Politica: trovate un addetto stampa a Navarra!
Pietro Navarra e Rosario Crocetta (strettoweb.com) |
Sono sincero: ero già
proiettato sulle Amministrative di maggio. Su Cateno De Luca che vuol fare un
casinò a Palazzo Zanca solo per impedire l’ingresso ad Accorinti e Trischitta,
visti i problemi che entrambi hanno con le giacche; su Trischitta stesso che dà
dello straccione a Cateno perché si è inventato il crowdfunding per la campagna elettorale (cioè tu lo finanzi e lui
si becca l’indennità); o ancora su San Daniele Zuccarello che, con quel nome da
sfoglietta al prosciutto, posta video su Facebook anziché rilasciare interviste
perché vuol farle a tutti costi al telefono a… gettoni.
E invece, la strepitosa
prima dichiarazione ufficiale di Pietro Navarra da candidato alla Camera – «se
mi date del nipote di Michele Navarra vi querelo» – mi costringe a parlare
delle Politiche. E vabbè, uno non è rettore dell’Università di Messina per
caso, cazzu cazzu iu iu. Ci vogliono
preparazione, curriculum, competenza per tirarsi una simile bottigliata sugli
zebedei prima ancora di essere ufficialmente in corsa. E dire che non è nemmeno
di sinistra, tanto che è candidato con il Pd!
Michele Navarra |
La colpa, come al
solito, è di Saro Crocetta. Non contento di aver fatto quasi rimpiangere
Cuffaro e Lombardo da presidente della Regione, dopo aver barattato la rinuncia
a ricandidarsi per un collegio al Senato ed essersi ritrovato “trombato” all’ultimo
momento ha gridato allo scandalo perché il Pd ha preferito a lui – già sindaco
antimafia di Gela sotto scorta da decenni – il nipote del boss corleonese
Michele Navarra, appunto Pietro. Il collegamento «il Pd ha scelto la mafia
anziché l’antimafia» lo ha fatto lui ed è onestamente velleitario, ma è bastato
per far partire l’embolo a Pietro Navarra il quale, chiaramente durante una TIA,
ha vergato queste immortali parole: «Noto
con rammarico che, addirittura prima ancora dell’inizio della campagna
elettorale, personaggi protagonisti del recente passato politico hanno
rilasciato dichiarazioni infamanti nei miei confronti, con riferimento alla
vicenda che vide coinvolto mio zio. Affermazioni ingiuriose, rilanciate da
alcuni organi di stampa. Premetto che la mia posizione su questo argomento
è ben nota da tempo: si parla di persone morte prima della mia nascita e ogni
collegamento non può che rappresentare una volgare
strumentalizzazione. Non sono, però, disposto a tollerare ulteriori
attacchi su tali temi. Con estrema chiarezza, pertanto, puntualizzo che
presenterò querela contro chi rilascerà dichiarazioni di questo tipo e nei
confronti delle testate che daranno spazio a simili considerazioni».
Navarra e De Domenico al Rettorato (stampalibera.it) |
Il
comunicato arriva alle redazioni dall’indirizzo email personale di Navarra – distante
in questo dal suo pupillo Franco De Domenico, che sulla mailing list dell’Università ha fatto un’intera campagna
elettorale per le Regionali – ed è firmato da lui. Nessun ufficio stampa,
nessun portavoce a “timbrare” questa uscita infelice; lo si capisce da un paio
di insegnamenti che a chiunque faccia questo mestiere spiegano la prima volta
che prende la penna in mano. Anzi, il primo lo sapete pure voi: una querela
(una smentita) è una notizia data due volte. Se poi la querela è annunciata –
«preventiva», l’ha definita l’Ordine del giornalisti – è data almeno tre volte.
Fateci
caso: se qualcuno non sapeva che Pietro Navarra è nipote di Michele, boss dei
corleonesi fatto uccidere da Luciano Liggio e ritenuto l’assassino di Giuseppe
Letizia, lo sfortunato testimone dell’omicidio del sindacalista Placido
Rizzotto, e continuava a ignorarlo anche dopo l’intemerata di Crocetta – perché
diciamocelo, ormai Sarino non lo sta a sentire più nessuno – adesso è
informato. Tra l’altro, l’autogol è doppio perché Navarra non solo non menziona
mai la parola “mafia” rifugiandosi in un pilatesco «la vicenda che ha coinvolto
mio zio» (che detta così sembra una disgrazia, che so, un incidente stradale),
ma perde l’ennesima occasione per prendere le distanze – d’altra parte non lo
ha fatto mai la famiglia, se il fratello si chiama Michele – o per affermare in
qualsiasi forma il proprio rifiuto delle logiche mafiose. Anzi, il tenore delle
parole con cui minaccia le testate «che daranno spazio a simili considerazioni»
appare proprio opposto.
Certo, nessuno può
sognarsi di addebitare a Pietro Navarra fatti accaduti dieci anni prima che lui
nascesse, e in realtà quello di Crocetta è più che altro un “fallo di
confusione” per usare una terminologia calcistica; ma da qui a pensare che
l’illustre parente non possa nemmeno essere nominato ce ne corre. D’altra
parte, quando ho pubblicato quella ricostruzione in un post che riguardava il
“peso” della famiglia Navarra nel passato, ma soprattutto nel presente dell’Università
di Messina (qui il link all'articolo),
mi risulta che abbia convocato i suoi consiglieri per valutare se procedere ma
sia stato subito smontato. Certo, a me più che il collegamento con lo zio boss
interessava la circostanza che il padre Salvatore, vero dominus dell’Ateneo peloritano dagli anni Settanta agli anni
Novanta, abbia piazzato ben tre figli come professori ordinari: Pietro ad
Economia, Pippo a Medicina e Michele a Farmacia (peraltro marito di Pippi
Inferrera, figlia del “barone” Cosimo, che di quell’articolo era protagonista).
Tutte menti eccelse, per carità; però può dare da pensare in un’Università da
anni additata a livello nazionale come un tempio del nepotismo?
Gabriel... oops, Matilde Siracusano con Berlusconi (livesicilia.it) |
Comunque, se proprio
vogliamo parlare di nomi e cognomi anche queste Politiche sono destinate a
lasciare il segno: da Matilde Siracusano, quasi Miss Italia nel 2005 e nipote
di Antonio Martino, a Gabriele Siracusano candidato con Liberi e Uguali
(scusate, ma non era massone? O stavolta la TIA l’ho avuta io?), fino ai
listini del plurinominale zeppi di curiosità e di “a volte ritornano”. Insomma,
delle Amministrative parleremo più avanti. Nel frattempo, per carità, trovate
un buon addetto stampa a Navarra, altrimenti da qui al 4 marzo ci ruba il
mestiere.
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