giovedì 22 novembre 2018

XFactor: dottore dottore, mi è venuta la Cherofobia

Martina canta Cherofobia alle audizioni (video.corriere.it)

Non so voi, ma quest’anno io in linea di massima aspettavo solo la puntata di stasera. In un’edizione che si è dimostrata di alto livello ma soprattutto in un programma che è stato attraversato dalla polemica cover-inediti, in particolare per le cover di Anastasio (che sono dei veri e propri inediti), è il momento di capire se alle audizioni abbiamo tutti preso un abbaglio o se sì, quel piccolo miracolo che si è visto quando Martina Attili ha attaccato Cherofobia si ripeterà, e se questo pezzo crudo e autobiografico – scritto, non lo dimentichiamo, da una sedicenne – che ha fatto saltare sulla sedia i quattro giudici e il pubblico diventerà non tanto un successo (il che mi sembra abbastanza scontato: ha già 17 milioni di visualizzazioni su YouTube) quanto un fenomeno di vendite e di costume.

Perché è vero che anche Anastasio riproporrà il brano con il quale si era presentato alle audizioni (La fine del mondo) e che anche lui aveva ricevuto una convinta standing ovation, ma il “cantautorapper” di Meta di Sorrento dovrà vestirlo in maniera musicalmente più convincente rispetto ad allora, specie dopo che ha “saldato” le proprie strofe con ritornelli e accordi di pezzi ineguagliabili come Generale, Mio fratello è figlio unico e Another brick in the wall. Invece Cherofobia è già perfetto, serve solo un bell’arrangiamento che non metta in secondo piano il testo e, secondo me, abbiamo davanti una canzone da “numero uno” in classifica e un sicuro disco d’oro, incenso e pure mirra. Un’epifania sorprendente di creatività, sensibilità e interpretazione tale da mettere in secondo piano tutto il resto. Comprese le ultime due puntate del live, che in definitiva non hanno cambiato di molto i rapporti di forze se si considera che sono usciti l’acerbo Emanuele e gli incompiuti Seveso Casino Palace (anche se questi ultimi hanno fronteggiato l’eliminazione proprio nella serata in cui avevano tirato giù il teatro).

Seveso, Luna e Naomi al ballottaggio (tg24.sky.it)
Certo, il ballottaggio di due “pezzi da novanta” come Luna e soprattutto Naomi ha sorpreso, ma fino a un certo punto visto che la formula con tre manches lasciava molto alla fortuna, nel senso che trovarsi di fronte all’atomica Sherol e al belloccio Leo, così come ai Bowland e ad Anastasio, non era facile. In più, le due ragazze hanno pagato delle assegnazioni un po’ snob e non perfettamente centrate come Battisti (Eppur mi son scordato di te) per la sedicenne di Manuel Agnelli e la “coppia infernale” Battiato-Giuni Russo per la fuoriclasse di Fedez. Il quale, giustamente, si è preso tutta la colpa per aver messo a rischio addirittura l’inedito di una – fino a giovedì scorso – sicura finalista. Archiviate classifiche e statistiche, il cui peso una volta arrivati agli inediti è veramente relativo, mi limito a un punto della situazione. Vediamo, in sostanza, come i concorrenti sono arrivati a questo appuntamento cruciale non solo per l’esito del programma, ma per la loro futura carriera musicale.

E vediamo pure come ci sono arrivati i quattro giudici, magari tolta Mara che ha definitivamente sbroccato con la cover anastasiana dei Pink Floyd (voto 10) e con quest’ultima performance si eleva al di sopra del diritto di critica e di opinione. La Maionchi è, semplicemente, la vincitrice di questa edizione: l’avevo criticata per il ricorso ormai “ortografico” al turpiloquio (usato come se fosse la punteggiatura, per intenderci alla maniera dei veneti con le bestemmie), ma una signora di ottant’anni che in prima serata ruggisce di sentirsene ventisette e conclude il suo delirio lisergico urlando «Viva i Pink Floyd!» merita un posto nel Valhalla dei rocker insieme a Jimi Hendrix, Brian Jones, Janis Joplin, Jim Morrison e a tutti quei cantanti che proprio a ventisett’anni ci hanno lasciato le penne. E una bella tomba al Père-Lachaise, via.

Il povero Levan... ehm, Lodo (video.repubblica.it)
Nel ruolo di Levante, ovvero del giudice novellino che prima di capire come funziona il meccanismo di XFactor ha già perso per strada uno-due concorrenti e all’inedito ci arriva solo grazie all’intercessione di una qualche divinità persiana, ecco a voi “per la prima volta sul piccolo schermo” Lodo (voto 7) che ha innanzitutto l’attenuante di non aver selezionato lui i concorrenti della propria categoria, e questo – al di là dell’apprezzamento espresso per le scelte di Asia Argento – lo ha condizionato dall’inizio. Intanto perché probabilmente non si sarebbe portato al live i Seveso e Red Bricks Foundation, troppo simili e di scarsa presa sul pubblico televisivo per poter contare su entrambi ai fini della gara. Poi perché la sua idea di mettere i gruppi alla prova con assegnazioni molto lontane dalla loro sensibilità necessitava, da parte loro, di una solidità e soprattutto di un’identità che né Seveso né Red Bricks avevano. Infatti con i Bowland è andato liscio liscio, ma appunto: loro sono protetti da Ahura Mazda, e così è facile. Mezzo voto in più se per favore dà un po’ di retta a Martina che è innamoratissima di lui, poverina.

