Catenovirus 3, il Molleggiato: “40 milioni di c….te”

Il "Molleggiato" Cateno Celentano (stampalibera.it)

Dal sinnico di Messina, Cateno De Luca, riceviamo e pubblichiamo:
Caro IlMaxFactor, così proprio non ci siamo. Anche l’ordinanza che permette di attraversare lo Stretto soltanto su prenotazione, come devi fare in discoteca se vuoi il tavolo e la bottiglia, è andata. Sarà durata sette-otto minuti, già la sera prima che entrasse in vigore il Consiglio di Stato aveva espresso parere negativo su richiesta di quella... di quella… sì, di quella “ministra” della Lamorgese. Addirittura incostituzionale, me l’hanno definita questi precisini. E dire che era così ben fatta, così argomentata... me l’aveva detto pure Dafffne, che sostiene di essere avvocato: “Sinnico, siamo in una botte di ferro!” Sì, chi ’gghiova…


E ora che faccio? Che m’invento? Sto controllando in questo mare di carte che ho sulla scrivania e, se non vedo male, di tutte le ordinanze che ho fatto in un mese non ne è rimasta in vigore nessuna! Con questa, due me le ha annullate il Consiglio di Stato. Un altro fottìo le ho dovute revocare perché in contrasto con i decreti del Governo. Pure l’unica che avevo fatto non per fare pubbirazzu ma perché aveva un senso, l’apertura domenicale dei supermercati, me la sono dovuta rimangiare perché quel rimminchionito di Musumeci, che è rimasto ancora al Ventennio, centri commerciali e supermercati non sa nemmeno cosa siano e poi la domenica è il giorno del Signore, quindi non si lavora. E vai con gli assembramenti, mille persone in fila al Conad neanche ci fosse il pane con la tessera – mutu Nello, è un modo di dire! Anche se... – Così il contagio si diffonde sempre di più.

Caro IlMaxFactor, scrivo a te perché non dimentico che sei un mio fan della prima ora. Non dimentico che sei stato il primo a intuire il mio genio, il primo a scrivere che sarei diventato sindaco, il primo a spiegare veramente cosa penso e che mire ho quando dico o faccio qualsiasi cosa. Insomma, il mio vero esegeta. Altro che certi siti. E soprattutto, perché ho bisogno di un consiglio: cosa faccio, cosa m’invento adesso per spostare definitivamente l’attenzione dalla vera “falla” che ha portato il coronavirus a Messina, cioè gli sciatori? Credimi, ho provato di tutto: appena i miei amici e consiglieri mi hanno fatto notare che in mezzo a quegli incoscienti – che sono tornati da Madonna di Campiglio e hanno girato impunemente per studi medici, case di riposo, laboratori e via dicendo – ci sono diversi pezzi grossi e che io ho pure un paio di sottogoverni in quota Circolo del Tennis e della Vela, ho smesso immediatamente di parlarne e ho cercato subito un bello specchietto per le allodole. Minchia, ho sequestrato per due giorni e due notti a Villa 230 persone in regola pur di far discutere d’altro!

Per fortuna, due cose hanno funzionato. Anzi, tre: una mezza vera, che ti dirò dopo, e due di pura
La Renault 4 in giro per il mondo (stampalibera.it)
ammuina. Ricordi quando, per promuovere il video di una band messinese, ho impersonato il Professore della Casa di carta? Ecco, da lui ho imparato la regola aurea che vale per qualunque negoziazione: “ganar tiempo”, “guadagnare tempo”. Sviare, inventare manovre diversive, costringere il nemico a occuparsi di altro e a perdere di vista il problema vero. E il colpo di genio è stata la Renault 4. Perfetta. La macchina-feticcio dei comunisti francesi e non, con a bordo una comitiva di artisti di strada scalzi come Accorinti. Certo, praticamente tutto quello che ho detto sulla R4 è stato smentito: non venivano dal Belgio ma dalla Campania, non erano contagiosi ma negativi, non erano irregolari perché erano stati mandati in quarantena in una casa di Aci Trezza, non hanno continuato a girare per la Sicilia perché quelli erano fotomontaggi, sono finiti a Mazzarino non perché viaggiano indisturbati ma su indicazione delle autorità sanitarie per concludere la quarantena lì. Anzi, ormai l’avranno pure finita. Ma il dibattito sulla R4 mi ha fatto guadagnare almeno due-tre giorni, e degli sciatori-untori non si è parlato più. Io stesso, che sono un ragazzo di campagna, uno del popolo, e ’sti giudoplutomassoni del Vela manco li sopporto, ho smesso proprio di nominarli.

