XFactor: per me niente Carote, grazie



La “sporca dozzina” dell’edizione numero 13 di XFactor è finalmente composta, tra sorprese che si sono materializzate all’ultimo e altre che invece si sono sgonfiate, ma anche con un paio di robuste certezze che manterranno il livello abbastanza alto anche quest’anno e soprattutto con qualche inciampo dei giudici (tre su quattro nuovi, si può capire) che ci hanno tolto il piacere di ascoltare qualche sicuro protagonista.

Emanuele Cristanti, in arte Nuela (tg24.sky.it)
Non è il caso di Emanuele Cristanti in arte Nuela, stralunato sedicenne romano che alle audizioni ha tirato giù il palazzetto con l’inedito Carote bissando ai bootcamp con Ti voglio al mio funerale. Intelligente, scafato, divertentissimo con quella vena surreale, Nuela in realtà andava applaudito, riascoltato (magari non quanto gli è effettivamente accaduto: oltre 20 milioni di visualizzazioni per i due video su YouTube!) e lasciato andare, fors’anche prima degli Home Visit. Lo stesso Sfera Ebbasta, dopo la seconda esibizione, ha confidato a Malika Ayane (voto 5, principalmente per la precedente esclusione “razzista” di Michele) che si aspettava lo facesse infine alzare dalla sedia, invece la giudice degli Under Uomini gli ha detto «Andiamo a Berlino, Beppe» – consegnandogli un’ulteriore difficoltà, la lingua – dove, provando a mostrare un pizzico di versatilità, si è un po’ perso. Trattandosi di un programma di cover, pensavo che Nuela potesse ad esempio confrontarsi con un brano di Elio e le Storie Tese, ma i limiti vocali evidenziati nella versione di Sweet but Psycho di Ava Max della quale ha riscritto le strofe (maluccio) e anche la deludente Settimo nano, annunciata come un dissing molto più incisivo, lo avrebbero reso inadatto al compito e più in generale al programma. Insomma, bravo ma basta.

Sissi canta X Factor agli Home Visit (video.sky.it)
L’altra eliminazione che ha fatto e farà discutere – ma stavolta giustamente – è quella di Sissi da parte di Sfera Ebbasta (voto 5). Perché la ventenne di Erba, dopo aver incantato con Del verde di Calcutta e Love on the brain di Rihanna, ha mostrato di saper passare a generi e ritmi diversi con X Factor di Lauryn Hill e sì, avrebbe meritato decisamente di approdare al live. L’errore di Sfera – un errore da novellino qual è, come Malika Ayane e Samuel – è stato regalare un posto nello show a Giordana Petralia, sedicenne studentessa catanese che è bravissima non solo all’arpa ma anche al piano, però mette questa bravura in secondo piano andando sempre sopra le righe con la voce, esagerando così tanto che qualsiasi cosa suoni sembra la stessa. A quel punto, considerato che la piccola cantautrice Sofia Tornambene sarebbe passata anche senza cantare dopo la stretta al cuore di La leva calcistica della classe ’68 ai bootcamp (e comunque, lo ha fatto e bene in People help the People di Birdy), il rapper di Cinisello si è trovato a dover scegliere tra Sissi e Mariam Rouass, origini marocchine e mood molto più vicino a quello del giudice delle Under Donne.

I Booda, vincitori di XF13 (tg24.sky.it)
L’altro giudice novellino, ovvero Samuel (voto 6), aveva un compito ancora più facile: audizioni e bootcamp avevano detto chiaramente che i Booda vinceranno XFactor, quindi doveva solo starli a sentire e dar loro un biglietto per il live. Ma loro hanno voluto strafare, cambiando genere e facendo tremare tanti culetti berlinesi con Hey Mama di David Guetta feat. Nicky Minaj. Bravissimi, di gran lunga i più interessanti del lotto. Poi avrebbe dovuto portare agli Home Visit i Seawards, duo che nel cambio di chitarrista ha addirittura guadagnato, e infine i Kyber, che saranno pure un po’ paraculi nella scelta dei brani – come soffia nell’orecchio a Samuel un onnipresente Ale Cattelan (voto 7), che quest’anno ha già assegnato le categorie ai giudici e seguito tutti gli Home Visit: ai live canterà, ballerà e farà l’imitazione di Morgan – ma suonano bene e hanno un cantante dalla voce molto particolare. Invece, il leader dei Subsonica si incapriccia dei Sierra, duo rap molto più indietro rispetto a tutti gli altri concorrenti, e più per curiosità che per altro se li porta dietro. D’altra parte, aveva già malamente tolto la sedia da sotto le terga dei Keemosabe e quindi non è che ci aspettassimo scelte troppo illuminate.

Mara Maionchi sceglie Eugenio e Marco (video.sky.it)
Se rispetto ai Bootcamp la sensazione è che le squadre di Malika Ayane e Sfera Ebbasta (date da tutti per favorite) siano in fondo un po’ meno forti di quanto era emerso nella prima fase, il contrario si può dire per i gruppi e soprattutto per gli Over di Mara Maionchi (voto 6) nella versione più scazzata di sempre. Niente sembra scuoterla: i suoi giudizi sono laconici e scontati, le parolacce sono diventate un obbligo contrattuale, solo agli Home Visit resuscita quando Marco, operatore di una ONG già reduce da un bel De Andrè ai Bootcamp, intona una coinvolgente Soul Train. Però ha messo insieme, tutto sommato, un bel trio: un altro cantautore, Eugenio, che ha inanellato En e Xanax di Samuele Bersani e Futura di Lucio Dalla in maniera convincente, e il catanese Nicola, preferito per il suo timbro particolare al pianista Gabriele che però avrebbe senz’altro meritato più di lui di andare ai live.

Insomma, ci prepariamo allo show con la consapevolezza di un livello alto ma non straordinario e con qualche certezza: i Booda vincitori, appunto, i Sierra che salutano la compagnia molto presto così come uno tra Marco ed Eugenio, le previsioni de IlMaxFactor che si rivelano sballate... Solite cose, via. Appuntamento ai live.

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