Nella vecchia XFactoria (Mika, Mika, Oh)
Un po’ per il nome di questo blog,
un po’ per una reale passione nei confronti del programma forse più innovativo
e spettacolare della tv italiana, non potevamo esimerci dal commentare la nuova
stagione di X Factor su Sky; e in attesa, dopo gli Home Visit, di giudicare i
12 finalisti e magari azzardare qualche pronostico, facciamo il punto sulle
prime puntate (audizioni e Bootcamp) e sulle assegnazioni delle categorie ai
quattro giudici.
Elio, Mika, Simona Ventura e Morgan a "X Factor" |
Ah sì, i giudici: tre conferme e una sostituzione la scelta
degli autori e del canale satellitare dopo l’edizione forse più sguaiata,
gossippara e trash di sempre. Merito soprattutto di quella sciroccata di Arisa,
che dopo essere riuscita a scannarsi sia con Elio sia con la Ventura per difendere i
due fratelli incestuosi che nessuno ricorda più nemmeno come si chiamassero e
che invece, per la Pantera
di Pignola (PZ), avevano praticamente in mano il futuro della musica italiana –
ed essere riuscita, verosimilmente a colpi di tetta, a portare dalla propria
parte il sempre lucidissimo Morgan – è stata amabilmente mandata a cagare da tutto
l’ambaradàn di X Factor, in pratica da Simon Cowell fino all’autista della
Skoda.
Al suo posto, dopo due ospitate nella scorsa edizione
obiettivamente di grande successo, è stato chiamato Mika, popstar
anglo-libanese che ha dimostrato entusiasmo e interesse per la gara ma anche qualità
di poliglotta e una simpatia innata. L’ideale, insomma, per dimenticare la
pazzoide lucana e (questo un po’ biecamente) proiettare una volta per tutte X
Factor Italia nello “star system”, con tanto di fan urlanti e richieste di
autografi. “C’è da giurare che vincerà lui”, ci eravamo detti prima ancora di
sentire le assegnazioni.
Come volevasi dimostrare. Che sia stato direttamente Simon
Cowell, l’inventore del format, a comunicare a Elio, Simona Ventura, Morgan e
Mika di quale categoria saranno mentori ha fatto sorridere: in particolare
quando ha imposto a Morgan i ragazzi (“under uomini”, secondo la nomenclatura
ufficiale) anziché le pulzelle, forse per evitare che ne ingravidasse qualcuna
come accaduto due anni fa con la sarda – nel senso di “proveniente dalla
Sardegna” ma anche di “secca come una sardina” – Jessica.
E, con un pizzico di cattiveria, viene da pensare che per
lo stesso motivo la categoria delle ragazze, peraltro quella sulla carta più
forte, sia andata a Mika, i cui atteggiamenti da “macho” avevano pure fatto
breccia nel cuore di Chiara Galiazzo che aveva confessato una “cotterella” per
lui (sempre lucidissima e molto presente a se stessa Chiara, niente da dire…).
Nell’ordine delle cose l’assegnazione degli sfigatissimi gruppi alla Ventura e
degli “over 25”
al povero Elio che, avesse potuto, avrebbe decorato la faccia di Simon Cowell
come Shpalman, l’eroe con cazzuola di una canzone delle Storie Tese.
Solo che, una volta evitato il rischio che Morgan si
riproduca ulteriormente – anche se, a rigore, quando si è ingroppato la
“Loredana Bertè dei poveri” quest’ultima era nella squadra della Ventura – a
Sky devono essersi chiesti: sì, bravissimi, e ora cosa ci inventiamo per far
parlare del programma? A parte la musica, sempreché funzioni. Ed ecco la
genialata: negli Home Visit, i quattro giudici saranno accompagnati da un
amico-socio-consigliere preferibilmente con qualche competenza nel ramo.
E così Elio si porta a Cremona “Mr. Radio Deejay” Linus, la Ventura è a Torino con
Boosta dei Subsonica che onestamente non so chi sia, Mika si trasferisce a
Dublino con Marco Mengoni (che invidia, non per Mengoni ma per Dublino) e
Morgan, udite udite, finisce a Berlino con… Asia Argento (che invidia, sia per
Berlino che per l’Asia), vale a dire il “feticcio” della sua vita, la madre di
sua figlia e più in generale quella che lo ha fatto definitivamente strippare
riducendolo al confuso filosofo da Tangenziale che inizia un discorso, si perde
quasi subito e poi, nel momento in cui per miracolo riesce a riportare il
concetto nell’ambito del senso compiuto, se la ride più incredulo che
soddisfatto. Chissà cosa ne pensa Jessica, se stanno ancora insieme (e no, non
vogliamo saperlo).
Ad ogni modo, dagli Home Visit verrà fuori il campo di
partecipanti probabilmente meno forte di questa “seconda vita” di X Factor, che
su Sky ha trovato nuova linfa, inventiva e libertà di espressione ma anche
mezzi illimitati che in Rai non avrebbe certo potuto mantenere.
L’impressione è
che – a parte la generale sensazione di autismo che promana da soggetti tipo la
tizia con l’ukulele o quello con i dreadlocks che sembra sempre “fatto” di
fresco – sia rimasto in gara qualche “cane”, anzi più d’uno; e l’eterogeneità
dei personaggi, dal padre di famiglia in crisi di mezza età stile Tate Stevens
(che, per chi non lo sapesse, è il cowboy in disarmo ma con una voce da far
tremare il culo che ha vinto l’ultima edizione negli Usa) alla figa che dopo
aver partecipato a “The Apprentice” si è convinta che se non è in televisione
forse non è realmente viva, appare più funzionale al discorso televisivo che a
quello artistico.
D’altra parte, non si può negare che X Factor 7 rischi ormai di essere un po’ troppo uguale a se stesso, intrappolato in una formula sì di successo ma anche un filino abusata. Così come, alla terza partecipazione come conduttore, il bravo Alessandro Cattelan (che per due anni l’ha sfangata a priori perché era impossibile essere più scarsi di Francesco Facchinetti) comincia a mostrare la corda di un repertorio di frasi, sorrisi e abbracci un po’ trito. Servirà decisamente qualche novità, o gli ottimi dati d’ascolto delle prime puntate sono destinati a non essere replicati troppo a lungo.
Infine, un primo pronostico: vincerà Roberta Pompa. Per la
gioia – come ha snocciolato, scompisciandosi, Mika quando la poverina si è
presentata – di mamma Pompa e papà Pompa. Perché “io non sono italiano, ma
conosco la pompa”. Ma va’?
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