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Visualizzazione dei post da maggio, 2020

SOSTIENE PEREIRA: Il dissolvimento di Catenovirus

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Antonio Pereira Si è dissolto! Come avevamo preconizzato. L'ultimo colpo gliel'ha inferto il governo Conte con la sponda dell'Anci (l'Associazione nazionale dei Comuni italiani), ispirata da quel perfido e vecchio navigatore di Leoluca Orlando, liberando sul suolo peninsulare la Tosap, il tributo locale sull'occupazione delle aree pubbliche. Ci contava, Cateno. Avrebbe potuto promettere a ristoratori e aperitivisti marciapiedi a tinchité , purché si arruolassero nelle sue brigate. Gli hanno tolto il giochino, su questo non potrà fare clientela, né minacce velate, né promesse. Una Colt 64 senza bossoli e con il tappo rosso ancora installato. Con il sovrappiù che dovrà evadere le pratiche in quindici giorni, quando normalmente ne servono centocinquanta e non è detto che bastino. Adesso voglio vedere se cazzìa i dipendenti comunali perché sono inefficienti o perdigiorno (non lo farà, questa tigre di carta, cortocircuito della Storia, che i messin

SOSTIENE PEREIRA: Alberto Samonà, assessore ai Beni (a)culturali

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Antonio Pereira S ospinto da "gonnellini" ampi e possenti come lo spinnaker di Luna Rossa e dalle felpate, forbite e velenose pressioni di "compassi" acuminati come le frecce Apache, Alberto Samonà, cottimista del giornalismo in continua ricerca di un padrone politico e di un emolumento, una consulenza, un incarico, un riposizionamento, qualunque cosa  gli consentisse di campare e apparire, è stato nominato assessore ai Beni culturali di una regione, la Sicilia, che non è più solo irredimibile e buttanissima, ma scellerata, irresponsabile e farsesca. Sì... finanche, ormai, ridicola!

Catengers: Endgame, l’ultima avventura di Cathanos

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Cathanos mostra il suo Guanto dell'Infinito con incastonate le gemme del Nisi L’ ultima diretta Cateno non la voleva proprio fare. Beh, c’è da capirlo: lontano dalle telecamere gli manca l’aria, si sa, non può farne a meno. Ma dopo che tutti gli avevano voltato le spalle – Giletti, la D’Urso, persino Mattino Cinque dove un «presunto giornalista» lo ha preso per cretino in fascia protetta – mentre anche il fronte dei suoi “piccoli fans” si sfaldava e perdeva adepti (che lui misura in visualizzazioni, precipitate da decine e decine di migliaia alle poco più di mille degli ultimi giorni), e soprattutto con la necessità di disintossicarsi (dallo stress, dalle critiche, dalla campagna elettorale per la Regione: cosa avevate capito?), tra le lacrime per la focaccia alla cipolla mangiata al COC, circonfuso da un’aura di luce accecante, in mezzo ai cori da chiesa dei suoi fedeli, Cateno ha concluso la sua esperienza terr..., scusate: televisiva.

SOSTIENE PEREIRA: A ciascuno il suo Matteo

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U n po' (Matteo) Renzi, un po' (Matteo) Salvini - ma per improvvisa apolidia politica - la Sicilia ha trovato il suo Matteo. Di cognome fa Francilia.

SOSTIENE PEREIRA: Altro che astinenza. E Cateno si calò le braghe

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C assato dal Consiglio di Stato, denunciato dal ministro dell'Interno, controllato a vista dalla prefetta (che riferisce al Viminale), commissariato spiritualmente dall'arcivescovo ( « zallo, silenzia quelle auto moleste » ,  « affidiamo la città alla Madonna » , e non c'è giornalista di pseudo sinistra a libro paga che possa difendere la laicità dello Stato, né che possa ripulirsi una coscienza che vale cento euro), Cateno si è dovuto calare le braghe anche davanti ai circoli sportivi, in particolare del tennis, dovendo mettere una pezza alle idiozie pronunciate dalla spin doctor giuridica, assessora "Daffine" Musolino, ispiratrice delle ordinanze tutte impallinate.