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Visualizzazione dei post da ottobre, 2013

NBA: La guerra di Rose e l'esercito dell'ultima chance

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T he War of the Rose , ovvero “la guerra di Rose”. E’ il grande ritorno del playmaker di Chicago, prima scelta assoluta del 2008 e fermo da oltre un anno per infortunio, il tema principale della stagione Nba che inizia questa notte con tre partite: il derby di Los Angeles tra Lakers e Clippers, Orlando-Indiana e appunto la sfida tra i Miami Heat di LeBron James, campioni negli ultimi due anni, e i Bulls dell’Mvp del 2011. D-Rose, oggetto anche di accese polemiche durante gli ultimi playoff per la decisione di non accelerare il rientro, ha già dimostrato di essere nuovamente in piena efficienza fisica con una preseason rutilante a 20.7 punti e 5 assist di media e nella quale Chicago è rimasta imbattuta (7-0); ora deve provare di poter ancora trascinare i Bulls a una riedizione dei fasti dell’era Jordan. Il problema è che gli ostacoli più alti sono tutti a Est e si chiamano ovviamente Miami, Indiana e finalmente Brooklyn; chi uscirà dalla “tonnara” fra queste quattro superpotenze, c

X Factor 7: La creatura del Dr. Morganstein (Non si fa Mika così, Elio!)

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E così, il mio preferito è già sul treno per Livorno. Lorenzo Iuracà, ventenne (o poco più) toscano probabilmente di origini calabresi visto il cognome, è il primo eliminato della settima edizione di X Factor, direi ingiustamente visto che era un cantante e un personaggio di un certo interesse e che nella prima manche della puntata inaugurale dello show di Sky aveva anche cantato piuttosto bene, con presenza scenica e personalità oltre che intonazione. Lorenzo Iuracà, primo eliminato di X Factor          Le due cose più giuste della serata gliele ha dette Elio, anche se non ho per nulla condiviso la sua scelta di eliminare Lorenzo quando poteva toglierci subito dalle balle i Freeboys, praticamente i Neri per Caso vestiti da One Direction (o viceversa) che invece sono destinati ad ammorbarci ancora per qualche settimana, col rischio che via via le ragazzine s'innamorino e questi tre (abbastanza insulsi) sedicenni ce li ritroviamo dritti in finale. Vedrete, vedrete. Anche

Nella vecchia XFactoria (Mika, Mika, Oh)

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U n po’ per il nome di questo blog, un po’ per una reale passione nei confronti del programma forse più innovativo e spettacolare della tv italiana, non potevamo esimerci dal commentare la nuova stagione di X Factor su Sky; e in attesa, dopo gli Home Visit, di giudicare i 12 finalisti e magari azzardare qualche pronostico, facciamo il punto sulle prime puntate (audizioni e Bootcamp) e sulle assegnazioni delle categorie ai quattro giudici. Elio, Mika, Simona Ventura e Morgan a "X Factor" Ah sì, i giudici: tre conferme e una sostituzione la scelta degli autori e del canale satellitare dopo l’edizione forse più sguaiata, gossippara e trash di sempre. Merito soprattutto di quella sciroccata di Arisa, che dopo essere riuscita a scannarsi sia con Elio sia con la Ventura per difendere i due fratelli incestuosi che nessuno ricorda più nemmeno come si chiamassero e che invece, per la Pantera di Pignola (PZ), avevano praticamente in mano il futuro della musica italiana – ed

Tutti i trucchi e gli espedienti del "Poz" (Gazzetta del Sud, 8/10/2013)

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U na cosa è certa: anche quest'anno, a guardare le partite dell'Orlandina non ci si annoierà di certo. Sembra averlo subito capito Sportitalia, che dopo lo "show" paladino a Brescia potrebbe (e farebbe bene) decidere di trasmettere ogni settimana l'impegno della squadra di Gianmarco Pozzecco...  È proprio il "Poz" il personaggio che cambia le carte in tavola, che stravolge consuetudini e piani partita per portare il match dove vuole lui, in una zona in cui non contano più la tecnica o la tattica ma il cuore, la grinta, il gruppo, l'amore per questo  gioco. Tanto che i commentatori hanno notato come la squadra sembri letteralmente giocare per lui.  L'ex play della Nazionale mette al servizio della propria panchina tutta una serie di "trucchi" ed espedienti a metà tra il consumato teatrante (in senso buono, per ca rità) e il "cervellone" applicato al basket. Sport del quale - torniamo ad affermarlo - ha conoscenza, istinti e

Ritratto del sindaco di Hiroshima

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«I o sono il sindaco di Hiroshima». Era agosto quando, durante un incontro serale con gli abitanti e i villeggianti di Marmora e Rodia (già questa una piccola rivoluzione), Renato Accorinti metteva in chiaro quale “eredità” amministrativa gli fosse toccata. Eletto da poco più di un mese dopo una clamorosa rimonta al ballottaggio che aveva coronato una campagna elettorale straordinaria come mai se ne erano viste a Messina (e questo mi sembra oggettivo, al di là della simpatia che ho per il nuovo sindaco e per il suo movimento), Renato aveva già capito l’antifona: gli toccava – e gli tocca – amministrare una città devastata dalla bomba atomica del malgoverno, della burocrazia che soffoca, del disinteresse di un’intera classe politica per la quale era stata solo terra di conquista e di saccheggi. E questo va al di là delle responsabilità personali di chi l’ha amministrata – che pure ci sono – per coinvolgere un intero sistema, quello della politica come l’hanno intesa la prima, la se