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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

Meo Sacchetti: «La Nazionale? Un fulmine a ciel sereno. Capo, una vittoria per rilanciarsi»

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Sacchetti tra Petrucci e Messina (repubblica.it) R omeo Sacchetti è il classico uomo di basket. E’ vero che non vorresti incontrarlo in un vicolo al buio – se non per un alley-oop – perché è alto due metri, largo altrettanto nonostante di recente sia parecchio dimagrito, e con un’aria vagamente truce che sconsiglia di contraddirlo; ma sotto il baffo c’è un grande cuore, come sanno i tifosi di Capo d’Orlando dove Meo – diminutivo che è diventato un marchio – ha esordito in panchina nella massima serie in un’annata irripetibile. C’è l’umiltà dell’uomo di basket, quella mancanza di spocchia che distingue ad esempio i cestisti dai calciatori (provateci voi, ad avere a che fare con un qualsiasi giocatore di Lega Pro), quella disponibilità innata che non viene meno “semplicemente” perché sei l’allenatore della Nazionale. E così, Meo si presta di buon grado a rispondere alle domande de IlMaxFactor. Certo, non a tutte; perché al delirio non si risponde. E’ la regola.

Politica: è il momento di Cateno. Con lo slogan copiato da Accorinti

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Mimmo Scafazza, candidato sindaco degli autori di "Cafon Street" A rchiviate mooolto velocemente le Politiche – le prime elezioni della storia che, già prima che venissero celebrate, si sapeva che non sarebbero servite a un cazzo – la città di Messina si prepara al test, ben più importante, delle Amministrative del prossimo 10 giugno. I candidati fioccano come la neve nella campagna di Russia (e no, Micciché stavolta non c’entra), gli schieramenti si muovono in una sorta di Risiko, i “generali” definiscono strategie e truppe da mettere in campo... e meno male che abbiamo il sindaco pacifista!

Politica: Silvio è morto, Matteo pure e neanch’io mi sento tanto bene

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Come ha votato l'Italia (ilsecoloxix.it) «Amici, Romani, concittadini, prestatemi orecchio; io vengo a seppellire la sinistra, non a lodarla. Il male che gli uomini fanno sopravvive loro, il bene è spesso sepolto con le loro ossa; e così sia della sinistra.» ( da W. Shakespeare , Giulio Cesare ) C osa direste di un mondo nel quale destra e populisti hanno il 70 per cento dei voti, dove basta definirsi “di sinistra” per evaporare in pochi secondi, dove la scelta per l’indicazione del presidente del Consiglio è tra uno che voleva andare a governare con le ruspe e uno che da anni conduce una lotta senza quartiere alle lobby del congiuntivo? Beh, fatevi un’idea in fretta perché quel mondo è l’Italia.

Un amore esemplare: ultime notizie da Daniel Pennac

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Daniel Pennac davanti al Teatro Vittorio Emanuele (ph. Enrico Di Giacomo) Abbiamo lasciato Benjamin Malaussène appena liberato da Rabdomant dopo essere stato arrestato per il sequestro dell’uomo d’affari Jacques Lapietà – rapito invece dal figlio di Ben, Monsieur, e dai nipoti Nange e Mara; ma se uno è capro espiatorio di professione, figuriamoci se non si porta il lavoro a casa – ne Il caso Malaussène. Mi hanno mentito , nel quale ha ripreso dopo vent’anni il ciclo di Belleville, e ritroviamo il suo creatore Daniel Pennac sul palcoscenico del Teatro Vittorio Emanuele, impegnato a raccontarci tra ricordo, fumetto e barriere linguistiche la storia d’amore di Jean e Germaine Bozignac in Un amore esemplare .

Bestiario elettorale: dài Picciolo, ora basta anestetico!

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Cribbio, con tutta questa plastica non riesco ad aprire gli occhi... (liberoquotidiano.it) Ultimissimi giorni di campagna elettorale prima del voto del 4 marzo che riconsegnerà il Paese nelle mani di Silvio Berlusconi e tutti contenti. Perché in fondo è giusto: abbiamo provato governi di tutti i partiti, di destra e di sinistra, per non parlare di quelli tecnici (la cui tecnica era dissanguarci in modo da farci tornare a sperare nella politica), abbiamo provato la prima e la seconda Repubblica, proviamo anche questo simpatico imprenditore un po’ morto di figa che si è fatto da sé – con l’aiuto del chirurgo plastico, certo – e che sicuramente, visto che è ricchissimo, sa come risollevare il Paese. Con la pompetta, ovvio.