Poi, certo, una mano me la stanno anche dando gli amici. La storia delle uova e della lattuga prese da mia mamma a Fiumedinisi (50 km da Messina), mentre i droni con la mia voce che tuona “Dove c…o vai?” inseguono chi esce di casa, poteva essere un boomerang; ma la verità è che io posso fare quello che voglio. Ai miei tifosi non interessa se ho spostato la residenza a Messina solo per le elezioni, subito dopo l’ho riportata a Fiumedinisi e ora faccio il “pendolare per lavoro” pur avendo casa nel capoluogo, a cento metri dal Comune. E’ bastato mostrare il certificato di residenza a Ciuminisi e l’autocertificazione per lo spostamento e loro, i “miei” messinesi, gli stessi che hanno rotto i coglioni ad Accorinti per cinque anni perché aveva la residenza a Taormina, se li sono fatti bastare. Pericolo scampato.
"Haiu ova e lattuga di Ciuminisi!" (stampalibera.it)  
Però esistevano ancora delle sacche di resistenza. Gente che pensa, va’. E questi non sono facili da convincere. Ecco perché, visto che ancora non avevo sospeso i tributi locali né assegnato i buoni spesa come hanno fatto altri Comuni, ho tirato fuori l’asso dalla manica: 40 milioni di euro per l’emergenza. E ho preso nella rete pure qualche giornale che non mi ama. Come? Dicendo che li potevo spendere perché il consiglio comunale ha approvato il bilancio nei termini, non come Free Tibet (forse perché le Giunte precedenti, comprese quelle in cui io stesso avevo indicato degli assessori, avevano lasciato 450 milioni di “buco”, mentre varando il piano di riequilibrio questi scemi lo hanno reso possibile ai loro successori). Che poi non è nemmeno vero, perché ad esempio quest’anno il Governo ha anticipato il fondo di solidarietà a tutti i Comuni, anche a quelli senza bilancio approvato, proprio per fornire loro liquidità. Ma figurati se i messinesi lo capiscono.

Di questi 40 milioni, 8 arrivano dallo Stato e dalla Regione mentre 32 li ho recuperati dalla rimodulazione dei PON Metro, dei PON Litro, dei PON chilo… ma che cazzo ne so, dei PON. Che non sono fondi miei, ovviamente, perché li ha chiesti e ottenuti l’amministrazione Accorinti. Li avrei dovuti spendere, all’inizio ho escogitato una prima rimodulazione ma ora mancavano nove mesi alla scadenza e me ne dovevo in qualche modo appropriare: siccome il ministro Provenzano ha ottenuto dall’UE la disponibilità a far cadere una parte dei vincoli sui finanziamenti comunitari (che, di norma, non si possono trasferire su altri capitoli di spesa), faccio finta che l’idea sia mia e mi preparo a stornare questi soldi che non sarei mai riuscito a spendere. Basta una variazione di bilancio approvata dal consiglio comunale, ma secondo i dirigenti l’operazione non si può fare. Solo che io non sono fissa come Accorinti: se parlano, li mando in quarantena a Fiumedinisi.

Carlotta Previti con Cateno (da Facebook)
Certo, serve anche il parere dello Stato attraverso l’Agenzia per la Coesione territoriale. E qui ho il mio jolly: Carlotta Previti. L’ho nominata assessore su indicazione di Peppino Buzzanca, che l’ha avuta come esperta per i finanziamenti comunitari alla Provincia e su di lei mi ha raccontato un aneddoto: avrà avuto ventott’anni, fresca di nomina e vogliosa di far bene, e aveva inviato via mail una richiesta di finanziamento alla Comunità Europea. Dopo un po’, irruppe nella stanza di Peppino a Palazzo dei Leoni quasi gridando: “Presidente, presidente! Ci hanno approvato la richiesta!”. Aveva ricevuto l’email di conferma della ricezione del messaggio. Che tenerezza. Capirai, quindi, che di lei mi fido ciecamente; e se mi dice che con l’Agenzia di Coesione basta una telefonata, sarà sicuramente così.

Ora, io non so se riuscirò effettivamente ad avere questi fondi. Forse sì, magari sfruttando qualche nuova possibilità che si aprirà nelle prossime settimane con l’intervento del Governo o la disponibilità dell’UE, e della quale mi prenderò il merito perché in politica si fa così, è inutile che mussìi, caro IlMaxFactor. Ma nel frattempo, ho riempito le teste dei messinesi – visto che ci vuole così poco – con un numero magico: 40 milioni. 40 milioni per la città. 40 milioni per la salute. 40 milioni perché io sono il vero sinnico, quello che si batte per i messinesi. E alle prossime Regionali, Nelluzzu Beddu Musumeci me la suca. “Con tutto il rispetto”.

P.S.: lo so, lo so perché sei arrabbiato con me, IlMaxFactor. Perché ho sminuito in diretta la donazione del tuo Accorinti. Sì, le dieci tonnellate di pacchi di pasta alle mense e alle associazioni di volontariato. Ascolta, lo so che quando il tuo quasi omonimo IlMaxMinutoli ha detto che ne ha donati 700 chili, non ha spiegato che quello è solo il quantitativo consegnato alla Protezione civile del Comune. Però l’ho anche ringraziato, e pure tu, Renato... La beneficenza si fa in silenzio! Anche se da due anni ti chiedono conto ogni giorno di cosa farai con la differenza tra indennità e stipendio, quando lo fai non lo devi dire! Altrimenti ti stai facendo pubblicità, o – peggio – ti stai vantando! Sii come me: misurato, modesto, quasi francescano nel mio modo di pormi nei confronti della carica che rivesto. E soprattutto, non fare niente. Parla soltanto. Minchia, ma proprio tutto ti devo insegnare!

Il malvagio Accorinti si fa pubblicità (foto Enrico Di Giacomo)

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