Uno che quest’anno, se non vince, potrebbe anche trafiggersi con una katana è Manuel (voto 7). D’altra parte, ha la squadra nettamente più forte e non è un caso che sia arrivato agli inediti con tutte le tre concorrenti ancora in gara. Come accennavo sopra, a volte ha ecceduto in narcisismo con delle assegnazioni “dimostrative” non tanto delle qualità delle sue cantanti, quanto delle sue come mentore ed è stato anche giustamente criticato. Ricordate? L’indie pop svizzero, The Weeknd, Madonna, Demi Lovato (brano bellissimo, però), persino Katy Perry e Ariana Grande. Certo, ha pure inanellato qualche chicca come Rank & File di Moses Sumney perché, diciamolo, il ragazzo ne sa. Di diverso rispetto alle precedenti edizioni c’è che, per la prima volta, ha letteralmente perso la testa (in senso artistico) per Sherol: rideva compiaciuto alle audizioni con And I am telling you di Jennifer Hudson, ha pianto come un vitello ai Bootcamp per una memorabile Listen di Beyoncé, agli Home Visit era così flashato che l’ha richiamata comunicandole l’ammissione al live prima che si esibissero le altre... insomma, è talmente convinto che la capoverdiana vincerà XFactor da averle persino scritto l’inedito. L’avesse pure bombata, sembrerebbe Fedez con Renza.

Renza e Fedez; serve aggiungere altro? (video.sky.it)
A proposito di Fedez (voto 6): materiale da Sciarelli, senza se e senza ma. Assente non tanto con il corpo quanto con la testa, d’altra parte tra matrimonio, nascita del figlio e cotta clamorosa per Renza c’è di che andare in confusione. Tutta la mia comprensione, per carità, però non ha azzeccato un’assegnazione che è una. Ha ammazzato Matteo, per poco non ci è riuscito anche con Naomi, mentre Renza è ancora in gara solo perché alla gente piacerebbe un sacco vedere la Ferragni cornuta. E non dite che non è così, tanto non ci crede nessuno. Si ritrova con due concorrenti all’inedito e non gli sembra vero ma tranquillo, Federico: neanche a noi sembra vero.

Tra i concorrenti, se dovessimo dare un voto al loro XFactor fino a questo momento sarebbe in testa, con ogni probabilità, proprio Anastasio (voto 9): più che un inedito, ha già l’album pronto se pensate ai testi scritti per le cover sin qui affrontate. Subito dietro Sherol (voto 8,5) e appunto Martina (voto 8,5) che hanno convinto sempre tranne che in una puntata – la prima per la 21enne di Capo Verde, l’ultima per la piccola romana – dimostrando per il resto di avere, rispettivamente, una voce da superstar e una qualità interpretativa insospettabile in una ragazza così giovane. Un passo indietro Naomi (voto 8) e Bowland (voto 8), nel primo caso per via di almeno un paio di assegnazioni molto, molto sbagliate, nel secondo solo perché la sensazione è che di più (o di diverso) non possano attualmente fare. Con loro, per la verità, ci starebbe anche Luna (voto 8-), e qui è più che altro la distanza dai miei gusti musicali a non farmela amare più di tanto. Ciò non toglie che sia un fenomeno, però Manuel, una preghiera: facciamo che con Battisti e altri totem basta così, ok? Chiudono il mio personalissimo cartellino – direbbe Rino Tommasi – Leo (voto 7,5), che proprio non mi piace ma che è cresciuto tantissimo durante il programma e poi ha il sostegno incondizionato del pubblico femminile, e Renza (voto 7), alla quale magari impedirei con un provvedimento del Tribunale di rifare mai più La costruzione di un amore ma che, complessivamente, se l’è pure giocata(-o) bene.
Leo Gassmann (caffeinamagazine.it)

Sarà questa la classifica finale? Sì, certo; come se nella vita fossi mai stato in grado di azzeccare un pronostico. La verità è che, a parte qualche scostamento che potrà essere dovuto a un inedito particolarmente felice o, al contrario, poco centrato gli umori del pubblico sono già ampiamente consolidati: per le agenzie di scommesse Sherol è la favorita assoluta, poi Martina e Anastasio mentre il successo di Manuel tra i giudici è dato praticamente per scontato. Eppure, se dovessi scegliere metterei il mio soldino su Leo Gassmann (quota 16). Non so perché, sarà questo persistente odore che sento da qualche giorno: un mix di feromoni ed estrogeni...

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