Politica: un defibrillatore per Cateno, presto!
Cateno De Luca e un'ombra minacciosa (foto Enrico Di Giacomo) |
Mi
presento, sono Catenato De Luccorinti, sindaco della città di Messina dal
lontano 2013. Cioè no, sono Renateno... volevo dire Accoluca... insomma, lo
ammetto: sono in crisi di identità. Ma la colpa non è mia. Eccheccazzo, ho
passato tutta la campagna elettorale e i primi mesi di mandato a dire che #CiCuppavaAccorinti, che avrei smantellato tutto quello che
aveva fatto quell’associazione a delinquere di boy-scout assassini... e ormai, se
faccio qualcosa di buono o semplicemente di sensato, mi accusano di campare
sulle spalle di Accorinti, di appropriarmi di cose fatte da lui; se faccio il
contrario, di rovinare le cose buone che erano state portate avanti da
Accorinti! Dovunque mi giri, mi sembra di vederlo! Allu ddà, ca’ bbabba e i
sandali… è un incubo! Mi farà diventare pazzo! Niente, me ne vado a fare
il ritiro spirituale a Giostra, anzi no, una giostra spirituale a Ritiro, anzi
no... AAAAARGH!!!
Ora,
per esempio, io dico una cosa: Renato, hai amministrato cinque anni e hai fatto
cose giuste e cose sbagliate. I tuoi detrattori dicono che non hai concluso
granché, i tuoi ammiratori che hai fatto tanto ma non l’hai saputo comunicare.
Ok? Com’è, come non è, non sei stato rieletto. Al ballottaggio ci sono andato
io, poi ho preso Placidino Bramanti e l’ho sotterrato. Ok? Quindi non sei stato
confermato come sindaco, giusto Renato? Ci siamo? E ALLORA MI SPIEGHI PERCHE’
CAZZO SEI SEMPRE IN GIRO PER LA CITTA’ A PORTARE AVANTI PROGETTI, INIZIATIVE,
MANIFESTAZIONI? Ma insomma, la storia di Cincinnato non t’ha insegnato niente?
Quasi ti si vede più ora che quand’eri sindaco, ti ricordi che non hai
praticamente fatto campagna, che non andavi agli incontri elettorali perché
avevi Giunta, che manco i manifesti hai fatto perché non avevi tempo? Capisco
che ora di tempo ne hai quanto ne vuoi, ma SPITTAVI A’MMIA PI
FFARI U SINNICU?
Renato Accorinti con il primo defibrillatore installato |
Più
di tutte, a me è la storia dei defibrillatori che mi fa perdere la testa.
Quando l’ha annunciata in campagna elettorale ho pensato: sarà la solita
iniziativa stracciona, prende una parte dell’indennità che ha promesso di
restituire – non può più farne a meno, no? – e compra, se va bene, una decina
di ’ste macchinette. Bravo, bello, bis... ma lascerà il tempo che trova. Ero
sicuro, giuro. Poi dopo le elezioni non se ne è parlato per qualche mese, tanto
che mi ero convinto che nemmeno le comprasse più. E invece, chi
tti cummina Free Tibet? Minchia, va a
stalkerare Carabinieri, Polizia, Vìscuvu,
parrìni, imprenditori, negozianti,
associazioni... Un bordello! E quelli che fanno, invece di calargli la testa e
poi scordarselo? Gli danno corda! Le forze dell’ordine accettano di metterli
vicino alle caserme, le imprese di comprarli! A un certo punto pareva che
dovevano mettere un defibrillatore a ogni angolo, per quanti stavano
diventando! E alla conferenza stampa pareva per davvero che fosse lui il
sindaco: “Grazie Renato” di qua, “Che bella iniziativa” di là... tutti
squagliati! A ’mmia, mi stava venennu un coppu! A ’mmia!
A un certo punto della giornata,
però, mi sono rincuorato (…). Leggo su un paio di siti, di quelli ai quali per
fortuna Accorinti sta grandiosamente sulle balle, la storia della famiglia
Virga: «Di
fronte a certe dichiarazioni non posso stare zitto, la verità deve emergere, lo
devo alla memoria di mio fratello, che in questi anni è stata offesa», tuona Vittorio Virga che racconta di aver
donato, tramite l’associazione Leo Onlus, un defibrillatore al Comune – allora
il sindaco era proprio il Tibetano – per ricordare il fratello Leonardo. «Era il 19 giugno
2014 e lo abbiamo
consegnato ufficialmente al Comune, ma da quel momento non abbiamo saputo più nulla. Anche
Accorinti ha dimenticato l’esistenza di quel defibrillatore». Inutile dire che
mi sono sentito n’autru
tantu: lo sapevo – ho pensato – ci è cascato! Poco dopo, però, quando i siti
cercano di rincarare la dose a me comincia a salire la scimmia del sospetto: «Ieri abbiamo
scoperto in quali condizioni è, chiuso a chiave in una stanza dell’ex Gil».
