La campagna con la Venere di Botticelli è scopiazzata: che figura di... meraviglia!

 


D
a qualche giorno nel Paese virtuale (ma anche in quello reale) non si parla d’altro: la campagna #opentomeraviglia, con la Venere di Botticelli influencer che promuove le bellezze d’Italia, è un colossale flop da 9 milioni di euro. Nata praticamente già morta per il semplice fatto di essere un’idea del ministro Santanchè, criticata per il costo esorbitante, sbeffeggiata dai media internazionali per la sua banalità, praticamente vanificata dal mancato acquisto del corrispondente dominio Internet, fotoshoppata con la faccia di Vulvia (il personaggio creato da Corrado Guzzanti), ridicolizzata da uno strepitoso Stefano Accorsi che mangia un trancio di pizza in piazza San Marco e chiosa «Mavelafacevoio la pubblicità! E ci risparmiavate anche qualcosa...», insomma le è capitato di tutto, povera Venerina.




Tanto che ieri la Armando Testa, la prestigiosissima agenzia pubblicitaria che ha ideato la campagna, ha pensato bene di replicare. E lo ha fatto non scusandosi ma sostenendo che non era la campagna definitiva, che erano rimasti senza benzina, avevano una gomma a terra, non avevano i soldi per prendere il taxi, la tintoria non aveva portato il tight, c’era il funerale della madre! Era crollata la casa! C’era stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! (cit. The Blues Brothers) e concludendo con una supercazzola degna del goebbelsiano «Bene o male, purché se ne parli», cioè che comunque la campagna avrebbe il merito di aver riportato l’attenzione sulle bellezze italiche. Quello che non le donne, ma i pubblicitari di Armando Testa non dicono è che, a parte tutto, si tratta di un plagio o comunque di una “scopiazzatura”. Ecco perché.


Qualche giorno fa, su una pagina Facebook che seguiamo è apparsa, senza commenti, la foto di un tubetto di sale “Gemma di Mare”, prodotto dalla Compagnia Italiana Sali, con l’immagine della Venere di Botticelli e lo slogan “Meraviglie d’Italia”. Abbiamo condiviso con cautela perché ci sembrava un fake; e invece, taggata in uno dei commenti, l’azienda sarda ci ha risposto: «Gentile Massimiliano, il pack in questione era collegato a una nostra vecchia campagna “Meraviglie d’Italia” ideata nel 2020 per promuovere le bellezze italiane in correlazione alla ripartenza post pandemia. Aveva lo scopo di celebrare le bellezze italiane con l’idea di promuovere l’incoming turistico come simbolo della ripartenza. La nostra campagna, già terminata, è stata legata solo al momento storico che stavamo vivendo e l’edizione dei pack è già stata ritirata dagli scaffali dei supermercati (essendo una limited edition)». E in effetti, la serie “Meraviglie d’Italia” proponeva sulla confezione il Colosseo, il Duomo di Milano, la creazione di Adamo dalla Cappella Sistina, la Dama con l’ermellino di Leonardo e appunto la Venere di Botticelli.


La somiglianza, peraltro rafforzata dal termine “meraviglia” (qui nel nome, lì nel claim, quello che una volta si chiamava slogan), non può essere casuale. E non sfuggirà che anche l’obiettivo della campagna della Italiana Sali è praticamente lo stesso di #opentomeraviglia. Il che rende doppiamente rabberciata, ridicola e presuntuosa la precisazione di Armando (lo chiamiamo così perché ha evidentemente perso la... Testa). Quando la pezza è peggio del buco: d’ora in poi chiamatela #opentofiguradi...meraviglia.

 

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