avevamo consigliato – e così lo spasso è finito prima di cominciare. Il rettore dimissionario parte ormai alla pari con gli altri candidati alle Politiche del 4 marzo; non quanto a possibilità di essere eletto, ma di comparire assiduamente su IlMaxFactor, che ora deve occuparsi di tutti per davvero. Uffa.

Politica: trovate un addetto stampa a Navarra!

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Pietro Navarra e Rosario Crocetta (strettoweb.com) S ono sincero: ero già proiettato sulle Amministrative di maggio. Su Cateno De Luca che vuol fare un casinò a Palazzo Zanca solo per impedire l’ingresso ad Accorinti e Trischitta, visti i problemi che entrambi hanno con le giacche; su Trischitta stesso che dà dello straccione a Cateno perché si è inventato il crowdfunding per la campagna elettorale (cioè tu lo finanzi e lui si becca l’indennità); o ancora su San Daniele Zuccarello che, con quel nome da sfoglietta al prosciutto, posta video su Facebook anziché rilasciare interviste perché vuol farle a tutti costi al telefono a… gettoni.