Quindi non scumparìu, penso. E
già mi preparo alla replica di Accorinti, sperando solo che non gliela scriva
Signorino perché sennò ci vogliono tre ore e mezza per leggerla.
Accorinti con la famiglia Virga in occasione della donazione (tempostretto.it) |
Infatti il Tibetano spiega che il defibrillatore
è all’ex Gil secondo la volontà della famiglia, che è funzionante perché lui
non se l’era scordato, anzi aveva chiesto notizie nei giorni scorsi a chi lo ha
in consegna per metterlo in quella minchia di App che ti fa trovare i
defibrillatori – perché mentre stai morendo d’infarto che fai? Ti metti a
cazzeggiare su Google Maps, no? – che lì ci sono due medici abilitati e bla,
bla, bla. Però è chiuso a chiave, penso: qualcuno dei lettori dei siti amici
miei farà un po’ di schifìo. Solo che stavolta, e non capisco perché, i
commenti invece di essere contro Accorinti – cosa scontata, visto il target di questi siti – se la prendono con i giornalisti che hanno
attaccato senza motivo, solo per fare polemica e per criticare l’ex sindaco che
ha fatto una cosa buona... Insomma, una disfatta. Tanto che nella mia testa ho
pensato: ma porca puttana, ma fare mezza verifica cosa vi costava? Non vi dico
telefonare al Tibetano, ma almeno al Comune? Andare all’ex Gil per vedere se il
defibrillatore è veramente lì e se funziona? Ma dico, vi devo insegnare tutto
io? Perché mi avete illuso così? Ora ci penso io, va’.
Alzo il telefono e mi faccio mandare
le delibere dagli uffici. Non trovano l’atto di donazione (infatti la famiglia
sostiene di non aver firmato niente, però le foto con il Tibetano e il
defibrillatore mi fanno pensare che Accorinti non gliel’abbia proprio
rubato...), ma la proposta di delibera fa chiaramente riferimento alla volontà
della famiglia, alla collocazione del defibrillatore all’ex Gil e agli «effetti
positivi sportivi» che rendono l’intenzione dei Virga «meritevole di
accoglimento, apprezzando nel contempo la generosa offerta». Il Comune quindi
accetta la donazione, ma ecco il busillis: Accorinti
dispone che gli uffici provvedano «agli atti amministrativi propedeutici al suo
utilizzo» e questo avviene, solo che non stipulano – almeno, io non lo trovo –
l’atto pubblico e quindi il bene non si può inventariare. Perciò: alla fine il
defibrillatore è stato donato, è stato messo dove ha chiesto la famiglia,
funziona ed è affidato a medici formati. Però non c’è la firma. E io ho perso
due ore a leggere le delibere di Free Tibet solo per questo. Come se non avessi
altro da fare.
Fortuna che io penso sempre a tutto
in anticipo; se ho cominciato la campagna elettorale un anno prima un motivo ci
sarà, no? A dicembre una società che si chiama MG Comunication si presenta all’assessorato
delle Politichesocialipoliticheagroalimentaripolitichedellasalutebarattoamministrativobancadeltempo
con il progetto “Cuore Nostro”, in sostanza passano da commercianti e
professionisti a chiedere 200 euro per contribuire all’acquisto di defibrillatori;
in cambio, lo sponsor avrà il nome sui pannelli e sull’App. Certo, non sono
grandi numeri: nel 2018 ne hanno installati uno-due nei centri più piccoli, al
massimo quattro a Caltanissetta. E formazione non ne fanno, però nell’App c’è
un’infografica per «apprendere intuitivamente il funzionamento del
defibrillatore». Ma è comunque la Provvidenza (d’altra parte, tra preghiere di
massa in piazza e telefonate del Papa ho un canale preferenziale...): decido
che l’Amministrazione sostiene il progetto e le referenze che consegno agli
incaricati da mostrare ai clienti le firmo io in persona, certo non lascio che
questa cosa se l’intesti l’assessore che non so nemmeno chi sia. Andate e
moltiplicatevi, dico agli emissari: confondiamo le acque, mischiamo sauri e opi così qualcuno penserà che i defibrillatori di Accorinti sono in realtà
di De Luca, o che per i defibrillatori di Accorinti bisogna pagare, e lo
metterà sui social. Ammettetelo: sono un genio.
P.S.: Maledizione. Ero di nuovo tranquillo, e invece ho
saputo che Accorinti va a fare la passerella dai Carabinieri di via dei Mille
per l’attivazione del primo defibrillatore. Chiamo in assessorato per sapere a
che punto siamo con i nostri
defibrillatori e non mi risponde nessuno. Per giorni. Chiamo anche l’URP, e
niente. Allora vado sul sito per cercare qualche altro contatto e cosa ti
leggo? «Assessore dott.ssa Santisi Antonina». Ma come? L’assessora di
Accorinti... AAAAARGH!!! MI SENTO MALE!!! UN DEFIBRILLATORE, PRESTO!!! QUAL è QUESTO? è DI ACCORINTI??? NO, NON LO VOGLIO!!! AAAAARGH!!!
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