venerdì 13 dicembre 2019

XFactor 13, prendiamola con... Sofia: bene, bravi ma basta

Il trionfo di Sofia Tornambene (tg24.sky.it)

Per la prima volta dai tempi di Michele Bravi (voto 8 per come sta cercando di reagire alla tragedia che lo ha visto involontario protagonista), quest’anno non vedevo l’ora che XFactor finisse, e anche il prima possibile. Non perché lo show di Sky non sia bellissimo, anzi: in effetti, in questa edizione numero 13 – la nona trasmessa dalla piattaforma satellitare – la disponibilità pressoché infinita di risorse e di tecnologia ha fatto fare allo spettacolo un ulteriore salto di qualità dal punto di vista scenico e visivo. Ecco, paradossalmente è proprio questo il problema che ha fatto mostrare la corda al talent più famoso del mondo: la progressiva prevaricazione dell’aspetto visivo e spettacolare su quello più strettamente musicale. Tanto che la finale è sembrata una specie di The last Watch, il documentario sull’ultima stagione de Il trono di spade, con Cattelan che non dà appuntamento alla prossima edizione, Simon Cowell presente al Forum per capire perché gli ascolti siano andati così male, Mara Maionchi “orfana” di concorrenti, scazzata e pronta alla pensione mentre gli altri giudici dopo essersi scannati per due mesi sembrano tanti Babbi Natale.

Una disdetta, perché – dopo quattro stagioni modeste sulla Rai – grazie a Sky lo show era diventato un must specie sotto la direzione artistica di Luca Tommassini, che ha surclassato il suo successore Simone Ferrari la cui impronta è stata paradossalmente tanto invasiva quanto impalpabile. Stanchezza, frizioni e scandali hanno poi tolto a XFactor i suoi giudici migliori, costringendo la produzione a inventarsi quartetti improbabili specie nelle ultime due stagioni, con quello di quest’anno che è parso decisamente il più scarso di sempre. Chi ha invece dato l’impressione di essere ormai persino “troppo” per il satellite è Alessandro Cattelan (voto 9), al quale si è provato a dare un ruolo più “pesante” sin dagli Home Visit e che in finale, per dirne una, ha duettato molto bene con il superospite Robbie Williams tanto da sembrare pronto per ben altro: si sa che ha avuto contatti con la Rai, probabile conduca Sanremo 2020 ma già prima di allora mi aspetto di vederlo in un talk  sullo stile di #EPCC o, perché no?, magari in uno show del sabato sera.

Salutateli tutti, non li rivedrete (altrospettacolo.it)
Ah, in tutto questo ha vinto Sofia (voto 8). La sedicenne marchigiana mi ha ricordato la parabola di Lorenzo Fragola, che arrivò alle auditions con un inedito spaccaculi e che, in pratica, aveva già vinto prima ancora che si andasse ai live. E così è stato anche per lei, forte di quella A domani per sempre scritta a quattordici anni – sì, quando voi ancora vi scaccolavate il naso e nascondevate il prodotto sotto il banco in stile Elio e le Storie Tese – che ha lasciato un po’ tutti a bocca aperta, anche perché all’epoca non si sapeva che la piccola, con il nome d’arte di Kimono (costato tra l’altro l’eliminazione e la damnatio memoriae all’omonimo gruppo uscito ai Bootcamp), aveva già partecipato a Sanremo Young e quindi non era proprio una novellina. Anche se lei ci ha messo del suo, limitando il suo discorso della vittoria a un reiterato «Grazie» e consegnando il trofeo al giudice sbagliato, Samuel anziché Sfera Ebbasta (o meglio $fera €bbasta, voto 7 per il nome e 5 come mentore). A proposito di quest’ultimo, ingiustamente glorificato dalla stampa di settore – che, quando si tratta di saltare sul carro del vincitore, Tamberi nemmeno lo vede – vorrei sommessamente far notare che aveva di gran lunga la squadra più forte del lotto (ben 16 concorrenti qualificate al Bootcamp con quattro “sì” alle auditions) ed è riuscito nella difficile impresa di indebolirla lasciando a casa una potenziale vincitrice come Silvia Cesana in arte Sissi, capace di inanellare tre esibizioni strepitose da Calcutta a Rihanna fino a Lauryn Hill, alla quale il rapper di Cinisello Beach ha preferito... quella con l’arpa. Sì, Giordana, insomma, il più grande equivoco di questa edizione insieme alla Sierra (ne parliamo tra un attimo). In più, ha fatto fuori subito la brava Mariam con un’assegnazione del piffero e, anche per quanto riguarda Sofia, non è che l’abbia aiutata granché: sopravvalutata la sua Fix you dei Coldplay (riproposta anche nel Best Of durante la finale al posto di una molto più centrata La leva calcistica della classe ’68), incomprensibili in prospettiva futura escursioni come lo Stromile di Papaoutai. Ma lei è stata così brava da superare tutti gli ostacoli, un po’ come Chiara Galiazzo quando Morgan le faceva cantare Piero Ciampi e i Kiss. Ma con ben altro spessore alle spalle, va detto.

