venerdì 13 novembre 2015

XFactor 9: Skin? Beve Margarita...

L'esibizione in onore di Giorgio Moroder
Nel quarto live show di XFactor 9 registriamo quella che è probabilmente la prima cosa giusta detta da Mika nell'intera edizione: la puntata "dance" è una cagata pazzesca, come La corazzata Potemkin secondo Ugo Fantozzi. Ci apprestiamo dunque a un paio d'ore di sofferenza e di hit durature quanto un batter di ciglia, dopo aver preso atto dell'outing di Fedez che, costume di Robin d'ordinanza, si accompagna a Mika-Batman nella cover del primo matrimonio gay della storia, oltre che della presenza di Giovanni Giorgio "but everybody calls me Giorgio" Moroder che produrrà un remix dance del singolo del vincitore di questa edizione.
E invece, mentre stavamo già per appallarci, si materializza Enrica che fa letteralmente sfracelli con Burnin'up di Jessie J feat. 2 Chainz. Mika, sempre meno presente a se stesso, fa la faccia di quel pastorello del presepe che assiste con stupore alla nascita del redentore (in Sicilia lo chiamiamo maravigghiatu da' rutta) e si accorge che la ragazzina è veramente super. Povero.
Ora, se è vero che - come continuano a testimoniare i cachinni di Fedez - il buon Mika non ha ancora azzeccato un'assegnazione, un discorso andrebbe fatto anche su Elio. O meglio, andrebbe fatto a Elio: machicazzotiportaadareaDavideunpezzodiHowardJones? Ovvio che i giudici anglosassoni, visto Shorty chiaramente meno brillante del solito in Things can only get better (dopo che con Sam Cooke se li era portati tutti a casa), affondino i colpi nel tentativo di togliersi di torno un pericolosissimo rivale per la vittoria finale. Ad ogni buon conto, dieci voti col telecomando glieli diamo e ci pariamo il sederino. O Elio, se non ci fossimo noi...
Subito dopo si completa il Crepuscolo degli Dèi, wagneriana metafora della parabola discendente innescata dagli Urban Strangers: ancora un'assegnazione balzana (Numb dei Linkin' Park nella versione di Jay-Z, peraltro già dato la settimana scorsa) di Fedez, che era partito meglio degli altri giudici ma inizia a mostrare i segni di immorganimento precoce, e onestamente non viene fuori niente di che. Come dall'interpretazione di Luca, costretto a un tormento di note basse e sfiatate da Always on my Mind di Elvis nella versione anni Ottanta dei Pet Shop Boys, Davvero, inspiegabile.
Si riapre subito dopo la querelle Landlord: il brano sembra di... Boris, ovvero è dato un po' a cazzo di cane (Promises dei Nero, mi pare), loro ci mettono come sempre un gran lavoro ma è condivisibile l'obiezione di Elio sul contrasto, non troppo gradevole, tra il suono "grosso" dell'arrangiamento e la voce esile e delicata, per quanto cristallina, della cantante Francesca. I giudici li massacrano, a me continuano a sembrare la cosa più originale e interessante dell'intero XF9. Comunque, i nostri dieci voti fanno la differenza: Davide si salva e al ballottaggio va il sempre più anonimo Luca dopo l'esibizione dei 5 Seconds of Summer con Hey Everybody, che se l'avessero chiamata Hungry like the Wolf avrebbero fatto più figura.
I "5 Seconds of Summer" a X Factor 9
Fin qui abbiamo sfottuto principalmente Mika, ma il Tafazzi d'Oro della puntata è chiaramente appannaggio di Skin, sulla quale apro e chiudo subito una parentesi. (Fatto,)  Al di là di qualche atteggiamento sopra le righe, da una rockstar di questo livello non mi sarei mai aspettato delle assegnazioni così inadeguate. In più, non conoscendo la storia di XFactor Italia, la cantante degli Skunk Anansie assegna alla debolissima Margherita non solo un brano tosto (Tainted Love dei Soft Cell), ma soprattutto quello che segnò la svolta dell'edizione di un paio d'anni fa quando un'interpretazione fantastica proiettò Francesca Michielin (assegnazione, mi pare, di Simona Ventura) dal novero dei "tanti" al ruolo di potenziale vincitrice, come poi avvenne. E se si prende quella come pietra di paragone, la versione di Margherita (anzi di Margarita, come la chiama Skin confermando la natura alcolica delle sue assegnazioni) è veramente povera: di dinamiche, di ritmo, di potenza, di personalità. Tanto da salvare pure il mediocre Leonardo (Only you degli Yazoo, il gruppo di Alison Moyet e dell'ex Depeche Mode, Vince Clarke, l'ennesima assegnazione bislacca di Mika) e da far santificare i Moseek ai quali Fedez propone un brano sconosciuto, Revolusion della svedese Elliphant, puntando sull'effetto "nessuno-potrà-dire-che-hanno-sbagliato-perché-nessuno-la-sa". Loro sono bravi e hanno un sound sempre interessante, ma col c... che sono la band migliore di quest'anno.
E insomma, come dice Davide "Giosada è una certezza" e persino un brano tremendo come Girl U want dei Devo, gruppaccio new wave americano che - al di là di come li ha conditi un Elio versione insalatiere - si ricorda più che altro per un lato kitsch sin troppo pronunciato (*Citazione senza fonte, annoterebbe Wikipedia), passa senza troppi problemi ed è andata.
Al ballottaggio va giustamente Margherita, che come "cavallo di battaglia" propone Hallelujah di Leonard Cohen, già cantata alle audizioni; ma senza il dulcimer, quel curioso strumento con il quale si era accompagnata, non è la stessa cosa. Luca la sfanga con Say Something di A Great Big World e Christina Aguilera e diciamo "ciao ciao" alla seconda cantante di Skin in due settimane. Non sarà un caso, no?.

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