X Factor 7: La creatura del Dr. Morganstein (Non si fa Mika così, Elio!)
E così, il mio preferito è già sul treno per Livorno.
Lorenzo Iuracà, ventenne (o poco più) toscano probabilmente di origini
calabresi visto il cognome, è il primo eliminato della settima edizione di X
Factor, direi ingiustamente visto che era un cantante e un personaggio di un
certo interesse e che nella prima manche della puntata inaugurale dello show di
Sky aveva anche cantato piuttosto bene, con presenza scenica e personalità oltre
che intonazione.
Lorenzo Iuracà, primo eliminato di X Factor |
Le due cose più giuste della serata
gliele ha dette Elio, anche se non ho per nulla condiviso la sua scelta di
eliminare Lorenzo quando poteva toglierci subito dalle balle i Freeboys,
praticamente i Neri per Caso vestiti da One Direction (o viceversa) che invece
sono destinati ad ammorbarci ancora per qualche settimana, col rischio che via
via le ragazzine s'innamorino e questi tre (abbastanza insulsi) sedicenni ce li
ritroviamo dritti in finale. Vedrete, vedrete. Anche perché – ne parleremo – a
dispetto dei proclami questa è certamente l'edizione meno brillante, dal punto
di vista dei talenti, da quando X Factor è passato con squilli di tromba sul
satellite.
La prima “perla di saggezza” che il sciùr
Belisari in arte Storie Tese ha regalato
a Lorenzo è la definizione di “prima vittima degli esperimenti di
Morgan”, dal momento che il giudice finto biondo gli aveva assegnato un pezzo
di Luigi Tenco. Carino, anche; ma dài, Tenco a primo giro... Allora dillo che
il ragazzo lo vuoi morto! Peraltro, i chiodi nella bara Iuracà se li è messi da
solo quando per l'ultimo scontro ha scelto come cavallo di battaglia Emozioni
di Lucio Battisti, pezzo che – seconda perla di saggezza di Elio – “o lo canti
in maniera indimenticabile o ti distrugge”. Eh, la seconda che hai detto.
Morgan, come saprete, non l'ha presa
benissimo e dopo essere stato oggetto di tre quarti d'ora ininterrotti di
insulti Elio ha pensato che tutto sommato, anche se lo pagano per rimanere fino
a metà “Extra Factor”, il malato di mente poteva pure continuare da solo.
“Morgan, ora smettila!” di Matteo Bordone detto Er Moviola l'acme della
figuraccia dell'ex Bluvertigo. Peraltro, uno dei pochi argomenti che il povero
Elio ha opposto all'ira funesta del suo concittadino trasfigurato in Arisa è
stato: “Ma anche Mika ha votato per eliminare Lorenzo, non solo io...”.
Detto questo, e detto che lo show
(nella sua immutabile essenza, sempre uguale a se stesso salvo che nella grandeur,
di anno in anno più pronunciata) ha funzionato come al solito al di là dei
rutilanti dati di ascolto che non mi interessano, nuntio vobis gaudium
maximum: il ritorno della Pompa. Per la gioia di Mika, di mamma Pompa e di
papà Pompa (sembra la famiglia di Peppa Pig), la dotatissima Roberta avrà
un'altra chance dopo l'inopinata eliminazione alle soglie del programma
da parte del suo mentore: ripescata dal pubblico, giovedì affronterà Osso &
Mr. Rain (anche loro bravini, specie Osso) per un posto tra i
dodici-ormai-undici-che-per-allora-saranno-dieci.
Ovviamente, dopo che l'avevo già
pronosticata vincitrice e che il buon Lorenzo è tornato armi e basette a
casina, tifo Pompa. Così vediamo se finalmente possiamo spaccare almeno un
altoparlante, visto che quest'anno di Chiare Galiazzo, di Nice o di Nicole Tuzi
non se ne vedono nemmeno col cannocchiale.
Eccolo, il punto: nei giudici, la
voglia di stupire ha probabilmente prevalso sull'aspetto tecnico o più in
generale artistico, e così si trovano sul palco di X Factor – e per
carità, ci piacciono praticamente tutti – più personaggi che cantanti: la
Sinead O'Connor de noantri che ha più tatuaggi che capelli e che però ha
fatto Seven Nation Army sottraendosi con grande bravura al “po-popopopopo-po”
di prammatica (Gaia), la ex concorrente strafiga di Apprentice che ha
studiato, sicuro, ma da qui a definirla “quella che canta meglio in questo X
Factor” come ha fatto Elio ce ne corre (Aba), il botolo con pizzetto e
occhialoni che parla – più che cantare – Max Gazzè con influenze riconoscibili
da Buscaglione a... Fantozzi (Fabio), il papà crooner un po' in disarmo
che trasforma i Radiohead in Tony Bennett o nel suo clone Michael Bublè (Alan),
il ragazzo di paese con poca voce e tanti complessi che fa di Carte da
decifrare una ninnananna un po' pesa (a proposito, ignorante d'un Morgan,
non è per niente “una canzone poco conosciuta” di Ivano Fossati) e il trio un
po' freak formato da due rapper sovrappeso e da un improponibile Easy
Rider in ciabatte.
Solo che questi ultimi, in particolare,
hanno la sinistra abitudine di “scatenare l'inferno” ogni qualvolta salgono sul
palco, cosa che mi garba anzichenò. Gli Ape Escape assurgono dunque al rango di
miei preferiti insieme agli Street Clerks, con quelle facce un po' così da
Soliti Idioti (anche loro toscani, del resto) e quelle voci da gente che canta
assieme da sei-sette secoli, al Barbabarba del beatbox Andrea e alla
ragazza con l'ukulele senza ukulele, la giovanissima Viò, tenutaria del
passaggio vocalmente più difficile tra quelli sentiti nella prima puntata.
Vedrete che li eliminano tutti, uno dopo l'altro.
P.S.:
da quando ho visto la prima puntata delle audizioni continuavo a chiedermi: ma
a chi somiglia 'sto Mika? Insomma, chi mi ricorda? Giovedì sera, finalmente,
l'illuminazione: per aspetto fisico, parlata, atteggiamenti è preciso
'ntifico Stanlio. Fateci caso.
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