Al secondo posto, per fortuna – perché hanno rischiato di doverlo cedere alla Sierra, figuratevi! –, i Booda (voto 8), di gran lunga la cosa più interessante vista in questa edizione. Appena formati con l’aggiunta della catanese Federica Buda al preesistente duo ritmico romano-anagnino, hanno impressionato alle audizioni con Heartbeat di Nneka e, fino agli Home Visit, hanno addirittura sempre migliorato. Poi ci sono stati i live e il loro giudice Samuel (voto 5, parlandone da vivo... più o meno) li ha subito mandati in confusione spingendo l’acceleratore sulla componente elettropop con qualche assegnazione inascoltabile. Poi, dovendo far vedere che sono in grado di suonare anche altro cosa ti combina? Propone, che so, Depeche Mode o una ballad dei Metallica? No, si inventa Beyonce. Allora dillo che ti piace farti del male. Per non parlare di quell’inedito insulso (ancorché musicalmente molto interessante) che ha impedito alla band di vincere XFactor. Ah, a proposito: il pubblico del Forum, che non aveva capito l’allusione, ha applaudito la sua tirata presuntuosa e sgradevole sulla scommessa vinta con la Sierra, che però – mi spiace svegliarlo dal sogno – sono arrivati fin lassù solo per una questione di genere, specie dopo l’exploit di Anastasio dell’anno scorso. Perché loro (voto 6), pippe di Samuel a parte, non hanno portato nulla di veramente nuovo se non qualche testo banalotto e superficiale.

Altro cantante più penalizzato che aiutato dal suo giudice, il talentuoso “pesce senza sangue” Davide
Malika Ayane si è... sciacquata la bocca (youtube.com)
(voto 7), che canta benissimo e suona ancora meglio ma non si è capito dove voglia andare. O meglio, dove volesse mandarlo Malika Ayane (voto 4) che verrà ricordata più come scassapalle pseudofemminista che come mentore. La presunzione e l’arroganza con le quali ha risposto a critiche anche giustificate sul percorso dei suoi contanti hanno segnato in negativo questa edizione, e in più l’inedito del suo unico superstite – quasi non ricordiamo più chi fossero gli altri componenti della squadra, anzi fatemi fare mente locale perché in questo momento mi sfugge veramente – non ha granché senso, a partire dalla scelta di fargli cantare un brano in inglese. Ecco, se una certezza ce l’ho è dove vorrei mandare lei.

Chiudo con la grigia Mara Maionchi (voto 5), pure lei pronta al passo d’addio anche perché si è visto lontano un miglio che si rompeva le palle a stare al tavolo con quei tre dilettanti. Tanto che, turpiloquio d’ordinanza a parte, non si è quasi mai fatta notare e per la prima volta è rimasta fuori dalla finale per “colpa” del suo migliore elemento, Eugenio Campagna in arte Comete, condannato dalla presunzione e dal fatto di non aver saputo adattare il suo talento di cantautore a un programma di cover. La sua Cornflakes è l’inedito migliore del lotto insieme a quello di Sofia, in più a me era piaciuta molto la Glovo delle audizioni mentre l’esibizione con En e Xanax di Samuele Bersani è probabilmente la più bella di tutta la stagione. Certo, al quinto-sesto live non puoi uscirtene con la scusa che sei stanco dopo aver “murato” il pezzo di Calcutta. Peccato, mi sarebbe piaciuto vederlo vincere perché sarebbe stato il primo cantautore “vero”, di estrazione indie, a trionfare in un programma così mainstream che più mainstream non si può.

Forse era meglio la foto di Robbie Williams (tg24.sky.it)
P.S.: ultima notazione per Ultimo (chiedo venia per il calembour; e no, non è un formaggio francese). Ma veramente comprate i suoi dischi? Ma pure quella canzone da cameretta che ha cantato al Forum? Vabbè, contenti voi...

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