SOSTIENE PEREIRA: Catenofumus dà le pagelle: i mantenuti, i riciclati, i promossi, i bocciati e i retrocessi
Di Antonio Pereira
Anche a vent'anni, quando Mario Bonsignore - sindaco - lo impose delegato provinciale del Giovanile democristiano in un finto congresso nel quartiere fieristico, succedendo al vuoto pneumatico, ma verbosissimo, di Gigi Cartagenova, aveva già l'aspetto di un becchino. Del ventenne non aveva nulla: colpa di una natura avara. Veleggia per i cinquantacinque, e continua ad avere l'aspetto di un becchino... Invecchiato.
Anche a vent'anni, quando Mario Bonsignore - sindaco - lo impose delegato provinciale del Giovanile democristiano in un finto congresso nel quartiere fieristico, succedendo al vuoto pneumatico, ma verbosissimo, di Gigi Cartagenova, aveva già l'aspetto di un becchino. Del ventenne non aveva nulla: colpa di una natura avara. Veleggia per i cinquantacinque, e continua ad avere l'aspetto di un becchino... Invecchiato.
Francesco Gallo, cresciuto a pane e Dc nella derivazione astoniana-gullottiana, sedicente spin doctor, in realtà estensore di discorsi, da Bonsignore a Leonardi, passando per Francantonio Genovese, il sindaco più criminogeno della storia di questa città, è approdato - naturaliter - a Cateno De Luca. Del quale oggi è assessore.
Per una volta, da Lisbona, questo non mi sembra surreale. Una sola domanda: ma questo Francesco Gallo, laureato in Giurisprudenza, avvocato, un euro nell'alveo del mestiere lo sfanga, o ci devono pensare la moglie e la politica?
L'apertura di questa analisi gli spettava di diritto, ma la chiudiamo qui. Adesso attendo la cooptazione in Giunta di Nanni Ricevuto, magari ai rapporti con Putin, giacché è console onorario della Russia, e magari di Turi Leonardi, che è persona perbene ma ha la civetteria dell'indispensabilità e del sacrificio in nome dell'interesse collettivo.
Dunque, i promossi. Questo sottogovernista mutanghero ma diffusore privato di pensiero vacuo ed estensore di discorsi finto-colti, Francesco "becchino" Gallo; la dirigente scolastica Laura Tringali, per la quale provo una istintiva simpatia allorché bacchettò la collega del "Seguenza", Lilia Leonardi, quando alzò la barriera del razzismo culturale tra i frequentatori dei Licei e quelli dei Tecnici. Ma siccome la Tringali è evidentemente una "delucana", allora mi impongo l'alt e rifletto. Troppo intelligente non deve essere. Ambiziosa sì, come tutte i dirigenti scolastici, piccoli sindaci con discreti bilanci, su cui la magistratura farebbe bene ad accendere qualche faro piuttosto che sottovalutare. Quanto alla Tringali, sarebbe dignitoso si mettesse in aspettativa da dirigente dell' "Antonello", ma non ci faccio affidamento perché il doppio stipendio ha un invidiabile appeal.
Di Scattareggia e Trimarchi non parlerò: sono finiti nel cestino della storia contemporanea locale. Di Carlotta Previti sì.
Lacchè riccioluta di Buzzanca ai tempi della prima presidenza di Peppino Uranio Greco, esperta di Palazzo dei Leoni con Orazio Miloro e Bruno "aperitivo" Cilento, sposa il progetto di Cateno e ne diventa assessore. Non possiede neppure il suo voto, sbaglierebbe in cabina. Però, dicono sappia leggere e interpretare bandi europei, ma non ha mai fatto un concorso. Insomma, un lavoro vero e proprio non ce l'ha. Ha un'indennità da assessore e una, adesso, da esperta alla Città metropolitana (21 mila euro l'anno, buoni per fronteggiare un mutuo, forse). Secondo me è illegale il doppio incarico retribuito. Ci sarà qualcuno che a Palazzo Piacentini si prenderà la briga di verificare? O sono troppo impegnati a inseguire i fantasmi dell'antimafia di facciata? Perché la carriera è più importante.
I retrocessi. Dafne Musolino e Salvatore Mondello. Restano in Giunta, ma alla giurista in salsa peloritana Catenofumus ha tolto la delega alla polizia municipale, perché riceveva troppe interviste da Rtp e questo il guitto di Fiumedinisi non lo può sopportare; a Mondello ha tolto la delega di vicesindaco, girata a Carlotta la "spenta".
Queste sono le ultime notizie da una città che ormai è una finzione. La tragedia che si fa farsa. Fumo - gli ombrelloni sequestrati, i falò che saranno vietati - e finto distintivo, uno sceriffo che può solo sparare alle blatte. E quasi tutti in silenzio, cloroformizzati dal nonnulla generale, dalla difesa di un "particulare" che non c'è più.
A corona di tutto ciò, perché non sono un corporativo, l'appello di diciotto giornalisti, tra pubblicisti e professionisti, a mettere la mascherina per salvare il mondo dal Covid 19. Devo ammetterlo: la mia categoria è piena di vanagloriose, vanagloriosi e più di un coglione.
Saluti dall'Alfama.
P.S.: Sostiene di chiamarsi Antonio Pereira, di essere un discendente del giornalista del Lisboa protagonista del romanzo di Tabucchi. Sostiene di avermi conosciuto in un giorno d’estate. «Una magnifica giornata d’estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava». Solo che io non sono mai stato a Lisbona, quindi immagino che menta. E’ un uomo di età ormai avanzata, che ha problemi di cuore e la pressione alta. Un ex giornalista di cronaca nera al quale è stata affidata la pagina culturale del giornale. Ora, essendo piuttosto anziano e poco avvezzo all’uso dei social (né gli interessa), Antonio Pereira non ha un blog e mi ha chiesto di ospitare periodicamente le sue riflessioni.
A corona di tutto ciò, perché non sono un corporativo, l'appello di diciotto giornalisti, tra pubblicisti e professionisti, a mettere la mascherina per salvare il mondo dal Covid 19. Devo ammetterlo: la mia categoria è piena di vanagloriose, vanagloriosi e più di un coglione.
Saluti dall'Alfama.
P.S.: Sostiene di chiamarsi Antonio Pereira, di essere un discendente del giornalista del Lisboa protagonista del romanzo di Tabucchi. Sostiene di avermi conosciuto in un giorno d’estate. «Una magnifica giornata d’estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava». Solo che io non sono mai stato a Lisbona, quindi immagino che menta. E’ un uomo di età ormai avanzata, che ha problemi di cuore e la pressione alta. Un ex giornalista di cronaca nera al quale è stata affidata la pagina culturale del giornale. Ora, essendo piuttosto anziano e poco avvezzo all’uso dei social (né gli interessa), Antonio Pereira non ha un blog e mi ha chiesto di ospitare periodicamente le sue riflessioni.
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