venerdì 20 novembre 2015

XFactor 9: quella sporca mezza dozzina

Puntata molto strana, quella che coincideva con il quinto live show della nona edizione di XFactor: doppia eliminazione, prima manche versione Amarcord con ogni cantante chiamato a riproporre un minuto del brano-simbolo della sua esperienza nel talent (e nonostante la presenza di Elio, a nessuno viene in mente una genialata stile Storie Tese a Sanremo 1996: Neancheunminutodinoncaco), seconda tornata che costituiva l'ultimo ostacolo prima dell'inedito, riservato ai migliori sei e clou della prossima puntata.
"Imagine" cantata dai concorrenti di XF9
Ma soprattutto, puntata strana perché proprio la musica è stata colpita al cuore, venerdì scorso a Parigi. Nessuno pensava che XFactor potesse fermarsi per quello, ma ancora una volta la produzione di questo straordinario spettacolo (in questo momento di gran lunga il migliore della tv italiana, sia generalista che satellitare) ha trovato il modo di non... stonare proponendo una versione, insieme asciutta e commovente, di Imagine cantata dai concorrenti in gara, da alcuni già eliminati e da vincitori e partecipanti delle ultime edizioni. Chiosa nelle parole, anche queste asciutte ma centrate, di un Cattelan con gli occhioni lucidi dopo un lunghissimo (forse,,, troppo lunghissimo) applauso della XFactor Arena. L'unico problema è che tutto ciò che verrà dopo si rivelerà non all'altezza.
E sì, perché la prima manche è tutta un gran giramento, con gli otto talenti ancora in gara sistemati su una piattaforma rotante che, più che rubata a Expo, sembra una scenografia di Macao e impegnati a ricordarci quanto erano stati bravi nel corso della trasmissione. Esce Leonardo, autore di una All of me di John Legend in realtà migliore della Take me to church di Hozier massacrata da Luca, che però si salva e a quel punto sa già che non andrà al ballottaggio nella seconda manche, altrimenti Mika si troverebbe senza più talenti per l'inedito e nessuno vuole questo. Così come non rischierà più Enrica, comunque brava in Like a Star di Corinne Bailey Rae. Dovendo indicare un migliore, direi ancora una volta Davide che si "mangia" Iron Sky di Paolo Nutini con la quale aveva incantato alle audizioni e si merita i miei dieci voti col tasto verde del telecomando,
Il momento più triste della serata non è comunque Imagine ma l'esibizione di Franco Battiato, che per promuovere la sua nuova raccolta presenta su un palco sul quale non avremmo mai pensato di vederlo La cura, il suo capolavoro. Epperò il guru di Milo - che non per questo smetteremo di venerare - fa a pezzi una canzone meravigliosa: fuori tempo, senza voce, come parziale attenuante ha una caduta prima di attaccare il brano ed evidenti problemi con le cuffie ma finisce comunque al ballottaggio. No, alt, mi sono confuso.
Quel che resta di Franco Battiato
 La seconda manche è veramente bastarda: per questioni di rapporti di forze e anche per la successione delle esibizioni, la sensazione chiarissima è che l'ultimo scontro sarà un affare tutto di Fedez, con Moseek e Landlord fortemente indiziati, Inizia Giosada con un pezzo dei Kings of Leon, Sex on fire, cantata ancora una volta benissimo tanto che il dubbio più grosso, per lui, sembra ancora una volta quale pizza scegliere. Luca, come detto, è già salvo prima di cantare ma di suo ci mette, finalmente, una buona All of the Stars di Ed Sheeran. Resta sopravvalutato, ma probabilmente anche lui arriverà all'inedito. Si confermano, invece, le mie perplessità sull'assegnazione dei Moseek: Fedez ormai è in versione "tifenterò patrone ti monto" e pensa di poter dare al sofisticato gruppo romano un pezzone pop dei No Doubt, Don't speak, con il quale nel '95 la band di Gwen Stefani vinse addirittura un Grammy. Versione sin troppo minimalista e insipida, brano troppo lontano dalla loro sensibilità e il disastro è servito.
A questo punta tocca ai due superfavoriti: Enrica si cimenta con il Lenny Kravitz di Are you gonna go my way e mostra un'energia che neanche al Punto Enel di via Broletto, anche se le mosse di ballo la distraggono dal canto e alcune frasi sono parecchio calanti e imprecise. Rischiosissima la scelta di Elio per Davide: non perché "Shorty" non abbia nelle sue corde un capolavoro come Vedrai vedrai di Luigi Tenco, anzi l'esibizione è ancora una volta bellissima, ma non è ovviamente un brano di presa immediata e qualche critica ingenerosa, soprattutto di Fedez, non aiuta.
Finale non d'ordinanza perché proprio Fedez si trova con due gruppi che si esibiscono in successione e appare chiaro che i televoti non basteranno per entrambi. La sposa di Chucky e il suo amico, ovvero gli Urban Strangers, affrontano What I got di Subli con il giusto cazzimme ma - e in questo non sono d'accordo con il mio mito Elio - 'sti minchia di arrangiamenti due-voci-e-una-chitara (con una "erre") hanno veramente stancato. Così mi viene tanto, ma tanto da ridere quando Mika dice di poter già immaginare cosa sarà il loro disco. Sì, un pacco. Fanno molto molto molto meglio i bravissimi Landlord in Metal and Dust dei London Grammar: sonorità sempre interessanti, gusto e cultura musicale di livello superiore rispetto alla competizione (solo Davide mi sembra altrettanto preparato, ma essendo "solo" un cantante è più versatile). Un solo appunto: ma sono così brutti da doverli sempre nascondere? E prima la sfera, e poi la tenda di luci, e tutti che si lamentano per la distanza (fisica e comunicativa) con il pubblico, e Luca Tommassini che fa? Li chiude in una specie di casa fatta con la stampante 3D. Per carità, bellissima, però loro continuiamo a non vederli mai! E siccome anche davanti alla tv nessuno si accorge che hanno cantato, nessuno li vota e finiscono all'ultimo scontro.
Casa Landlord
La sorpresona - relativa, se si pensa al ragionamento fatto prima - è che il ballottaggio coinvolge pure l'intoccabile Giosada, causando un vero e proprio coccolone a Elio che si riprenderà solo dopo l'Extra Factor. Fortuna che Giò non ha cedimenti (Free fallin' di Tom Petty il suo cavallo di battaglia), mentre i Landlord restano fedeli alla linea con Youth di un gruppo indie-rock inglese, i Daughter, ma soprattutto restano nel retropalco: primo ballottaggio nella storia di XFactor per una band e soluzione scenica (ma, più che altro, tecnica) che li relega lontanissimi dal proscenio e ancora una volta nascosti.
Stavolta però non vota il pubblico, ma i giudici: e l'esito è ovviamente favorevole a Giosada. Giusto, anche se onestamente ero più curioso per l'inedito dei Landlord. Vorrà dire che, se e quando completeranno l'album al quale pare lavorino da due anni, si potrà scaricare. Non sono sicuro che la stessa cosa si possa dire dell'inedito di Luca.

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